Copertina 6

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2017
Durata:44 min.

Tracklist

  1. I'M FIRE
  2. HEAVEN ON MARS
  3. WORLD DISTORTED
  4. DAYDREAMS
  5. THE PORTAL
  6. FREQUENCIES
  7. WALL OF GLASS
  8. FACE IN THE MIRROR
  9. PERCEPTION
  10. VIVACIOUS TURN OF THOUGHTS

Line up

  • Vangelis Yalamas: bass
  • Babis Tsolakis: drums
  • Evi Katsamatsa: keyboards
  • George Thanasoglou: guitars
  • Vasilis Batilas: guitars
  • Elena Stratigopoulou: vocals

Voto medio utenti

Dopo un attesa quasi estenuante di dodici anni, è finalmente uscito il secondo album del gruppo greco che mi fece lacrimare con un'irripetibile opera d'arte che fu "A Tribute To Life".

Purtroppo il cambio di line up, la nuova cantante donna, una scrittura e stesura dell'album concept un po’ rapida ed improvvisa, sono stati visti come segnali negativi che in sincerità avevano un po’ fatto storcere il naso fin dall'annuncio dell'uscita dell'album.
Tuttavia, l'aspettativa era alta e la fiducia che comunque stesse arrivando un buon lavoro, seppur non da urlo, non mancava.
Il risultato ahimè è stato peggio del peggio che si poteva aspettarsi da loro. Sottolineo "da loro" perché se fossi di fronte ad un debut di un gruppo in erba sarei pure contento e non esiterei a tesserne le lodi, seppur sottolineando le carenze.
Per loro invece non ho parole di elogio. E non solo per i brani banali come "I'm Fire" o "Heaven On Mars", ripetitiva e senza un momento di apice o clou, ma proprio per l'insieme dell'opera.
Inizio sciapo e superficiale e quando finalmente si inizia a sentire un po’ di impegno in fase di composizione e costruzione del brano, come in "World Distorted", subito si torna ad un livello mediocre e quasi remoto; penso a "Daydreamers" ed ai suoi richiami sonori di chitarra inizio anni '90.
A parte l'interludio di "The Portal" ai fini narrativi, i momenti da risaltare ci sono ma sinceramente pochini. L'assolo di basso in "A Wall Of Glass", il refrain easy in "A Face In The Mirror" oppure l'andamento ritmico di "Frequencies".
Tuttavia, la voce sembra fare il verso ad Anouk Teeuwe ed ironicamente rende ogni brano fragile, anche la title track "Perception" che dovrebbe essere l'apice ed invece sembra presa da un album di un gruppo differente.
In aggiunta a ciò l'effetto concept manca di trasporto ed incisività, tanto che il finale narrativo "Vivacious Turns Of Thought" viene percepito come una forzatura per dare risalto ad un racconto che senza passerebbe del tutto inosservato.
In conclusione, brevi momenti piacevoli ma che non bastano a ridare smalto ad un gruppo che fece veramente centro ma dal quale non sembra essere rimasto molto.
Il tempo dirà se il giudizio di oggi è stato troppo severo oppure tristemente vero.

A cura di Pasinato Giovanni

Recensione a cura di Ghost Writer

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 28 lug 2017 alle 13:34

mi mancano anche questi..

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