Copertina 8

Info

Anno di uscita:2017
Durata:58 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. CLOSE TO THE SUN
  2. WELCOME TO THE EDGE
  3. HEREAFTER
  4. STRONG
  5. ACROSS THE TIMES
  6. RIDING THE GHOST
  7. LIGHT BEFORE THE DARK
  8. FALLING STAR
  9. BREATHING
  10. YESTERDAY IS GONE
  11. HELEN
  12. DISTANT SKIES

Line up

  • Michael Kiske: vocals
  • Dennis Ward: guitars, bass, backing vocals
  • Günter Werno: keyboards
  • Dirk Bruinenberg: drums
  • Alessandro Del Vecchio: backing vocals
  • Uwe Reitenauer: guitars
  • Michael Klein: solo on "Yesterday Is Gone", "Distant Skies", "Strong", "Breathing".
  • Uwe Reitenauer: solo on "Close To the Sun"
  • Alfred Koffler: solo on "Welcome To The Edge"
  • Magnus Karlsson: solo on "Falling Star"
  • Gus G: solo on "Light Beyond The Dark"
  • Simone Mularoni: solo on "Hearafter"
  • Mandy Meyer: solo on "Helen"
  • Kai Hansen: solo on "Riding The Ghost" and "Across The Times"

Voto medio utenti

Giunge al quarto capitolo l’avventura discografica dei Place Vendome, studio-project creato attorno all’immortale Michael Kiske. “Close To The Sun” è un gran bell’album, più vicino agli esordi heavy del combo (l’AOR c’è, indubbiamente, ma è meno pronunciato rispetto al recente passato).

Si parte in quarta con la title-track, brano orecchiabile dalle melodie riuscitissime e dal gran tiro. “Welcome To The Edge” si muove a cavallo tra hard rock e metal con Kiske impegnato sui registri medio-bassi (ma sempre convincente). “Hereafter” (in origine un brano dei DGM) è in un certo senso “annacquata” rispetto all’originale, venendo meno la componente progressiva, ma l’impatto è sempre consistente. L’elegante power ballad “Strong” anticipa due episodi più vicini all’AOR intitolati “Across The Times” e “Riding The Ghost”, zuccherosi ma con misura. L’incipit di “Light Before The Dark” è tipicamente heavy, e l’evoluzione hard rock valorizza nuovamente la vocalità meno penetrante del cantante tedesco. “Falling Star” è radiofonica, semplice ma ben arrangiata, e fa il paio con la quasi cinematografica “Breathing”, con l’ottimo solo di Michael Klein. “Yesterday Is Gone” profuma di Eighties, così come la successiva "Helen", che proietta i Whitesnake nel nuovo millennio con il suo ritornello urlato e sofferto. La sfaccettata “Distant Skies”, tra momenti strumentali elaborati e melodie di facile presa, chiude gloriosamente questo full-length.

Un album solido e pieno di ottime canzoni: cosa si può chiedere di più?

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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