Copertina 8

Info

Genere:Fusion
Anno di uscita:2017
Durata:48 min.
Etichetta:Metal Blade Records

Tracklist

  1. DANCING MACHINES
  2. CASCADES
  3. AIR
  4. STATE OF FLUX
  5. RIPPED APART AND REASSEMBLED
  6. THE FURTHER SIDE

Line up

  • Richard Henshall: guitar
  • Dan Briggs: bass
  • Pete Jones: keyboards
  • Matt Lynch: drums

Voto medio utenti

In principio furono i Liquid Tension Experiment. Vennero poi i Planet X, e da lì in avanti è stato un proliferare di formazioni strumentali, anche di spessore, a cavallo tra fusion e progressive (penso agli Animals As Leaders o ai The Aristocrats).

Al panorama odierno si aggiungono adesso questi Nova Collective, supergruppo con membri di Haken, Between The Buried And Me e Cynic, che si distinguono per la marcata componente jazzistica garantita dalle tastiere di Pete Jones.

Si inizia con "Dancing Machines", episodio cervellotico ma accessibile che detta le coordinate dell'intera proposta: perizia tecnica, gusto melodico e una marcata tendenza a "voler dire" una parola in più piuttosto che una in meno (anche se mi sembra un malanno del tutto curabile). L'incipit di "Cascades" rimanda a Pat Metheny, prima dell'evoluzione più propriamente progressiva impreziosita da un ottimo solo di Jones. "Air" unisce alle sonorità gamelan crimsoniche degli Anni Ottanta armonie tipicamente fusion, e prelude all'ansiogena e spigolosa "State Of Flux", probabilmente la traccia più prolissa del lotto nonostante le riuscite aperture melodiche di Henshall. Con "Ripped Apart And Reassembled" tornano alla mente i pezzi più "pazzerelli" dei Liquid Tension Experiment o quelli meno roboanti di Sherinian e soci, e giungiamo così alla conclusiva e ottima title-track dal piglio classico/sinfonico/jazzistico che non disdegna incursioni in territori più grooveggianti e granitici, con Jones sempre sugli scudi.

Nota di merito per Rich Mouser (per anni "solo" il tecnico del suono di Spock's Beard, Neal Morse e Transatlantic, ma da tempo persona di riferimento nelle produzioni delle nuove leve progressive come i Native Construct), in grado di valorizzare ogni singolo passaggio di un sound tanto sfaccettato e complesso.

Mi sembra prematuro parlare di "band top", ma la strada intrapresa fa scorgere un potenziale davvero non trascurabile...
Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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