Children of Bodom (Henkka "Blacksmith" Seppala): stay wild!

L'attesa è finita: Halo of Blood è arrivato, a due anni di distanza da "Relentless Reckless Forever", titolo esplicativo di quello che è stato il percorso fin qui degli ex enfants prodige del metal. Un successo commerciale dopo l'altro, uno stile che, dopo i primi tre albums è sensibilmente cambiato, ma ha continuato a mietere vittime, come il simpatico Roy, la mascotte presente su ogni loro cover, una vita spinta tutta sull'acceleratore. Halo of Blood segna anche il ritorno alla Nuclear Blast, label sotto la quale pubblicarono quelli che sono considerati i loro capolavori: Something Wild, Hatebreeder e Follow the Reaper. Ne parlo con Henkka Seppala, storico bassista della band.

Mi sembra che siate tornati ad un album più veloce e pesante, con meno tastiere…
Halo of Blood è indubbiamente più di impatto, ma non saprei darti un giudizio riguardo alle tastiere. Avendola composta io stesso e suonata ripetutamente, questa musica è diventata così parte di me che mi riesce difficile giudicarla dall’esterno.
Come sono nati i brani?
Abbiamo iniziato a scrivere qualcosa prima dell’estate, poi siamo andati in tour e fra Agosto e Settembre, quando siamo tornati a casa, ci siamo messi tutti insieme a comporre. Per la chitarra ed il basso non avevamo bisogno di allontanarci da casa, quindi abbiamo preferito restare nel nostro ambiente, piuttosto che chiuderci come al solito in un posto isolato, vicino allo studio di Hollola. Peter Tägtgren ci ha raggiunti ad Helsinki, per supervisionare il lavoro su voce e keyboards. Mentre per registrare la batteria abbiamo preferito andare ad Hollola.
Dead Man's Hands è un po’ una sorpresa nel suo incedere lento, mentre all’opposto la title track in alcuni passaggi ricorda i Dimmu Borgir…
Sono semplicemente uscite fuori così e sono molto soddisfatto di entrambe!
Si vociferava di Jeff Waters degli Annihilator come ospite sull’album…
Ha registrato un assolo su una delle due cover. Alexi ha suonato un assolo su Metal degli Annihilator nel 2007, quindi ora Jeff ci ha ricambiato il favore.
Avete detto che questa volta i testi affrontano argomenti per voi nuovi…
Alexi te lo spiegherebbe meglio, quello è il suo campo. Si parla del perdere improvvisamente amici stretti e persone a cui tieni, esperienze che ha passato in prima persona. Sono testi molto più emozionali.
Dopo Relentless Reckless Forever avete abbandonato la Spinefarm per tornare con la Nuclear Blast, mentre dopo Follow The Reaper avevate agito al contrario. Cosa vi ha spinti a questo come back?
Fino a Follow The Reaper la Spinefarm era distribuita in Europa dalla Nuclear Blast, quindi in realtà noi eravamo sempre per Spinefarm. Poi è stata acquisita dalla Universal. Ad un certo momento abbiamo sentito il bisogno di scappare e tornare alla Nuclear Blast. Siamo contenti di essere di nuovo con loro.
Come giudichi Relentless Reckless Forever a distanza di due anni?
Un buon album, che ci ha fatto vincere un Award come album metal dell’anno in Finlandia.
Henkka tu sei laureato in scienze politiche, cosa pensi dell’attuale situazione dell’Unione Europea?
Davvero non saprei dire così su due piedi quale eventuale soluzione si potrebbe trovare per risolvere la crisi in atto, ma sono convinto che l’Unione Europea vada mantenuta, che sia una buona cosa. Bisogna lottare per risolvere i problemi e tenerla in piedi.
Anche la Finlandia sta risentendo della crisi?
No, la Finlandia continua ad essere uno stato sostanzialmente autosufficiente. Abbiamo un buon governo ed una buona gestione dell’economia. Come tutti i paesi scandinavi, abbiamo imparato ad essere prosperi nonostante la posizione geografica e climatica in cui siamo; se così non fosse stato, queste sarebbero diventate già da tempo lande deserte. D’altra parte, proprio le nostre particolarità ci rendono marginali come importanza nelle sorti dell’Unione Europea e questo si sta rivelando un bene.
Hai mai pensato di sfruttare la tua laurea per fare qualcosa per il tuo paese, come Jyrki dei The 69 Eyes, che è ambasciatore UNICEF per la Finlandia?
Sì. Ma la musica mi ha dato la possibilità di vivere facendo l’artista, quello che ho sempre amato, e non anteporrei nulla a questo. Ne ho il tempo di fare qualcosa in parallelo.
E’ vero che, se non fossi diventato un musicista, avresti fatto l’insegnante?
Sì, penso che l’insegnamento sia una grande professione, essere circondati da bambini ti aiuta a mantenere il cervello giovane; tu li aiuti a crescere e loro aiutano te a restare bambino. Per un periodo ho insegnato in un liceo e lì mi sono reso conto di non essere tagliato per quella fascia d’età, l’ho trovato molto complesso e stancante.
A parte l’abbandono di Alexander Kuoppala nel 2004, la vostra line up non ha avuto altri cambiamenti. Cosa vi rende così uniti?
Ci conosciamo da sempre, Espoo è davvero una piccola cittadina e siamo cresciuti insieme, non abbiamo motivo di cambiare line up. Siamo ancora amici anche con Alexander, non c’è stato nulla di personale fra noi, semplicemente all’epoca ha preferito dedicarsi alla sua famiglia e comprendo la sua scelta.
Rob Zombie, Mastodon e Amon Amarth vi attendono per il tour di presentazione di Halo of Blood nel Nord America…
Sarà una cosa molto grossa; sono contento di suonare con Mastodon e Amon Amarth, mi piacciono molto!
Henkka, se posso permettermi, i vostri dopo concerto a base di alcool e sesso sono piuttosto chiacchierati, ma tu non sembri proprio un tipo selvaggio…
Infatti è Alexi il selvaggio! Io… faccio quel che posso, eheh!
Intervista a cura di Laura Archini

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