Enforcer: il fuoco (spento) dell’heavy metal!

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Dopo tre recensioni, due otto e mezzo e un dieci, album consumati a furia di ascolti e discorsi entusiastici con chiunque, incontrare gli Enforcer per me rappresentava non dico un sogno, perché sarei ipocrita, ma quantomeno un’ottima occasione per chiacchierare con musicisti che stimo e che negli ultimi anni mi hanno regalato emozioni vere. Quelle emozioni che solo il metallo sa darti. Ma i due ragazzini che mi sono trovato davanti, ossia il chitarrista Joseph Tholl e il drummer Jonas Wikstrand, si sono dimostrati glaciali, circondati da una spocchia che non ti puoi permettere all’età che hai solo perché hai fatto un paio di ottimi dischi. La strada è ancora lunga, davvero lunga, bambocci: un bagno di umiltà non vi farebbe proprio male. Ecco qui lo scarno resoconto di ciò che ci siamo detti, tra silenzi, mezze parole e uno scazzo cosmico che, tutto sommato, dopo una bella giornata di lavoro, i cui frutti sono spesso spesi per foraggiare l’attività di questi signori, ti riempie il cuore di gioia.

Ciao ragazzi, grazie per la disponibilità e benvenuti sulle pagine di metal.it. Iniziamo parlando di questo incredibile nuovo album! Per me un 10/10 in fase di recensione! Raccontateci la storia di questo disco e, se ce ne sono, quali secondo voi sono le differenze rispetto ai precedenti.
JW: Grazie! Questa volta abbiamo pensato all’album nella sua interezza, non alle singole canzoni. Ci sono alcuni pezzi che sono rimasti fuori perché volevamo dare un senso al disco dall’inizio alla fine, un filo conduttore chiaro. Confrontandolo con Diamonds possiamo dire che lì c’era più varietà di stili, qui invece la direzione è una sola.
Il terzo album si dice sia sempre un banco di prova importante per una band. Avete mai avuto paura di sbagliarlo, di commettere qualche errore nel songrwriting, nella produzione o in altro?
JW: No, direi di no. Volevamo solo fare un album che fosse un disco che noi stessi avremmo comprato. Non c’è mai stata la sensazione di una prova da superare.
JT: Secondo me è più semplice dopo aver fatto due dischi. Capisco cosa intendi: abbiamo fatto il primo, abbiamo fatto il secondo e adesso cosa facciamo sul terzo? Abbiamo potuto tenere un piede fermo nello stile dei primi due e un altro orientato verso qualcosa di nuovo.
La primissima volta che ho ascoltato gli Enforcer, ai tempi di Into The Night, il mio pensiero è andato diretto a un disco enorme come Killers. Cosa ne pensate della mia associazione tra voi e i Maiden di Paul Di Anno? Vi fa piacere?
JW: Vuoi dire che quindi ora siamo a The Number Of The Beast?
No, voglio dire che i Maiden e pochi altri hanno insegnato al mondo come si suona l’heavy metal e che voi avete imparato alla grande la lezione, secondo me è un bel complimento.
JW: Beh, siamo fan dei Maiden e sicuramente ci hanno ispirato, ma noi suoniamo il metal che suonano tutti
Una delle cose che preferisco di voi è la durata dei dischi. Corta, essenziale. Pochi pezzi efficaci e basta. Cosa ne pensate delle band che mettono 15 pezzi in un disco sforando magari i 70 minuti? E’ una scelta delle band o delle label?
JW: Beh, quando metti così tanti brani è perché metti nel disco molti fillers, nella maggior parte dei casi. Noi ne mettiamo pochi per rispettare la durata del vinile.
JT: Non è un problema di label, con noi non interviene su queste questioni. Noi pensiamo solo al vinile.
JW: Secondo me quando finisci di sentire un disco non devi essere stanco, devi avere voglia di ricominciare. E comunque devi avere sempre la possibilità di ascoltarlo dall’inizio alla fine, se è troppo lungo non è possibile farlo.
Quanto considerate importante l’abbandono della band da parte di Adam Zaars? Avete avuto difficoltà nel songwriting, nelle registrazioni o nei live? Come mai avete deciso di restare in quattro?
JW: Adam è un grande chitarrista e un ottimo compositore. E’ anche un amico e sicuramente abbiamo perso alcune delle sue qualità quando ci ha lasciato, anche se questo ci ha responsabilizzato nel songwriting.
JT: Beh, apparentemente è andata bene, perché Death By Fire è un grande album. Non ero sicuro che saremmo riusciti a scrivere ancora grandi cose. Comunque ci manca un sacco, è un grande musicista.
Chi decide e realizza gli artwork dei vostri album?
JW: Abbiamo un amico che collabora con noi e realizza l’artwork partendo dal titolo…
Penso che questo sia un gran bel tour da seguire per i fan dell’heavy metal! Come sta andando? Vi piace il sound delle altre band? Vi trovate bene insieme?
JW: Sì, sì, per noi è un bill perfetto, devo dire. Il pubblico apprezza tutte le band, gli altri sono bravi, siamo già stati in tour con gli Angel Witch.
JT: Sì, io sono un fan degli Angel Witch.
Adesso facciamo un piccolo gioco! Provate a immaginare: per un solo giorno, un solo concerto, potete far parte di qualsiasi band di oggi o del passato…con chi vorreste suonare?
JW: …
JT: No, non potrei mai…
Se doveste invece scegliere qualche album che ha avuto un’importanza fondamentale sulla vostra formazione musicale?
JT: Beh, questa è una cosa personale, non posso parlare per tutti…
JW: Tutta la musica che ascolti te la porti dietro come bagaglio, non c’è un disco o un artista. Alcune cose rimangono informazioni, altre le trasformi in ispirazione, ma non riesci a capire come avviene questa trasformazione. Non posso davvero citarti nessun album.
Gli Enforcer paiono essere molto legati, nel sound e nel look, all’attitudine metal degli anni ’80…ma cosa mi dite del backstage? Preferite after show fatti di party, groupies e quant’altro oppure vi piace riposare e concentrarvi sulla musica?
JT: Lo show è la cosa più importante. Poi non sai mai cosa succede…
JW: Siamo molto concentrati sullo show.
JT: Si cerca sempre di fare lo show al meglio.
Quando state in tour per diverse settimane, con show quasi ogni giorno, come vi sentite? Accusate la stanchezza a volte o la musica è sempre più forte di tutto?
JT: Quando inizi, con i trasferimenti aerei, sei più stanco, sempre in movimento. Poi quando prendi il ritmo e inizi a prendere confidenza col tour bus, tutto diventa più facile e senti che potresti farlo per sempre. I primi show sono i più duri.
JW: Quando poi non suoni da headliner è molto meglio, hai più tempo per riposare.
Suonerete in qualche festival estivo?
JT: Ce ne sarà qualcuno, ma non è ancora ufficiale, non possiamo dirlo.
JW: Metal Fest nella Repubblica Ceca e qualcosa in Germania…
Intervista a cura di Alessandro Quero

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