CRYSTAL BALL

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Il rooster dell’ormai sterminata Nuclear Blast si è arricchito degli svizzeri “Crystal Ball”, autori di “Hellvetia”, album spettacolare che vi terrà incollati alle casse dello stereo dal primo all’ultimo pezzo!

Ciao Ragazzi, qui Marco dall’Italia, allora, iniziamo subito! Che ne dite di parlarci un po’ del vostro nuovo album “Hellvetia”?
Ciao Marco, beh, che dirti? “Hellvetia” è il nostro quarto album in studio e ormai si può dire che abbiamo accumulato una buona dose di esperienza: abbiamo cercato di trasmettere tutto questo nel disco, aggiungendoci anche una bella dose di esperienze personali e di energia. Abbiamo mischiato il tutto cercando di suonarlo il più forte possibile, ed “Hellvetia” è il risultato.

Dal titolo e dall’intro (una “sinfonia” di corni svizzeri) sembra abbiate voluto mettere più in mostra le vostre origine elvetiche in questo disco: come mai?
Sai, è stato volutamente ironico: quando suoniamo fuori dalla Svizzera ci teniamo a far sapere a tutti da dove veniamo: per molti, infatti, musicalmente parlando la svizzera è solo la patria dei Gotthard! Pensa che una volta ci siamo fatti fare anche delle magliette con la bandiera svizzera, e le indossavamo come un gruppo di pazzi ad un festival in Germania!

Quali sono, a vostro parere le differenza con i precedenti album della band?
Bah, non credo ci siano poi tutte queste differenze, sicuramente però la produzione è di gran lunga la migliore, il sound si è fatto sempre più duro e l’attitudine della band sta diventando più…come dire, “heavy oriented”.

Il vostro è un genere difficilmente catalogabile: a cavallo tra Metal e Hard’n Heavy, con melodie molto rock…Come descriveresti il vostro sound a chi vi ascolta ora per la prima volta?
Lo definirei un incasinatissimo mix! Scherzi a parte, penso che il nostro sound non sia definibile e catalogabile, per il semplice fatto che è composto da decine e decine di influenze diverse, e ognuna di queste influenze contribuisce a dare una sfumatura che rende così particolare il nostro sound.

Avete già un tour pronto? Sconfinerete anche in Italia, spero!
Spero proprio di si! Per adesso comunque non c’è niente di definitivo; stiamo organizzando la cosa e trattando con i Gotthard per fare qualcosa insieme. Non sarà però fattibile prima dell’anno prossimo, ma prometto a tutti i fans che non appena ci sarà qualcosa di deciso, lo faremo immediatamente sapere!

Siete una band atipica nel rooster della Nuclear Blast, che non ha altre band di rock/metal melodico.
Vero, ma la cosa non ci tocca, anzi! La Nuclear Blast è una fantastica etichetta: fanno un lavoro eccezionale e sanno cosa vuol dire comportarsi in modo corretto e professionale, inoltre essere l’unico gruppo rock torna tutto a nostro vantaggio, visto che avranno sicuramente più soldi da investire su di noi!!!

Nel corso della vostra carriera avete fatto dei tour con un buon numero di ottime band come Gotthard, U.D.O., Doro, Dokken; che ricordi avete di quei periodi?
Wow…sono state tutte esperienze eccezionali, essere sempre in giro, cambiare città ogni giorno, vedere un sacco di gente nuova, aprire per grandissimi gruppi e vedere donne diverse ogni sera. E’ una bella vita, ma è difficile spiegare cosa si prova in momenti del genere a chi non ci è mai stato…

Domanda da un milione di dollari; elencami i tuoi 3 album preferiti!
Oh, mio Dio! È impresa ardua, visto che cambio ogni 10 minuti! Comunque se proprio devo fare dei nomi dico: tutti i Def Leppard (così non vale! NdMagò); Operation Mindcrime dei Queensriche, e Under Lock and Key dei Dokken.

Raccontami un po’ degli inizi della band, a quel tempo vi chiamavate “Cherry Pie”,vero?
Si! Accidenti, come diavolo fai a saperlo? Nel 1995 eravamo una cover band, suonavamo un sacco di roba diversa: Queensriche, Whitesnake, Axel Rudy Pell…lo facevamo solo per divertirci, poi abbiamo scritto qualcosa di nostro e le cose sono andate decisamente bene: abbiamo fatto da supporter in un tour dei Victory e poi è stata tutta in discesa.

E’ stata dura emergere e affacciarsi sulla scena nazionale?
Si e no, nel senso che la scena svizzera è decisamente piccola: ci sono posti poco professionali e poco adatti per suonare, come ad esempio i pub, ma ci sono anche poche band, quindi la competizione è meno feroce, ed emergere è più semplice che altrove

Ok, siamo alla fine, un saluto ai fans italiani?
Ciao Italia! Date un bell’ascolto al nostro “Hellvetia”, state sicuri che sarà un bel calcio in culo!

Intervista a cura di Marco 'Magò' Colombo

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