Sunpocrisy: dalla pianta di samara ai diorami frattali.

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“Samaroid Dioramas”, esordio su lunga distanza dei bresciani Sunpocrisy, è un album splendido che proietta il gruppo al vertice del movimento post/progressive metal di cui si fanno finissimi interpreti.
Abbiamo contattato Jonathan, chitarrista e voce dei nostri, che ha risposto in modo molto interessante alle nostre domande svelandoci il mondo che si cela dietro all’opera di questa straordinaria band.
Buona lettura.

Ciao Jonathan, grazie per la tua disponibilità. Vorrei iniziare chiedendoti di presentare i Sunpocrisy ai nostri lettori.
Volentieri! Il progetto Sunpocrisy è nato nel tardo 2007, inizialmente come una band progressive/death a 4 elementi.
Dopo circa un anno dal completamento della line-up, siamo entrati in studio per dare alla luce il nostro primo EP, intitolato "Atman EP", completamente autoprodotto e pubblicato in edizione limitata di 100 copie, ognuna con artwork differente per circa 37 minuti di musica. Dopo questa uscita e per tutto l'anno seguente, è cominciata l'attività live a supporto dell'EP, occasioni nelle quali abbiamo avuto la possibilità di condividere il palco con band di un certo calibro, quali The Ocean, Black Sun Aeon, Ahab e altri, ottime esperienze e occasioni per cominciare a far girare il nostro nome. Chiuso il capitolo "Atman EP", le nuove composizioni hanno incominciato a farsi più complesse, distaccandosi dal progressive/death degli esordi ancora troppo derivativo, vertendo verso un post/progressive più complesso e strutturato. A questo punto, considerato l'evidente incremento tecnico e atmosferico che le composizioni possedevano, abbiamo deciso di ampliare la formazione, di modo da garantire la stessa resa sonora e visiva sia su disco che dal vivo, diventando così 6 menti pensanti. Nel tardo 2011, una volta maturata la nostra nuova vena creativa, siamo entrati nello Studio 73 di Ravenna dove, grazie alle saggie mani di Riccardo Pasini (Ephel Duath, The Secret, The End Of Six Thousand Years, Hungry Like Rakovitz) abbiamo registrato "Samaroid Dioramas", il nostro debut album, del quale abbiamo personalmente curato ogni aspetto, dalla composizione, produzione e artwork.
Mi incuriosisce il vostro monicker. Da dove deriva? Quale è il suo significato?
E’ una domanda frequente, e i pareri sul nostro nome sono spesso discordanti! Che piaccia o meno, il significato che sta dietro al nostro nome si riferisce ad uno specifico pensiero verso la luce. Se consideriamo il Sole, la sua funzione è di illuminare tutto indistintamente, come se ci volesse comunicare che tutto è luce, tutto "va bene". Chiaramente non è così, abbiamo dimostrazioni ogni giorno di come le cose non vadano esattamente bene, dalle micro alle macro tragedie che ogni giorno ci attanagliano. Analizzando invece la pioggia, essa presenta un ritratto del mondo che risulta più realistico e pertinente, essendo più cupo e trasmettendo disagio e difficoltà. Il punto fondamentale di questo ragionamento si trova proprio nell’anima della persona nel contesto della pioggia. L'esempio che faccio sempre è: camminando di fianco ad una siepe, in una giornata di Sole, dove tutto è illuminato, vedremo un insieme di foglie e nulla più, mentre in una giornata di pioggia sarà più facile accorgersi di una foglia che, bagnata dall’acqua, risplende e si illumina. E’ proprio quest’ultima immagine una metafora dell’esistenza umana: anche se il mondo che ci circonda può essere cupo, in questa atmosfera potremo sempre cercare quella piccola foglia, ovvero il nostro pensiero felice, che in tutto quel buio risplenderà ai nostri occhi e ci darà la forza necessaria per andare avanti. Esiste quindi un contrasto tra l’ipocrisia del Sole (appunto, Sunpocrisy), che ci inganna ponendo luce su tutto, e la pioggia che, pur dimostrandoci purtroppo la realtà per come è, ci invita a cercare dentro di noi o intorno a noi e di focalizzarci sulle nostre felicità, che sono proprio quelle che ci consentono di vivere. E' un concetto estremamente positivo, che ci sembrava potesse essere ben racchiuso nel nome Sunpocrisy.
Parliamo adesso del nuovo album: quali sono le esperienze musicali, personali o di qualsiasi altro tipo che vi hanno portato alla sua nascita?
Ti dirò, non c'è stata una particolare esperienza che ci ha in qualche modo "segnato" mentre si componeva ciò che poi è diventato questo disco. Siamo semplicemente cresciuti e maturati, sia come persone che come musicisti. Anche il cambio di direzione musicale non è stato studiato a tavolino, è venuto da sè, è stata una naturale evoluzione del nostro sound che, piano piano, sta incominciando a divenire personale e riconoscibile, come spesso ci viene fatto notare da fan e addetti ai lavori. Quest'ultima caratteristica è sicuramente qualcosa di cui siamo molto contenti, riuscire a personalizzare e a de-standardizzare la nostra proposta è qualcosa a cui teniamo molto, credo che le migliori band siano quelle a cui si possono additare talmente tante influenze da far cadere il significato stesso di "influenza", portandoli quindi ad essere definiti come unici. Siamo ben lontani da ciò, ma facciamo di tutto perchè passo per passo ci si avvicini a questo grande obbiettivo.
"Samaroid Dioramas" è un titolo piuttosto enigmatico. Vuoi parlarcene? Quale è il concept dell'album e quali sono gli studi che vi hanno portato a definirlo?
Per la composizione di questo album è partito tutto dal concept che avevamo in mente, che ha di fatto portato alla stesura dei primi pezzi in ordine cronologico (la suite Trismegistus + Samaroid + Samaroid/Dioramas + Dioramas). Addentrandoci nel concept stesso, l'intero album rappresenta un percorso di consapevolezza dell'essere umano in merito agli schemi via via più complessi che regolano l'universo (il caos, la sezione aurea, le strutture frattali) posto in parallelo ad una divinazione delle persone in grado di portare a termine questo cammino. La trasmissione di questo concetto è racchiusa nel titolo "Samaroid Dioramas", palindromo che rappresenta una dicotomia tra la forma e funzione del seme della pianta di samara e i diorami frattali, come per esempio la totale somiglianza tra la struttura dell'atomo e quella del sistema solare. Ovviamente, anche le composizioni musicali riflettono queste strutture prima ancora dei testi, dove spesso è possibile contare numericamente molti rapporti tra le diverse tracce strumentali degli strumenti a corda, sovrapposte alla linea melodica di voce e all'assolo. Oltre al concept, anche l'artwork è stato realizzato interamente da Matteo (chitarrista) e rappresenta il momento di divinazione in quattro diversi landscapes, più volte richiamati all'interno dei testi: il mare, il cielo, la luna, la terra. Ognuno dei 4 artwork contiene un triangolo (2 bianchi e 2 neri) che puntano verso 2 corpi celesti (sole, luna, terra e terra/luna) e i 4 artwork semitrasparenti possono essere sovrapposti per creare diverse connessioni concettuali e combinazioni grafiche.
Musica e immagini: credo che nella vostra proposta le due cose siano fortemente legate. Quali paesaggi possono essere veicolati dal vostro suono? Mi parli di questo rapporto?
Come detto prima, l'aspetto "naturale" è molto legato alla nostra musica, sia da un punto di vista visivo, che di temi trattati nei testi. Abbiamo creato un concept album che si pone come obbiettivo quello di creare un parallelismo tra uomo e universo: era quindi inevitabile (e oserei dire insensato) non servirsi della natura e dei paesaggi che ci circondano per dare una visione concreta di quanto enunciato nei testi. Anche in sede live, curiamo molto l'aspetto visivo della nostra proposta: Stefano Gritti (una delle due new entry della nuova formazione a sei elementi) si occupa, oltre che dei synth, anche dei Live Visual, curando personalmente un nostro impianto luci e visual. Il suo ruolo è a tutti gli effetti uno strumento e come tale, è stato provato, pensato e studiato, di modo che a seconda dei diversi momenti di ogni canzone, le luci, fumo e immagini facciano da cornice e da appagamento visivo a quanto percepito dalle orecchie dell'ascoltatore.
Musicalmente "Samaroid Dioramas" è l'incontro, a mio avviso, tra i Tool ed i Meshuggah in chiave psichedelica. Sei d'accordo con la mia analisi? Tu come descriveresti la vostra musica e/o come ti piacerebbe fosse descritta?
Sicuramente la tua analisi comprende l'unione di due band che seguiamo e stimiamo moltissimo, hai centrato esattamente il concetto di "unicità" di cui parlavo poco sopra, essendo loro arrivati ad un punto in cui ciò che fanno detta stili e crea un trend ad ogni uscita. Sicuramente, anche se i paragoni sono ovvi e necessari per inquadrare a grandi linee una band emergente come noi, ciò che ci inorgoglisce maggiormente è che spesso questi stessi paragoni fungono solo da contorno ad una proposta che viene riconosciuta come già fortemente personale e non facilmente inquadrabile. Pertanto, non ho particolari preferenze su come vorrei che fosse descritta la nostra musica, ma già il fatto che il termine "nostra" sia spesso presente quando si parla di noi è un'ottima cosa!
Al di fuori dei gruppi musicali, da dove traggono ispirazione i Sunpocrisy? Cosa è per voi l'ispirazione?
L'ispirazione per noi è tutto. Ciò che ci accomuna maggiormente è la costante curiosità: chi più chi meno, ci informiamo, cerchiamo e, appunto, curiosiamo in molto campi differenti, siamo molto ricettivi verso ciò che ci circonda. E' solo grazie a questa nostra propensione ad apprendere e approfondire che ha potuto prendere forma un concept come "Samaroid Dioramas", che è stato studiato minuziosamente sotto ogni punto di vista, di modo che musica e testi vadano sempre di pari passo, invogliando l'ascoltatore a "raggiungerci" in questa nostra ricerca e analisi.
L'ascolto del disco è a mio avviso una sorta di viaggio. Dove conduce questo viaggio?
Questo viaggio conduce ovunque l'ascoltatore necessiti di arrivare. Il nostro obiettivo era dare una consapevolezza in merito a certe tematiche, sta al fruitore ritagliarsi un'ora di tempo per addentrarsi in queste 8 canzoni. In realtà, la stessa struttura del disco è uno specchio di come l'individuo ideale si pone verso le tematiche che non conosce: Si passa dalla concretezza e dalla scetticità di "Apophenia", ad una prima presa di coscienza di ciò che ci circonda descritta in "Φ - Phi", passando poi dalla realizzazione che niente sarà più come prima di "Vertex", fino al distacco totale da ciò che era, in favore di una nuova vita e di una nuova consapevolezza interiore, perfettamente descritta nelle 3 canzoni conclusive. Come dicevo prima, ogni cosa è stata pensata nell'ottica di fornire a chi ci segue un universo completo, che passa dalla musica, alle parole, alle immagini, al fine di circondare completamente l'ascoltatore e fargli fruire la nostra musica attraverso diversi livelli di percezione.
"Samaroid Dioramas" è stato autoprodotto. Nel futuro cercherete una collaborazione con qualche etichetta o preferite agire in solitario?
L'autoproduzione è stata per certi versi una necessità. Avevamo bisogno di dare a "Samaroid Dioramas" un' impronta genuina, tentando di distaccarci dalle produzioni molto piatte e asettiche tipiche del metal odierno, ed è questo il motivo per cui abbiamo fatto affidamento a Riccardo Pasini e allo Studio 73 che, come già detto, ha saputo interpretare perfettamente le nostre volontà ed esigenze, consegnandoci un prodotto al tempo stesso professionale ma estremamente personale e identificativo. Nel futuro sicuramente cercheremo l'appoggio di un'etichetta che ci dia una mano, soprattutto per quanto riguarda la distribuzione della nostra musica, ma ti posso sicuramente dire che si cercherà sempre qualcuno che riesca a capire e ad apprezzare ciò che facciamo per come lo facciamo, che non ponga quindi particolari paletti o standard alla nostra musica, ci teniamo a mantenere una certa ricercatezza di suono e di proposta musicale. Vedremo se si muoverà qualcosa!

Nella mia recensione al disco ho parlato di elementi meditativi che si fondono con la furia metallica: se tu dovessi adoperare qualche aggettivo per descrivere la vostra musica, quale sceglieresti e perchè?
Bhe, meditativa è un termine che ci piace molto! La domanda in realtà è molto difficile, abbiamo sentito definire la nostra musica in moltissimi modi diversi che ormai siamo confusi anche noi: Sognante, malata, pesante, difficile, o un semplice "minchia, figata!" che fa sempre piacere! Scherzi a parte, tutti i vari sinonimi di aggressiva, riflessiva, stratificata, ecc. possono andare abbastanza bene per noi!
Nell'era degli mp3, della musica "intangibile" avete scelto addirittura 4 differenti artwork per il supporto fisico dell'album: come mai una scelta di controtendenza come questa?
Semplicemente perchè siamo fatti così. Per "Atman EP" abbiamo fatto 100 copie ognuna con un artwork differente, che per la cronaca era composto da un cartoncino con titoli, ringraziamenti, ecc., la cui copertina erano 100 differenti radiografie ossee, gentilmente concesse da amici e parenti che, a mano e con tanta pazienza, abbiamo tagliato e unito al resto del booklet. Con "Samaroid Dioramas", come hai giustamente notato, abbiamo scelto un artwok di base (quello con il mare e il triangolo nero centrale) e altri 4 artwork interscambiabili, ognuno rappresentante la forma triangolare in diversi contesti. La ricercatezza e minuziosità che ci caratterizza nelle composizioni si è palesata quindi anche nell'artowork, sempre per la scelta di creare un prodotto che avesse una certa continuità, non solo come opera musicale ma anche "artistica". Devo dirti che a nostro avviso il risultato è stato ottimo e siamo felici che anche chi ci segue stia apprezzando questa nostra peculiarità, richiedendo spesso il disco fisico piuttosto che il download digitale (o in parallelo, il che va ancora meglio) e addirittura interessandosi all'ormai vecchio EP.
Come promuoverete l'album?
La promozione dell'album la stiamo gestendo autonomamente, dedicando il nostro tempo libero a contattare addetti ai lavori per ottenere recensioni e interviste (come questa, per la quale vi ringraziamo moltissimo!), mettendoci la faccia e proponendo la nostra musica ovunque e a chiunque. Devo dire che per ora i responsi sono veramente sorprendenti, il che ci rende estremamente felici e ancora più fieri di ciò che abbiamo fatto con questo disco. Anche l'attività live di promozione dell'album, seppure in questo momento un attimo ferma, è stata buona, ma continuiamo a cercare di suonare il più possibile, abbiamo ancora tantissima strada da fare e la chiave per continuare è sicuramente fare live su live, girare più possibile. Ci mettiamo tutto l'impegno possibile, e qualche frutto lo si raccoglie!
Le ultime parole famose...
Visto che siamo alla fine, è doveroso ringraziare lo staff di Metal.it per l'occasione concessaci e per la bellissima recensione al nostro album, un salutone ai lettori, ai quali ricordiamo che se ci volete seguire, ci trovate su tutti i principali social network e portali quali Facebook, Twitter, Bandcamp, ecc., abbiamo attivato anche la pagina Bigcartel dove poter acquistare la copia fisica si "Samaroid Dioramas" e il merchandise. Ringraziamo anticipatamente tutti coloro che condivideranno e diffonderanno la nostra musica attraverso più canali possibili, siamo fermamente convinti che il passaparola sia un'arma assolutamente vincente. A risentirci presto, grazie ancora!

Facebook - http://facebook.com/sunpocrisy

Bandcamp - http://sunpocrisy.bandcamp.com

Youtube - http://youtube.com/user/sunpocrisy

Bigcartel - http://sunpocrisy.bigcartel.com

Soundcloud - http://soundcloud.com/sunpocrisy

Intervista a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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