TNT: addio alle armi … e alle follie!

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Sono un grande ammiratore di Tony Mills fin dai tempi degli Shy (ma mi piace ricordare in questa sede anche gli ottimi Siam, dove il nostro offriva una grande prova in pieno carattere Tate-docet …) e saperlo completamente ristabilito dopo l’attacco cardiaco che l’ha colpito la scorsa estate, non può che essere la prima buona notizia.
La seconda è costatare che il suo attuale mezzo d’espressione artistica, i TNT, sembrano “rinsaviti” e, abbandonate le “eccentricità” di “New Territory”e di “Atlantis”, hanno deciso di tornare a produrre musica raffinata, potente e anche creativa, senza per questo affidarsi a stramberie ammiccanti il pop più scialbo e molesto.
“A Farewell To Arms” sembra, dunque, riportare la band su territori più congeniali, recuperando quella fertile vena compositiva francamente data per irrimediabilmente esaurita, e se è vero, come ci ha confidato il buon Mills nelle righe che state per leggere, che un processo compositivo maggiormente “democratico” è il vero “segreto” dell’attuale modus operandi dei TNT e che questo sarà riproposto (magari pure con una forma di naturale consolidazione) anche in futuro, c’è sicuramente di che alimentare la nostra attesa di TNT-fans, finalmente rinfrancati dopo un “duro” periodo di cocenti delusioni.

Ciao Tony! Grazie per aver trovato un po’ di tempo da dedicarci e benvenuto sulla nostra webzine!
Grazie a voi, è un piacere “essere” qui!
Prima di tutto parliamo brevemente della tua salute, come stai?
Ora sto bene, grazie. Ho recuperato in pieno dall’attacco cardiaco patito ad agosto del 2010 e ultimamente ho intrapreso un tour di notevole successo senza problemi.
Meno male. Ora possiamo passare tranquillamente a parlare del nuovo disco … esponi ai fans dei TNT quali sono dal tuo punto di vista le principali caratteristiche di “A Farewell To Arms”!
Si tratta senza dubbio di un netto ritorno della band alle sue radici rock n’ roll, le canzoni sono avvedute e decise, melodiche e mixate in modo da ottenere un suono pieno e corposo. Abbiamo ottenuto esattamente quanto c’eravamo ripromessi per quanto riguarda il formato dei brani e per quanto riguarda l’intera direzione musicale del disco, da valutare molto più “mainstream” (! n.d.a.), se confrontata con il recente passato.
Ad essere completamente onesto ero rimasto parecchio “perplesso” dal nuovo corso artistico della band evidenziato in “New Territory” e “Atlantis”, mentre effettivamente considero "A Farewell To Arms" un buon disco in cui il passato “glorioso” della band viene recuperato con una certa creatività e freschezza. In ogni caso, questo “ritorno al passato” mi ha un po’ sorpreso. Come spieghi questa scelta?
Quando Tony Harnell lasciò i TNT e contemporaneamente io mi unii alla band, Ronni Le Tekro recuperò un sacco d’idee che, per varie ragioni, aveva lasciato da parte e che non aveva avuto l’opportunità di utilizzare. Molte di queste intuizioni individuali hanno trovato una collocazione e si sono concretizzate nei primi due album che ho cantato con il gruppo, mentre stavolta si è trattato di uno sforzo condiviso, di un lavoro in team, molto di più di quanto accaduto in quei dischi. Ronni ha composto delle granitiche linee chitarristiche ed io mi sono occupato delle tracce vocali, mantenendo melodia e risolutezza. La cosa ha funzionato davvero bene e questa sarà una formula che useremo sicuramente di nuovo anche in futuro.
Quanto tempo avete impiegato per la stesura del materiale contenuto nell’albo?
La musica è stata scritta in circa otto mesi, tra Spagna e Norvegia, dopo di che c’è stato il mio lavoro sulle parti vocali e il disco è stato completato in tre settimane. E’stato poi masterizzato da Tommy Hansen a Copenhagen.
Il titolo del disco e anche l’artwork che lo contraddistingue sono abbastanza particolari. Ti va di spiegarci cosa si “nasconde” dietro a questa scelta? Ci sono dei legami tra questi aspetti e i contenuti lirici del Cd?
Il titolo di questo disco è stato in realtà deciso da Ronni Le Tekro proprio nel momento in cui ho avuto i miei problemi di salute, durante la scorsa estate. Riguardava i suoi pensieri sulla possibilità che si trattasse dell’ultimo disco dei TNT. Poteva essere davvero un addio. Devi sapere, però, che l’albo ha due titoli e due artwork differenti a seconda dei paesi in cui è pubblicato. Dopo il mio ristabilimento, alcune “nazioni” non erano soddisfatte del titolo, pensando che fosse troppo “hippy”. Volevano qualcosa di più esplosivo ed è per questo che è stato rinominato “ENGINE” (in Scandinavia n.d.a.), a loro beneficio.
Ritornando alla versione del Cd oggetto della domanda, nel suo artwork c’è evidentemente una relazione con l’idea che dopo tanta guerra, ci deve essere finalmente la pace.
Per quanto riguarda i testi, non c’è un unico filo conduttore, i soggetti trattati sono vari come la musica contenuta nel disco e passano dalla libertà alla prostituzione, dal potere alla sopravvivenza, toccando anche temi come il suicidio inconsapevole, il maschilismo e cose come il destino e la consolazione.
Ci hai parlato di un’attività di gruppo per la fase di stesura del disco, ora sono curioso di sapere se la registrazione si è svolta tramite sessioni individuali o attraverso una fase di lavoro simultanea, un po’ alla “vecchia maniera” …
Ho lavorato per conto mio su alcune delle tracce in Inghilterra, ma solo per una o due demo. La registrazione finale del disco si è tenuta ad Oslo, nell’estate 2010, quando eravamo tutti insieme.
Ora vediamo se riesco a farmi “detestare” anche da te con una domanda che normalmente gli artisti non amano … Quali sono i pezzi che ritieni maggiormente rappresentativi del nuovo disco e perché?
OK. Non c’è nessun problema. Le canzoni più significative e forti del disco sono, per quanto mi riguarda: “Refugee”, “Take It Like A Man Woman”, “Engine” e “Ship In The Night”.
Questi brani sono estremamente indicativi della direzione intrapresa dal gruppo e rappresentano la giusta quantità di melodia e potenza, che sono i veri punti di forza dei TNT.
La separazione con Tony Harnell è stata inevitabilmente un piccolo “shock” per i tanti fans dei TNT, ma credo che tu sia davvero un grande cantante e uno dei pochi a poter sostenere adeguatamente un impegno così sfidante. Come sta andando il processo di conquista degli storici sostenitori del gruppo? Credi che oggi, dopo tre dischi, il ricordo di Mr. Harnell sia un po’ meno vivido nei loro pensieri?
Beh, innanzi tutto, ti ringrazio!!
Non penso sia possibile per i nostri fans dimenticare Tony Harnell. Ha impresso il suo stile nel catalogo passato del gruppo ed ha lasciato molti bei ricordi nella gente che ama la band.
All’inizio, nel 2006, quando Tony se n’è andato ed io l’ho sostituito, è stata davvero un po’ dura, perché è indubbio che il gruppo abbia perso alcuni fans a causa dei cambiamenti ma oggi i concerti sono sempre affollati e anche la base dei sostenitori è cresciuta notevolmente, con un incremento, negli ultimi cinque anni, della sua parte più “giovane”. I tempi cambiano …
State suonando dal vivo per promuovere “A Farewell To Arms”? Vi vedremo anche in Italia?

Il tour è già iniziato in Scandinavia e abbiamo l’intenzione di estenderlo durante l'anno a tutta l'Europa continentale.
Qual è la tua opinione sull’attuale stato di “salute” del rock? Quali ritieni sia stato l’evento più “sconvolgente” in quest’ambito negli ultimi anni?

E 'difficile commentare la scena rock nel suo complesso, perché è così diversa e variegata, soprattutto nei territori “alternativi”. Tutto quello che posso dire da un punto di vista personale, è che il mercato scandinavo è più vivace rispetto al mercato britannico.
Le più grandi “scosse” nel nostro “mondo”, sono state il grunge, che ha sconvolto la scena negli anni '90, e il crollo massiccio di molte case discografiche nazionali dopo le spese eccessive e dissennate negli anni 80.
E’ stato un cambiamento radicale, che ci ha coinvolto profondamente, ha trasformato il mercato e la struttura del business musicale, in modo che dopo non sarebbe mai più stata la stessa cosa.
E’ stato inevitabilmente necessario sviluppare un’enorme rete di sicurezza, quando internet è stato implementato per sostenere l'intero business e guidarlo in direzioni nuove e in precedenza mai utilizzate.
La tua carriera è piuttosto corposa e ricca di collaborazioni e soddisfazioni, ma se ti venisse data la possibilità di “congelare” un momento particolare della tua storia artistica e riviverlo, quale sarebbe e perché?
La mia scelta ricadrebbe sicuramente sull’esibizione con Mick Ronson e Ian Hunter nel 1990, durante i loro spettacoli europei, quando mi fu chiesto di unirmi a loro sul palco e cantare due canzoni del concerto finale di quel tour. Sono sempre stati entrambi miei eroi personali e dopo una settimana purtroppo Mick morì sconfitto dal cancro.
Qual è la tua massima aspirazione come uomo e come musicista? Qual è la tua idea della parola “successo”?
Certamente non ha a che fare con il denaro.
I miei successi personali si realizzano quando riesco a creare delle canzoni migliori di quanto mi sarei aspettato. Per me è veramente vitale il bisogno di esercitare questa forma d’arte a me congeniale e riuscire a produrre qualcosa che sia anche superiore a quanto mi sarei immaginato all’inizio. E’ questo che riesce a farmi sorridere nel nostro difficile business.
Abbiamo finito. Grazie ancora e, come da nostra “antica” tradizione, ti chiedo di congedarti con un commento indirizzato ai vostri fans italiani …
Anche se mi sembra che sia già da un po’ che i TNT non suonano in Italia, sicuramente non da quando c’è stato il mio ingresso nella band nel 2006, questo non significa che non abbiamo intenzione di esibirci da voi quest’anno, perché l’intenzione da parte nostra c’è tutta. Se il “clima” finanziario sarà favorevole e i tasselli organizzativi troveranno la giusta collocazione, per i TNT sarà un enorme piacere esibirsi sui palchi italiani nel prossimo futuro! Aspettateci!
Intervista a cura di Marco Aimasso

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