Prime Suspect: colpevoli!

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Proprio così … la sentenza è ufficiale: i Prime Suspect non sono più solo degli "indiziati", come farebbe presagire il loro nome (ma se continuate a leggere scoprirete anche i veri motivi di tale scelta!) … ormai la responsabilità è conclamata … il loro disco d’esordio è un lavoro “reo” di enorme spessore espressivo ed emotivo.
La sensazione che la “crescita” del prodotto sarebbe proseguita anche dopo le reiterate sessioni d’ascolto necessarie ad una disamina minuziosa ed esaustiva (come tutte quelle che trovate su Metal.it, del resto!) si era già manifestata piuttosto chiaramente, ma oggi, a distanza di qualche settimana da quelle intense “sedute” non si può che confermare la qualità abbastanza rara di un songwriting magari non esattamente “esplosivo” eppure estremamente affascinante, capace di far sentire tutti i suoi benefici effetti infettivi ed empatici proprio sulla lunga distanza.
Daniele Liverani (già “agitatore” di Khymera, Twinspirits, Empty Tremor, Genius, …), ormai autentico “notabile” del rock made in Italy, è il nostro affabile interlocutore per un opportuno confronto sui dettagli della gratificante “imputazione” …

Iniziamo con un caloroso benvenuto sulle “pagine” di Metal.it e con i dovuti ringraziamenti per la disponibilità mostrata … Poi, raccontaci come nasce il “progetto” Prime Suspect …
Grazie a voi per il supporto e l'interesse per l'intervista! Beh diciamo che l'esperienza con i Khymera ci ha permesso di metterci alla prova con un songwriting di grande qualità come quello dei fratelli Martin e di affrontare un genere, per quanto mi riguarda, mai affrontato prima, sia a livello di musicista che a livello di produttore.
I Prime Suspect nascono, quindi, come un'evoluzione, in quanto è nata in me l'esigenza di provare a scrivere brani originali in questo stile, che dopo 3 album con i Khymera, è entrato nel mio DNA.
Sicuramente ci sono delle differenze rispetto al songwriting Khymera, perchè in definitiva ogni artista quando scrive mette qualcosa che lo identifica, e nel mio caso sicuramente le mie esperienze passate hanno un respiro che abbracciano anche stili più progressivi e sperimentali.
Da qui la decisione di creare un nuovo moniker e un nuovo percorso musicale che marcasse l'inizio di qualcosa di diverso, anche se nello stesso filone. È stato comunque un viaggio interessantissimo e molto emozionante; costruire brani semplici, stilisticamente puliti e appartenenti al filone melodic rock, ma con un flavour talvolta più progressivo e sperimentale è stata una sfida che mi ha entusiasmato moltissimo. Il nocciolo della line-up rimane comunque il trio che da tanti anni lavora assieme ... io, Dario Ciccioni e Tommy Ermolli. Sono musicisti che stimo moltissimo e con i quali ho concretizzato oramai tanti progetti/album. Abbiamo poi cercato una voce che potesse essere adatta alle songs, in termini di espressività, estensione e genere, e Olaf Senkbeil dei Dreamtide ci è sembrato perfetto, e fortunatamente si è interessato al progetto. Abbiamo poi completato la band con un grande bassista, Mauro Catellani, già apparso su Frontiers Records con il progetto Headrush, un musicista di grande musicalità, groove e talento.
Ho parlato di progetto … togliamoci il “dente” immediatamente … la considerate effettivamente una situazione “estemporanea” nella vostra ricca carriera di musicisti o c’è qualcosa di più, compreso magari un contatto diretto con il pubblico durante una “doverosa” l’attività live?
È qualcosa che stiamo cercando di realizzare … se arriveranno opportunità adeguate sicuramente saremo pronti a portare live i Prime Suspect.
Da cosa deriva questo monicker? Avete tratto ispirazione dal telefilm poliziesco inglese o l’avete scelto perché vi sentite tra i “principali sospettati” di un nuovo benefico attentato alle nostre coronarie di AOR maniacs?
He He, non vorremmo essere causa di nessun attacco coronarico. Scherzi a parte, la cover è stata concepita per esprimere una sensazione di "pericolo incombente", concetto che aleggia un po' in tutti i brani e sintetizza un po' le tematiche di tutte le canzoni contenute nell'album … non c'è nessuna connessione con il telefilm poliziesco inglese.
La presenza contemporanea di Liverani, Ermolli e Ciccioni non può che far venire in mente i favolosi Khymera (e pure i Twinspirits, ma l’ambito musicale qui è diverso …). E’ un tema che hai già toccato, ma che vorrei approfondire ulteriormente … in che cosa i Prime Suspect si differenziano da quell’esperienza? Sentite le due situazioni artistiche legate da un comune filo conduttore?
Beh si, come ho già detto prima, i Prime Suspect possono essere considerati come un'evoluzione dell'esperienza Khymera. Le principali differenze sono sicuramente da riscontrare nel songwriting e nell'approccio vocale dei brani a mio parere, che sono comunque AOR, ma con una punta di contaminazione di altri generi che abbiamo affrontato in tutte le nostre esperienze.
C'è un filo conduttore comunque, è innegabile.
Cosa ci puoi raccontare in merito alla stesura dei brani di “Prime Suspect”? Mi sembra che un nome illustre della scena abbia contribuito fattivamente al processo …
Di base i brani li ho scritti quasi tutti io, ma tramite i ragazzi di Frontiers Records, abbiamo pensato di inserire un paio di brani di Christian (Wolff … On The Rise, Johnny Lima, Mecca, … n.d.a.) nel disco per completare la track-list, quindi il contatto è arrivato grazie alla label. Ci sono piaciuti da subito … sono “What do you want” e “It could've been you”. Christian è un grande songwriter, e queste due songs ci sono sembrate molto adatte per completare il disco e dare una ventata di varietà alla track-list.
Personalmente considero il disco un gioiellino d’intensità, eleganza e magniloquenza (fedele ai “sacri dogmi”, ma anche abbastanza personale) che cresce molto con gli ascolti, una cosa non così “comune” nel genere. Per me è ovviamente una nota di merito, ma credo che possa anche farvi “rischiare” di non conquistare l’attenzione che meritate, vista l’agguerrita concorrenza (anche “interna” alla vs. etichetta!) e la “distrazione” di un pubblico sempre più “superficiale”. Cosa ne pensi?
Credo che si debba fare musica cercando di essere spontanei, in qualsiasi genere uno si cimenti. Non siamo preoccupati di rischi o questioni inerenti alla fruibilità immediata del prodotto, è molto difficile trovare regole oggigiorno in questi aspetti, è tutto molto discutibile e soggettivo.
Abbiamo fatto un disco con la massima qualità che potevamo offrire cercando di scrivere brani accattivanti, coerenti con il genere AOR, ma anche originali, per fare qualcosa di ispirato e autentico, speriamo che questo sia percepibile dai fans, tutto qua.
Anche l’artwork del disco è molto intrigante e raffinato … Avete contribuito direttamente alle valutazioni “estetiche” del Cd?
L'artwork è stato realizzato dall'artista Nello Dell'Omo, gli abbiamo dato massima libertà devo dire, una volta stabilite le direttive di concetto si è espresso in maniera libera, credo che sia la cosa migliore per avere un ottimo risultato.
Ho apprezzato molto la scelta di Olaf Senkbeil, che con la sua affascinante laringe illumina e completa eccellenti composizioni … Come si è realizzata questa brillante liaison italo-tedesca?

Avevamo bisogno di un vocalist versatile con un ampio range a livello di estensione che avesse comunque un’ottima musicalità e spontaneità, e discutendone anche con i ragazzi di Frontiers, Olaf Senkbeil ci è sembrato essere un'ottima soluzione a queste esigenze.
Devo dire che Olaf inoltre ha dato un buon apporto a livello di arrangiamento. Come ti ho già detto, le songs sono state realizzate da me in toto, tranne le due di Christian, in pre-produzione, mi sono cimentato anche al canto per fissare le idee, e devo dire che per comporre melodic rock è stato un metodo vincente a mio avviso, partire cioè spesso da un ritornello, completarlo con le backing vocals e di lì costruire la song. Le mie parti vocali sono state poi “digerite” e rielaborate da Olaf con grande maestria, e ri-arrangiate ove necessario, ma devo dire che ha mantenuto il feel dei pezzi originali, pur aggiungendo una vastità di arrangiamenti, colori e credibilità vocale.
È stato molto piacevole sentire il risultato finale sugli embrioni da me fissati in pre-produzione.
Parlando di canzoni, ti propongo per una volta di sovvertire il consueto cliché della segnalazione di quelle maggiormente “rappresentative” del vs. stile … dimmi, invece, se ritenete, a cose fatte, il programma del disco completamente soddisfacente o se vi siete eventualmente “pentiti” di qualcuno dei brani inseriti, “meritevole” di essere sostituito magari con una bella cover, una soluzione sempre abbastanza “premiante” …
Direi che al momento non c'è nessun pezzo che ci dà questa sensazione, magari tra qualche tempo … col senno di poi sicuramente accadrà. Se dovessi proprio nominare una song che reputo leggermente di “riempimento” forse menzionerei "Watch me", ma comunque non siamo realmente pentiti di nessuna delle canzoni, allo stato attuale.
L’AOR e il rock melodico in generale sono stati per anni una sorta di vero “tabù” per i gruppi italiani, mentre recentemente (magari con qualche aiutino “forestiero”, come nel vostro caso) il genere sembra aver acquisito una certa credibilità e statura internazionale … Come ti spieghi questa bellissima “inversione di tendenza”?

Io credo che una label come Frontiers Records possa aver dato una svolta a questa situazione, dando possibilità di esprimersi e di farsi conoscere a band italiane a livello internazionale. Credo che Frontiers abbia avuto un ruolo determinante in questa acquisizione di credibilità internazionale per bands italiane. Poi sicuramente, di fronte a queste possibilità concrete di esprimersi, molti artisti italiani sono riusciti a catalizzare le loro qualità ed il loro talento e creare ottimi lavori, e questo è sicuramente un altro aspetto importante che ha contribuito a smuovere le acque.
In passato arrivare alla pubblicazione di un disco era decisamente più difficile, così come non era agevole nemmeno farsi conoscere attraverso altri canali che non fossero una magari altrettanto “laboriosa” attività dal vivo … Oggi, grazie all’evoluzione tecnologica e a internet tutto “sembra” diventato semplice, moltiplicando l’offerta, le possibilità e forse anche la “confusione” … Che rapporto hai con la “tecnologia” applicata alla musica e con la Rete come mezzo di divulgazione?
Credo che l'avvento di internet abbia rivoluzionato tutto, alcune cose in bene altre in male. A mio parere oggi ci sono troppe release e questo porta ad uno stato confusionale ed ad un’inflazione del mercato, ma d'altra parte tutti possono avere una possibilità di essere ascoltati tramite la rete e questo è positivo … difficile dire se sono più i pro o più i contro. Personalmente ho un ottimo rapporto con la tecnologia, mi ha permesso di realizzare progetti altrimenti non concretizzabili.
Diciamo che la tecnologia attualmente sta fornendo i mezzi per arrivare a produzioni eccellenti senza un grosso sforzo "autentico" dei musicisti … oggigiorno si possono fare miracoli in studio, ma poi live si vedono le band che veramente meritano ed hanno lavorato concretamente su playing reale e consistente. La tecnologia, quindi, deve essere utilizzata con parsimonia, cercando di dare sempre priorità alla vera e autentica espressione del musicista, che è quella che poi dà il carattere e lo stile alla musica.
Siamo arrivati “all’immancabile” sondaggio … dimmi i tre dischi più importanti della tua “vita” …
Direi: Dream/Theater “Images and words”, Van Halen “I”, AC/DC “Back in black”
Siamo alla fine … grazie ancora, lascia un messaggio per i nostri lettori e convincili a comprare la prima fatica dei Prime Suspect!
Grazie per lo spazio che ci avete concesso, un saluto a tutti i lettori di metal.it, il nostro messaggio è "ascoltate e se vi piace supportateci"!!! Un augurio di un buon 2011 a tutti!
Intervista a cura di Marco Aimasso

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