Derdian: lunga vita al symphonic power metal!

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Gruppo:Derdian

Freschi di pubblicazione dell’ennesimo, convincente, album, gli italianissimi Derdian si raccontano a metal.it attraverso le parole del singer, Joe Caggianelli

Ciao Joe e benvenuto sulle pagine di metal.it! Innanzitutto, complimenti davvero per il nuovo album, che ho avuto il piacere di recensire pochi giorni fa. Una prima domanda è d’obbligo: rappresenta la fine di una trilogia oppure ci saranno in futuro nuovi capitoli della “New Era”?
JC: “Ciao a tutti! Il piacere è nostro visto che metal.it è un riferimento per tutti noi amanti del genere! Guarda, cosi su due piedi ti posso dire che l’intenzione attuale della band è chiudere la trilogia di New Era...però è chiaro che non posso prevedere il futuro!! Eheh”
I testi dei Derdian sono basati, se non sbaglio, su una saga creata da voi. Ci fai un piccolo riassunto delle puntate precedenti e ci racconti cosa succede in questo nuovo capitolo?
JC: “La saga narra le vicende della città di Derdian che, nel corso della storia, si espanderà fino ad arrivare a diventare un regno. La saga ruota attorno ad alcuni personaggi chiave molto epici come Throglor, un guerriero che diventera’ dio e Golstar, l’eroe del “bene” per antonomasia. Nella storia potete ritrovare i classici ingredienti tipici del fantasy “tolkieniano” come battaglie, sortilegi, cittadelle da espugnare, viaggi epici, e l’infinita lotta tra bene e male che, in questo terzo capitolo, terminerà con l’apocalisse finale di Derdian, nella quale gli dei giocheranno un ruolo fondamentale decidendo le sorti del regno e del suo popolo, sorti non proprio positive…direi che non c’è il classico happy end. Comunque la storia è interamente online per chi volesse andare a leggersela.”
Ho recensito il disco senza avere a disposizione il booklet completo, purtroppo, quindi mi sono perso questa informazione. Ma, dato che ho apprezzato veramente parecchio la ballad Forevermore, potresti rivelarci chi è l’ospite che avete scelto alla voce?
JC: “Ah bene! Ti ringrazio subito perchè anche noi siamo orgogliosi di questo pezzo. L’ospite comunque è Lisy Stefanoni, cantante di vari progetti. La sua “creatura”, gli Evenoire sono una band gothic di Cremona, molto bravi: te li consiglio! Lei è fantastica, sono stato io a cercarla e, fortunatamente, le siamo piaciuti e ha accettato di collaborare con noi, tanto che adesso quando è libera partecipa anche ai nostri live ed è diventata anche una cara amica!”
La cosa che più mi ha fatto piacere, ascoltando il vostro disco, è l’assoluta fedeltà a un sound che, con il passare degli anni, è stato invece abbandonato da diverse band. Passata l’euforia per il power metal a cavallo tra gli anni ‘90 e 2000, come giudichi la scena attuale?
JC: “Mah...difficile dare giudizi cosi ampi. Se è vero che a livello di grosse vendite sono le band storiche che muovono un genere, secondo me non è cosi vero se si pensa ad un movimento musicale in maniera generale. Il fatto è che penso che nel sottosuolo di un genere musicale come può essere il power ci sono un’infinità di band che non hanno nome, soldi e fama, ma che sfornano grandi lavori da anni e che ti posso assicurare che gli amanti del genere, come il sottoscritto, seguono molto. Il fatto che si tenda a dire che un genere sia morto quando le band di più alto livello (che per tutti identificano il genere stesso) non fanno dischi o fanno dischi non di rilievo per un po’ di anni è assolutamente sbagliato! E’ vero che le vendite contano, ma a mio modesto modo di vedere non si può ridurre tutto alle vendite ed è scontato che se le case discografiche non investono su band emergenti saranno sempre le solite e storiche band a definire le mode e gli andamenti del mercato dei vari generi: per quanto mi riguarda posso affermare che il power sinfonico non e’ mai morto!”
Ci sono secondo te nuove realtà veramente interessanti?
JC: “Sì, certo, assolutamente e continuamente! Anche in Italia abbiamo tantissime band, anche molto giovani, che meriterebbero diversi palcoscenici rispetto a quelli che calcano, ma che non arrivano al grosso pubblico e fanno fatica: per esempio cambiando genere prima ti ho parlato degli Evenoire, prova a sentirli!”
Grazie al progetto Derdian, ormai direi più che noto a tutti gli amanti del genere, riuscite a vivere di musica oppure dovete ancora fare altri lavori?
JC: “No, no, guarda, noi lavoriamo tutti! Io faccio il programmatore, poi abbiamo un grafico, un sistemista, un impiegato di banca, ecc…dura la vita, eh?”
Quali sono le band che più hanno influenzato la nascita e lo sviluppo della vostra proposta musicale? E quali sono invece le band che più ascoltate nella vita privata? Sempre tutti fedeli alla linea oppure spaziate anche tra diversi generi?
JC: “Ovviamente è chiaro ed innegabile quali siano le nostre influenze per quanto riguarda il nostro orientamento musicale (Rhapsody, Stratovarius, Helloween, ecc...). Ovviamente poi ognuno di noi ha un background musicale tutto suo. Devo dire, che nei nostri ascolti troviamo un po’ di tutto sia nel metal, dove spaziamo dai Deicide ai Royal Hunt, sia al di fuori di esso. Per quanto mi riguarda ovvio che ascolto chili e chili di power e symphonic, eheh! I miei top comunque sono i Symphony X, i Rhapsody, Rob Rock, il Malmsteen dei bei tempi, Royal Hunt, Stryper: ce ne sono veramente un casino. Di altri generi penso che non esisterà mai un gruppo e un cantante come lo sono stati i Queen e Freddie Mercury. Altri ascolti invece…beh, ascolto un po’ di tutto: dai Duran Duran a Francesco Renga, dai Depeche Mode ai Nirvana, arrivando all’opera che la mia insegnante mi ha imposto per gli studi che faccio con lei…(eheheh, grazie Bea!). Vero è che in percentuale, comunque, ascolto all’80% metal e hard rock!”
Ormai siete presenti sulla scena da diversi anni. Secondo te, a livello di locali, etichette, musicisti, come sono cambiate le cose negli ultimi anni?
JC: “Eh hai ragione: il primo concerto l’ho fatto che avevo 15 anni, ora ne ho 32, ne e’ passato di tempo! Ti posso dire cosa non è cambiato, almeno qui in Italia: se fai un genere che si chiama symphonic power metal e vuoi proporre i tuoi dischi è un casino suonare ed è un casino far venire tanta gente ai concerti! Se hai un tributo a Ligabue suoni sempre e in locali pieni: questo è il riassunto della storia, purtroppo...Le etichette (noi ne abbiamo cambiate 2 in 3 dischi) per i live se ne lavano le mani. Le agenzie...mmm…diciamo che ci sono 10 stronzi ogni 12 che ti propongono qualcosa. Ne abbiamo provate di ogni: quest’anno speriamo che Trevor (dei Sadist) riesca a fare qualcosa per noi (ci siamo affidati anche a lui per cercare di fare qualche live in più). Lui è una persona seria, ha un nome ed esperienza, che è quello che ci vuole, anche se a volte neanche questo basta! Probabilmente anche noi non siamo stati negli anni i migliori manager per noi stessi e magari non sappiamo venderci al meglio; è anche vero che lavorando non abbiamo tutto questo tempo da spendere per cercare date, organizzare tour e promuoverci, visto che già fare musica di certo livello ti porta via molto del tempo libero a disposizione. Comunque è tosta ragazzi!”
Cosa ne pensi del fenomeno internet/file sharing, ecc...? Secondo te danneggia irreparabilmente la musica oppure è soltanto un nuovo mezzo per farsi conoscere?
JC: “Secondo me sicuramente un minimo di danno per chi deve emergere viene fatto: basti pensare che ovviamente se vendi pochi dischi la casa discografica magari non ti rinnova ed è difficile emergere. Vero è che però cosi la musica gira molto velocemente e per ogni persona che ha comprato New Era, probabilmente ce ne saranno 10/20 che lo ascoltano. Bisogna vedere qual è il confine dei pro rispetto ai contro: sicuramente se scarichi il Black Album dei Metallica non fai tutto questo danno!”
Quali sono i progetti per il prossimo futuro? Avete già programmato un tour di supporto al disco? Oppure ci sono in vista date come spalla di band importanti?
JC: “Purtroppo, come ti ho scritto sopra, facciamo fatica ad organizzare concerti e tour e quant’altro: ci proviamo con Trevor quest’anno e vediamo se va in porto qualcosa, perché per il resto la vedo grigia se non cambiano le cose…”
Se dovessi immaginare ora come suonerà il prossimo album dei Derdian, cosa potresti dirci?
JC: “Mmm…è forse troppo presto. Ti posso dire che stiamo lavorando a qualche pezzo nuovo. Voglio aggiungere che qui nei Derdian non stabiliamo prima di comporre che tipo di disco dobbiamo fare: ci vengono delle idee che diventano canzoni primordiali, poi se il pezzo piace lo si lavora fino a portarlo ad essere un pezzo dei Derdian, altrimenti lo si butta. Questo e’ quanto. Sicuramente volendoci sempre migliorare e imparando dagli errori fatti nei vari anni faremo di tutto per fare un disco completo, con belle songs e che suoni sempre meglio rispetto ai tre già fatti!”
In chiusura, a te uno spazio per salutare come preferisci i lettori di metal.it!
JC: “Ringrazio la redazione per lo spazio, ringrazio chi ci segue e chi ci seguirà! Spero vivamente che la situazione almeno in Italia cambi e che venga data una possibilità in più anche a band emergenti (e non parlo di noi!). Spero che si inizi a rischiare qualcosa e che non si vada sempre sul sicuro, se no non cambierà mai nulla! Per il resto, stay metal!!!”
Intervista a cura di Alessandro Quero

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