Master - Paul Speckmann: death metal guru

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Dopo il micidiale concerto tenuto all’Oddly Shed di Caserta abbiamo incontrato Paul Speckmann nel backstage del locale per scambiare quattro chiacchiere. Avevo già avuto modo qualche anno fa di intervistarlo, e devo dire che l’impressione avuta allora è stata assolutamente confermata anche questa volta. Paul oltre ad essere una persona disponibilissima è anche uno che crede davvero in quello che fa, che ha delle idee ben precise e che da anni si sbatte per portarle avanti. Grandissimo esempio di coerenza e appartenenza alla scena, cose che molti suoi colleghi ben più famosi hanno ormai perso da tempo. Tutto questo è Paul Speckmann, e questo è il resoconto della nostra chiacchierata…

Ciao Paul, e bentornato qui in Campania… L’ultima volta che ci vedemmo qualche anno fa mi dicesti che stavi componendo il materiale per il nuovo album. Beh, eccolo qui “The human machine”, fresco di pubblicazione…
Sì, hai ragione, all’epoca i brani dell’album erano già tutti praticamente pronti, ma ero troppo impegnato per registrarli. Eravamo in tour, 34 date in Europa, 21 date in America e 4 show in Brasile, e nell’intervallo tra quei tour ero comunque in giro come merchandiser per qualche band. Per fortuna alla fine dello scorso anno ho trovato il tempo per entrare in studio, ed ora “The human machine” è diventato una realtà, grazie anche al lavoro dei ragazzi della Pulverised Records.
Un’ottima realtà, aggiungerei, visto che si tratta di un disco micidiale… Il tuo ultimo e unico album solista, invece, risale addirittura al 2001. Pensi ci sia la possibilità di poterne ascoltare uno nuovo nei prossimi anni?
No, l’unico motivo per cui quell’album è uscito è perché non era piaciuto alla Nuclear Blast, non poteva essere realizzato come original Master, il suono era più pulito e più thrashy, qualche magazine disse che l’album era più maturo, quindi non poteva essere realizzato come un album dei Master. È per questo che alla fine è uscito come Speckmann Project, perché non potevo certo buttarlo nell’immondizia, registrare la batteria è costato 5.000 dollari… e comunque a qualcuno è piaciuto…
Ho visto sul vostro MySpace che come al solito sarete impegnati in un estenuante tour di diversi mesi. Dove trovi, dopo venticinque anni di carriera, ancora la voglia e la forza per fare tutte queste date dal vivo?
Dove trovo le forze? Non lo so! Qualcosa nel profondo del mio corpo. Sono già diversi giorni che siamo in tour e fin’ora sta andando tutto bene. Stasera c’è un bravo ingegnere del suono e se ce ne fosse uno ogni sera non avrei mai problemi con la mia voce. È tutto più complicato quando si è nell’underground. Band che hanno maggior successo hanno un ingegnere del suono, grandi hotel, un tour bus con 21 persone che li aiutano. Ma io sono nell’underground…
Tu sei, appunto, un’istituzione del mondo metal underground, e di quello death in particolare. Vorrei sapere qual è la visione di Paul Speckmann di questi due mondi nel 2010…
Sono felice che la gente supporta ancora il metal e la scena nel 2010. Oggi vado in tour con molte band e queste usano riff di Master, Slayer o Motorhead, riconosco questi riff ed è bello. Però la nuova generazione è molto concertata su quanti più riff può fare in un minuto e la cosa fa perdere energia… io voglio sentire l’energia! Ci sono molti musicisti talentuosi ma non c’è feeling nella loro musica. Il motivo per cui sono con i Master è per avere questo feeling, non siamo tra i più tecnici al mondo, non vogliamo esserlo e non ci importa. Se voglio ascoltare musica tecnica ascolto i vecchi Rush! Ma questo è metal, o death metal, e per me il metal è semplice e di effetto. Questa è solo la mia opinione naturalmente…
Cosa ne pensi delle altre band che sono in tour con te?
Mi piacciono. Sfortunatamente per i Destroy The Opposition, che hanno uno stile più moderno, questo probabilmente non è un buon tour package, ma penso che siano comunque una buona band. Anche i Sacrifical Slaughter e i Potential Threat SF sono interessanti, siamo stati insieme solo qualche giorno però sono bravi. La cosa più importante è avere brava gente sul tour bus, bere e stare bene insieme.
Una piccola parentesi extra musicale… Hai abbandonato gli States, qualche anno fa, per divergenze con il pensiero di Bush. Ora che da un anno e mezzo non è più presidente pensi di tornarci?

Sì, andrò negli Stati Uniti in tour. Però vivo in Repubblica Ceca, ho una casa, sono sposato e vivrò lì per il resto della mia vita. Mi piace visitare l’America, ma solo in tour, perché guadagno bene lì e questo è l’unico motivo.
E qual è, invece, la tua opinione sull’elezione di Barack Obama come nuovo presidente degli States avvenuta nel 2008?
Non so cosa pensare, è presidente da poco più di un anno. Vedremo che cambiamenti apporterà negli anni a venire. Io non sono razzista, è il primo presidente nero, renderà più facile la vita ai neri ed è una buona cosa per loro, ma l’unica cosa che temo è che qualche pazzo ragazzo bianco lo ucciderà, perché molti americani sono razzisti. Spero viva abbastanza tempo come presidente perché ci sono molti pazzi in giro. Non sono razzista e non ho problemi con lui, ma molti sono sicuro che ne avranno.
Nell’intervista che ti feci tre anni fa mi dicesti che per mantenerti lavoravi come merchandiser per altre band. È ancora così?
Sì, sia per i tour di altre band che per questo dei Master, perché io sono hardcore ahahah…
Cosa ne pensi di serate underground come quella di stasera? Ritrovi lo spirito originale del metal?
Certo, c’era molta energia stasera, come un old school show dei primi anni ‘90, mi sono divertito. La gente è impazzita, il microfono s’è staccato e mi è arrivato in faccia più volte, ma è bello, è come tornare nel ’91. Non c’era poi molta gente, ma sono comunque contento del pubblico che c’era. Se il pubblico apprezza la mia musica mi fa stare bene, non mi interessa se è un grande o piccolo pubblico, loro sentono la mia musica e io sento la loro energia che mi permette di suonare. Infatti abbiamo suonato una scaletta abbastanza lunga oggi ed è stato bello. Devo ringraziarvi e ringraziare tutti i fan perché sono stato bene.
Vuoi dirci qualcosa anche riguardo i vecchi Abomination?
Gli Abomination sono finiti. Il chitarrista è morto qualche anno fa e il batterista ha un piccolo supermarket e cresce i suoi figli in famiglia, non suona più la batteria. Gli Abomination comunque rappresentano una parte della mia vita ed è stato bello registrare quei dischi.
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Supportate l’underground e le band originali dell’old school, perché noi siamo ancora qui!
Intervista a cura di Roberto Alfieri

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Inserito il 05 dic 2012 alle 17:28

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