MASTERPLAN (Roland Grapow, guitars)

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Gruppo:Masterplan

Se avete letto la mia recensione del nuovo lavoro dei Masterplan, il primo dopo la dipartita di due membri illustri come Jorn Lande ed Uli Kusch, avrete un’idea dello stato d’animo con cui mi sono avviato a questa intervista con il mastermind (che gioco di parole geniale, vero?) Roland Grapow.
Come se non bastasse, da giornalista aperto e sincero quale sono, ho bellamente tralasciato di spiegarli che “MKII” non mi aveva soddisfatto in pieno… Sarà stato il fatto che, da vecchio fan degli Helloween, il biondo chitarrista rimane uno dei miei eroi giovanili (non quanto Kai Hansen ma ci andiamo vicino!), fatto sta che mi sono rifugiato dietro qualche trito luogo comune sul fatto che era ancora presto, che dovevo ancora assimilare i brani, ecc.
Poco male perché il buon Roland, simpaticissimo e gioviale per tutto il corso dell’intervista, è talmente entusiasta del lavoro svolto che non si mostra tanto ansioso di conoscere il mio parere…
A lui la parola dunque!

Dunque Roland, direi di partire dal titolo: “MKII” dichiara senza mezzi termini che questo è un nuovo inizio per voi…

Certamente! Questo è davvero un nuovo inizio per i Masterplan: abbiamo dei ragazzi nuovi nella band (troppi per poterli ignorare!) e abbiamo quindi deciso di sottolineare la cosa a partire dal titolo del disco. Vogliamo chiarirlo subito perché desideriamo che i fans ci diano la loro fiducia senza per forza di cose dover paragonare questo disco con le cose che abbiamo fatto in passato.
Per il resto, si tratta di un’ottima line up e di un ottimo disco, come speriamo di poterne fare molti altri in futuro. Ormai il nome Masterplan può essere tranquillamente accostato al concetto di qualità musicale, per cui non importa tanto chi sia il cantante o il batterista o… beh no, io sono importante, ovviamente (ride)!
Comunque l’idea di chiamare il disco così è venuta da Axel, il nostro tastierista, che voleva sottolineare il fatto che questa è una line up molto affiatata, soprattutto per l’amicizia che c’è tra noi. Vedi, la gente ci vede solo come musicisti, ma in realtà siamo soprattutto un gruppo di amici: questa è una cosa molto importante, potersi fidare l’uno dell’altro è un qualcosa che ti dà senza dubbio una marcia in più quando si tratta di comporre musica.
Conosco Mike Terrana dal ’98, aveva suonato sul mio secondo disco solista e da quel momento ci siamo tenuti in contatto. Tra le altre cose, è stato tramite me che è diventato batterista di Axel Rudi Pell.

Davvero? Non lo sapevo…

Già, è ancora molto grato a me per questo, perché grazie a quel lavoro ha potuto trasferirsi in Germania e diventare musicista a tempo pieno, cosa che non gli era possibile in America.
La stessa cosa per Mike Di Meo, che è veramente una bella persona. Non si comporta affatto da star, è semplicemente un ragazzo delizioso, tutto qui. Per questa ragione lavorare con lui è stato davvero facile e piacevole: Mike ha portato molti apporti al processo compositivo, è venuto fuori con melodie che andavano perfettamente nella direzione voluta dai Masterplan, grazie alla sua esperienza ha capito immediatamente che cosa volevamo, e ha cercato di scongiurare un incrocio tra il nostro sound e quello dei Riot…
Ho apprezzato particolarmente il modo in cui ha composto linee vocali semplici ed efficaci: è questo che mi piace di noi, che scriviamo cose che puoi ricordare facilmente, come ad esempio “Enlighten me”, adesso “Lost and gone”… insomma, abbiamo creato qualcosa di veramente magico, frutto di un vero e proprio lavoro di squadra!

Senti, mi dispiace ma te lo devo proprio chiedere…

Perché ho lasciato gli Helloween (ride)?

No, penso che siamo entrambi ben oltre quella fase! La mia domanda (alla quale credo tu stia rispondendo da mesi, e mi ti chiedo davvero scusa se mi ci metto anch’io) è questa: che è successo esattamente con Jorn Lande e Uli Kusch?

Con Jorn è stato semplicemente un problema di divergenze musicali: a noi non piacevano molto le linee vocali che ultimamente creava, e a lui non è mai andato giù che suonassimo troppo metal e facessimo canzoni veloci, con la doppia cassa. Diceva che non era interessato a quelle cose, però per me era una cosa naturale, dopo tutto vengo dagli Helloween, quel tipo di stile fa parte del mio background personale! A lui non piacevano canzoni tipo “Heroes”, diceva che suonava troppo “tedesca”. Inoltre continuava a pensare alle linee vocali in funzione dell’esecuzione dal vivo: a lui non andava tanto di cantare su tonalità alte, preferiva molto di più il range vocale di Ronnie James Dio, che per lui era più facile da raggiungere. Alla fine pensava troppo alla sua carriera solista, anche se, personalmente, penso che sia molto più bravo come cantante che come songwriter (su questo sono perfettamente d’accordo con te, caro Roland! NDA)
Alla fine ci ha detto che se ne sarebbe andato se noi non avessimo cambiato la nostra musica nel modo che lui voleva, noi abbiamo ovviamente rifiutato e abbiamo così preso strade diverse. E’ stato fatto tutto in amicizia, non ci sono state liti e abbiamo concluso gli impegni che avevamo preso con molta tranquillità: abbiamo suonato in Repubblica Ceca al Monsters of Rock subito prima dei Whitesnake, abbiamo fatto dei concerti in Belgio e in entrambi i casi si è coinvolto in pieno con noi.
Attualmente ci teniamo in contatto, qualche volta ci mandiamo mail o sms. Mi dispiace molto per i fan, anch’io penso che quella fosse una gran line up, però è anche vero che se una collaborazione non rende pienamente soddisfatte le due parti, è inutile andare avanti. Per scrivere canzoni in maniera libera non posso essere continuamente tormentato dal dubbio che quello che propongo potrebbe non piacere al mio cantante, mi capisci?

Certo che sì, mi sembra che non faccia una grinza…

Con Uli è andata in maniera completamente diversa, e anche molto più triste. Agli inizi di settembre ci siamo trovati nel mio studio personale in Slovacchia: avremmo dovuto lavorare ai nuovi pezzi e più tardi incontrare Mike Di Meo, ma nel frattempo ha iniziato ad incaponirsi su questioni di soldi, che non avevano nulla a che vedere con la musica. E’ finito tutto in una grande battaglia legale… o meglio, lui aveva un avvocato, mica io! In pratica tutto è finito quel giorno, da quel momento non ci siamo più parlati. Sono veramente triste per quello che è accaduto, davvero…

Senti, io non ho capito bene: ma così tutto ad un tratto? Su che cosa avete litigato in particolare?

Soldi, semplicemente soldi! Nulla a che vedere con la musica, perché le nuove canzoni piacevano molto a tutti e due, ne abbiamo anche tenute due composte da lui…
Ad ogni modo, ho avuto un po’ la sensazione che si fosse già allontanato a poco a poco dalla band, anche la storia con Jorn l’aveva infastidito molto, ci sono state occasioni in cui ho avuto la sensazione che non volesse proprio essere lì con noi. Due anni fa aveva messo in piedi la sua band solista, cosa che probabilmente ha contribuito ad allontanarlo, e appena due settimane dopo aver lasciato i Masterplan ho saputo che suonava già con quest’altro tizio (non mi dice il nome)… sono tutte cose da cui capisco che in un modo o nell’altro non si considerava più parte di questa band…
Comunque la mia ragazza mi ha detto recentemente che Uli le ha scritto, e le ha detto che il nuovo disco gli piace molto: ovviamente questo mi fa piacere.
Certo che però è davvero triste: ci si arrabbia per cose stupide, l’arrabbiatura cresce di dimensioni, diventa una cosa grossa, avviene una rottura, e ti ritrovi a chiederti: valeva poi la pena di fare tutto questo casino per così poco? E non ti saprei neanche dire perché se l’è presa così tanto: forse cercava solamente di creare della rivalità, qualcosa per mostrare quanto fosse forte… non lo so, e sinceramente, non voglio nemmeno più saperlo, ormai. E’ vero, è stata una cosa triste per me, ma adesso ho Mike Terrana e credo che anche Uli da parte sua sia contento, per cui…

Quanto la dipartita di elementi così importanti ha influito sul processo di composizione? Ci sono stati cambiamenti rispetto al vostro solito modo di lavorare?

Molte delle canzoni erano già state scritte in precedenza. Quando Uli se ne è andato, ci siamo messi a lavorare ulteriormente su alcune di esse: “Watching the world”, “Enemy” e… non mi ricordo più il titolo…

Aspetta un attimo (gli porgo la mia copia promozionale del disco)

Ah già, “Keeps me burning”! (ride) Me lo dimentico in continuazione, com’è possibile? E’ anche uno dei miei pezzi preferiti…

Sì, anche a me piace molto…

Già, queste tre che ti ho citato le ha scritte Axel, e “Keeps me burning” avrebbe dovuto essere inclusa nel disco precedente…

Fammi capire: l’avevate lasciata fuori?

In realtà non era così buona all’inizio: io ho riarrangiato le parti di chitarra e Mike ha rifatto le linee vocali, per cui adesso suona molto meglio… in pratica, tra una cosa e l’altra ci siamo ritrovati alla fine di settembre con tutte le canzoni pronte, ma sentivo che ne mancava una. Un ragazzo svedese, un songwriter professionista che è anche un grande fan dei Masterplan, mi aveva inviato una canzone qualche mese prima, dicendo che l’aveva scritta lui e che sarebbe stato molto felice se noi l’avessimo usata. L’avevo fatta ascoltare a Uli e quando lui se n’era andato gliel’avevo anche offerta, ma a lui non piaceva e non ne aveva fatto nulla. Allora l’ho fatta sentire ad Axel e gli è piaciuta immediatamente, l’abbiamo spedita a Mike Terrana e a Mike Di Meo, le reazioni di entrambi sono state entusiaste, e così ecco “Lost and gone”, il nuovo singolo!

Quindi la canzone trainante di questo lavoro non è in realtà opera vostra? Suona esattamente nello stile di “Enlighten me” e “Back for my life”, i singoli dei vostri precedenti lavori…

Già, incredibile vero? Sicuramente, considerato che scrivere canzoni è il suo mestiere e che conosce bene la band, si dev’essere ispirato proprio a queste composizioni… comunque non ho pensato subito a quei due pezzi, l’ho scelta semplicemente perché vi ho ritrovato il mio stesso stile chitarristico e ho pensato che avrebbe potuto funzionare, anche perché è davvero un bel pezzo immediato, uno di quelli che le radio possono trasmettere. Ci abbiamo fatto anche un video, per cui penso che Eric (questo è il nome della persona che ce l’ha donata) sia stato molto contento alla fine (ride)!

Che mi dici in generale del disco? Sei soddisfatto di come è venuto fuori?

Sono davvero entusiasta di queste canzoni, suonano davvero molto vicine a quello che è il mio modello ideale di musica! Sinceramente non saprei dove potrei migliorare in futuro, però è anche vero che ero molto soddisfatto anche del nostro primo album, e poi siamo andati migliorando. In questo senso è vero che siamo sempre in costante evoluzione. Per quanto mi riguarda, su “MKII” ho utilizzato la stessa strumentazione, però in uno studio diverso. Come ti ho detto prima, adesso ho un nuovo studio personale in Slovacchia, mentre gli altri due album erano stati registrati in quello vecchio, ad Amburgo.

Come mai ti sei spostato in Slovacchia?

Per via della mia ragazza. Tre anni fa ho lasciato mia moglie e mi sono trasferito in Slovacchia (hai capito il buon Roland? Quindi anche fare il musicista metal ha i suoi risvolti piccanti…NDA), ma passo comunque gran parte del tempo ad Amburgo per via del lavoro. Ad ogni modo, i genitori della mia ragazza avevano questa grande casa, a loro volta ereditata dai loro genitori, che era vuota e inutilizzata e che stava cadendo a pezzi. Me l’hanno praticamente data gratis da ristrutturare e da utilizzare come volevo. E’ veramente grande, in realtà a questo punto potremmo farci dentro anche un hotel con tanto di ristorante (ride)! Ho diviso bene lo spazio in modo tale che ci sia la mia abitazione privata, lo studio di registrazione, e le camere in cui alloggiano i musicisti che sono lì a registrare. C’è anche un giardino grandissimo, con una bella terrazza e una griglia per il barbecue…

Alla faccia!

Già, è sempre stato il mio sogno avere un posto così! In pratica le differenze nel sound sono dovute alla diversità del luogo, soprattutto per la batteria, che adesso ha a disposizione molto più spazio rispetto a prima. Ovviamente anche il batterista diverso ha influito… il drum set invece è lo stesso che usava Uli, che è quello appartenuto ad Ingo, lo stesso con cui ha registrato “Pink bubbles go ape”, “Chameleon” e probabilmente anche i due Keeper. Suo fratello me lo vendette circa due anni dopo la sua morte, perché ormai giaceva inutilizzato in soffitta. C’è ancora tutta la magia di Ingo in quel drum kit, lui è sempre stato uno dei miei batteristi preferiti ed è anche per questo che ho deciso di prenderlo. Anche Mike è stato davvero entusiasta di usarlo!
In generale tutto il processo di lavorazione è stato piacevole e disteso: persino Miiko Karmilla (il mastermind dei Finnvox studios, dove è stato realizzato il mastering, NDA) questa volta è stato più affabile, molto più gentile con me del solito! Normalmente è sempre molto rigido, sai, il tipico finlandese (ride)… invece questa volta rideva e scherzava senza problemi…

Questa volta ti sei occupato interamente della produzione: hai per caso intenzione di metterti a farlo anche per dischi di altri artisti?

Sì, ma molto lentamente…

(In quel momento passa una moto dal rombo pazzesco)

Ecco come potrebbe essere la mia prima produzione… (ride) Produrre una band è un lavoro molto pesante, se vuoi farlo bene. Lo so bene, visto che ho lavorato come produttore della mia band in questo disco, ma l’avevo già fatto in passato nei primi due: Andy Sneap compariva ufficialmente nei credits ma in realtà ho collaborato molto con lui, soprattutto su “Aeronautics”. Inizialmente Andy avrebbe dovuto occuparsi anche di “MKII”, ma nello stesso tempo aveva ricevuto offerte molto importanti per la sua carriera, come ad esempio il missaggio del nuovo Megadeth (che si era già concluso quando si è svolta questa chiacchierata NDA), per cui ha preferito che fossi io da solo ad occuparmi della produzione.
Ho accettato di buon grado, ma ad una condizione: che mi aiutasse a tirar fuori un gran suono dalla mia chitarra, trovando la posizione giusta per i microfoni, gli effetti, ecc. E’ una cosa millimetrica, che io personalmente non mi sentivo in grado di fare. Per cui è venuto qui in Slovacchia per tre giorni…

Beh dai, è stato molto gentile…

Sì, ma il volo l’ho pagato io (ride)! Non siamo amici fino a quel punto, sai… (ride di nuovo)
Mi ha aiutato tantissimo, ha controllato tutto lo studio in modo da assicurarsi che il tutto fosse sistemato bene, e poi, in sole tre ore, ha tirato fuori un suono grandioso dalla mia chitarra! In gran parte è stato dovuto allo spazio più grande che avevamo per lavorare: il suono dei microfoni non rientrava come prima e abbiamo potuto fare tutto con molta più facilità…
Le registrazioni poi si sono svolte in maniera diversa: abbiamo fatto le chitarre per prima cosa, in modo da creare una sorta di cornice attorno all’intera canzone, dopodiché batteria e altri strumenti sono venuti dopo.

Parliamo del tour: come mai avete optato per suonare come opening act dei Saxon? Personalmente credo che, pur con la line up radicalmente mutata, voi siate ancora perfettamente in grado di esibirvi in veste di headliner…

Non siamo stati per nulla condizionati dall’abbandono di Jorn e Uli, poiché il tour è stato organizzato ad agosto, quando Uli era ancora con noi. Semplicemente già in passato avevamo stabilito che nel caso fosse venuta fuori l’occasione di supportare grossi nomi come Scorpions, Judas Priest, o appunto Saxon, avremmo accettato volentieri. Per noi si tratta di un grande onore, e inoltre avremo la possibilità di esibirci davanti ad un pubblico più numeroso.
Adesso che Uli ha lasciato però, mi sento decisamente meglio al pensiero di dover suonare come opening act piuttosto che da headliner: so per esperienza che c’è bisogno di un po’ di concerti per assestare una nuova line up. Per quanto tu possa provare prima, sul palco è diverso, c’è l’adrenalina, l’emozione, e basta una minima cosa che va storta e lo show è completamente fottuto! Per questo motivo credo che questa sia l’occasione migliore per testare la nuova formazione e non vedo davvero l’ora di partire! Tra l’altro avremo a disposizione un’intera ora, un tempo decisamente buono secondo me…

Ma avrete comunque intenzione di esibirvi da headliner prima o poi…

Certamente, ma non subito dopo! Quest’estate suoneremo in un po’ di festival, per cui dipenderà da quanti ne faremo e soprattutto da quali vendite avrà il disco. Probabilmente opteremo per un piccolo tour in Europa, una cosa da quindici date, non di più. Inoltre speriamo di poter fare anche qualche show in Giappone e Sudamerica. La mia speranza è che questa sia l’ultima volta che ci troviamo a supportare qualcuno (allora vedi che sotto sotto non è stata proprio una vostra scelta? NDA), a meno che… beh, il mio sogno sarebbe quello di poter aprire per gli Scorpions in Russia o in America…

Ovviamente, da tedesco, sei un loro grande fan…

Certo, sono anche molto amico di Rudolph (Schenker, chitarrista e fondatore della band NDA), il quale ama molto la musica dei Masterplan. Purtroppo però non ci ha mai offerto l’occasione di andare in tour con loro…

Potresti iniziare partecipando al nostro Gods of Metal: lo sai che sono tra le band già confermate?

Davvero? Non lo sapevo! Beh, potresti farci tu da portavoce, che ne dici?

Certamente, noi giornalisti serviamo anche a questo! Sentito gente? Cominciate a tempestare la Live di mail chiedendo i Masterplan nella stessa giornata degli Scorpions! Date anche voi una mano a far avverare il sogno di gioventù di Roland Grapow!
A parte gli scherzi, pensiamoci seriamente, sarebbe davvero una grande accoppiata…
Nel frattempo, l’appuntamento per tutti è ad aprile per le tre date italiane…

Intervista a cura di Luca Franceschini

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