Saint Deamon, Toya Johansson (guit.)

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Era da tempo che aspettavo una band come i Saint Deamon! Una band che suonasse musica semplice, fresca e sincera, lontana da ogni pretesa di innovare a tutti i costi, ma dotata di un carisma tale da poter donare ad ogni sua composizione quel tocco in più che è assolutamente essenziale in tempi magri come i nostri…
All’indomani dell’uscita del loro debut album “In shadows lost from the brave”, ho voluto contattare questi ragazzi scandinavi, per capire che cosa si celasse dietro a tanta bravura. Purtroppo le risposte che il chitarrista Toya Johansson mi ha spedito via mail sono alquanto telegrafiche e non rendono per nulla giustizia alla mia curiosità. Poco male: del resto la loro musica ha già abbastanza da dire! Speriamo comunque di poterli intervistare con più comodo una volta che metteranno piede nel nostro paese…

Innanzitutto complimenti! Il disco è grandioso, indubbiamente è uno dei più bei dischi di power metal che io abbia mai ascoltato in questi ultimi anni… come ci siete riusciti?
Grazie mille! Siamo molto contenti e fieri di come è uscito questo disco. Ci siamo impegnati davvero tanto nella sua realizzazione, sia nella fase del songwriting che in quella della registrazione. Questo non può che farci felici per tutte le recensioni meravigliose che stiamo ricevendo in tutto il mondo.

Che differenze riscontri tra I Dyonisus e questa nuova band?
I Saint Deamon sono meno “shred”, ci siamo totalmente allontanati dalla fase “hey, guarda come so suonare veloce!”, oggi siamo molto più focalizzati sulle canzoni. Diciamo che siamo meno draghi e molto più benzina e motori! Un’altra differenza è che nella registrazione dell’album abbiamo usato quattro chitarre ritmiche, mentre nei Dionysus ce n’erano soltanto due. Anche la batteria non ha più quel suono di plastica tipico del power metal, è molto più vera, organica. E abbiamo usato i suoni campionati di un’orchestra per rendere il tutto più epico. A mio parere infine, sia le canzoni sia il cantante sono ad un livello superiore.
Il vostro monicker è molto interessante e originale: da dove avete preso l’idea?
Quando abbiamo discusso la questione di che nome dare alla band, volevamo qualcosa che potesse riflettere il senso della nostra musica. Il nome “Saint Deamon” rappresenta sia il bene sia il male, e questo è un tem ache si può ritrovare in molte delle nostre canzoni.
Le vostre influenze sono chiaramente riconoscibili, ma pensi comunque si possa individuare uno specifico trademark nel vostro sound e nella vostra proposta musicale?
Certo, ne sono convinto. Innanzitutto ci sono le canzoni: abbiamo investito un sacco di energie nel processo di songwriting e credo che siano proprio le canzoni a costituire il nostro trademark. Inoltre abbiamo moltissime influenze, non tutte riconducibili al metal, come ad esempio il folk e persino il jazz e il blues…
Che cosa puoi dirmi invece dei testi?
L’album contiene undici canzoni, e ciascuna ha la sua particolarità. I temi trattati nei testi sono molto vari: ci sono per esempio tematiche profondamente negative come la guerra, ma anche cose come storie d’amore tormentate…
Che cosa pensi dell’odierna scena power metal? Personalmente, penso che ci sia una carenza di nuove band abbastanza valide da rimpiazzare quelle storiche quando per loro sarà il momento di andare in pensione…
Non sono propriamente d’accordo con te su questa cosa. Ci sono molte buone band in giro! Anzi, credo che oggi capiti raramente di sentir suonare gruppi pessimi. Ma immagino che sia tutta una questione di gusti, vero? (Ci puoi scommettere! Da dove viene tutto questo ottimismo? NDA)
Che cosa mi puoi dire del tour? Avete dei progetti in ballo? Mi piacerebbe molto potervi vedere suonare nel mio paese…
Al momento siamo confermati al Bloodstock Festival ad agosto in Gran Bretagna, dove apriremo per Helloween e Primal Fear. Per una band al debutto è piuttosto difficile essere messi sotto contratto da una grande agenzia concertistica. Ad ogni modo promettiamo che cercheremo di suonare dovunque ci siano dei fan che desiderano vederci. Pensiamo che la musica dia il meglio di sé nel momento in cui è suonata dal vivo, e questo vale ovviamente anche per quella dei Saint Deamon…
Bene, siamo giunti alla fine… grazie mille per la tua disponibilità e speriamo di sentirci presto…
Grazie a te! Speriamo davvero di venire in Italia al più presto!
Intervista a cura di Luca Franceschini

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