Oceans of Sadness

Traduzione a cura di Elisa golzio

Ciao ragazzi! Direi di cominciare l’intervista raccontando la storia della band, dalla sua formazione a come si e’ evoluta fino ai giorni nostri.

Gli Oceans of Sadness si sono formati nel 1995, quando un gruppo di amici, dell’ eta’ di circa 15 anni, fece la scoperta della vera musica metal: parliamo del periodo in cui stavano facendo il loro ingresso, all’interno della scena internazionale, gruppi come My Dying Bride, Type O’ Negative, Paradise Lost ed Amorphis ( ed e’ anche in riferimento a queste bands che abbiamo scelto di optare per un moniker dal sapore piuttosto drammatico). A quei tempi, la nostra musica era molto diversa rispetto a quella che facciamo oggi, poiche’eravamo concentrati prevalentemente sul genere dark e ritmiche molto lente, tuttavia, se paragoniamo il materiale passato con quello invece piu’ recente, risulta comunque piuttosto chiaro che si tratta della stessa band. Nel corso degli anni, sono stati effettuati dei cambiamenti di line – up per quanto riguarda basso e chitarra, che, tuttavia, non hanno influenzato lo scopo primo del gruppo, ovvero quello di produrre materiale interessante a prescindere dal genere suonato. Intendiamoci, non e’ che facciamo apposta a suonare musica necessariamente diversa, e’ che non conosciamo altra maniera in cui operare e la nostra musica, alle nostre orecchie, non suona affatto strana…Cio’ puo’ anche essere dovuto al fatto che proveniamo da una citta’ piuttosto piccola, ragion per cui non ci siamo mai curati delle opinioni altrui o del fatto di diventare i nuovi Metallica, e quando non si suonava assieme, si usciva comunque tutti a bere una birra. Per il pubblico siamo sempre stati una di quelle band che o si amava o si odiava con tutto il cuore e, nel corso del tempo, ci siamo limitai a proseguire per la nostra strada cercando di crescere il piu’ possibile.

Le vostre sonorita’ mi richiamano alla mente i Pain of Salvation, in riferimento alle parti progressive, e gli Opeth, per quanto riguarda invece il death metal. Ti riconosci in questa affermazione? Ti e’ gia’ stato fatto notare tale paragone?

Noi tutti amiamo gli Opeth, credo (e spero) tuttavia, che la nostra musica raccolga le influenze di moltre altre bands, oltre a quelle sopraccitate...
La cosa strana e’ che in seguito alla pubblicazione del nostro disco, parecchie riviste ci hanno associato ai Pain of Salvation, ma ad essere sinceri, nessuno di noi conosceva ne’ la band, ne’ la musica che fanno (e’ vergognoso, lo sappiamo…), e anche dopo esserci documentati in merito, non riusciamo tuttavia ancora a percepire grosse similarita’ con i POS! Intandiamoci, sono comunque dei grandi e non possiamo altro che ritenerci onorati di essere associati a loro, anche se ritengo che seguano il proprio specifico percorso musicale, introducendo aspetti sempre differenti in ogni nuovo disco realizzato; e’ una band che evolve in maniera continuativa e che si sforza di cogliere quella che e’ l’essenza della propria musica, come, del resto, si propongono di fare anche gli Oceans of Sadness.

Durante il processo di songwriting, sei cosciente fin dall’inizio della direzione che prendera’ un certo pezzo, o si tratta di un pocesso che evolve contemporaneamente alla composizione del pezzo stesso?

Lavoriamo tutti assieme alla nostra musica, incontrandoci in sala prove due volte a settimana, e credo che se ognuno scrivesse le lyrics a casa propria , totalmente per proprio conto, la nostra musica suonerebbe del tutto differente. Ora, qualcuno ha un’idea che, collettivamente, viene modificata in qualcosa di diverso da cui vediamo cosa riusciamo ad estrapolare. Realizzare materiale nuovo e’ una cosa piuttosto facile e veloce per gli OoS, e la maggior parte dei pezzi sono generalmente pronti in poche ore, poi, si registra a cadenza settimanale, per circa un anno, fino a che il pezzo non raggiunge la forma desiderata. Al momento, abbiamo circa 5 pezzi pronti per un nuovo album, che registreremo all’inizio del prossimo anno. Posso quindi affermare che siamo un gruppo molto disciplinato, poiche’ le canzoni hanno grande importanza per tutti noi; e’ anche vero, pero’, che i ritmi potrebbero essere rallentati perche’ avremmo davvero voglia di suonare in giro per il mondo al fine di promuovere la nostra musica, ma purtroppo, non c’e ancora nullo di sicuro in merito.

Mirror Palace…cosa riflettono i pezzi contenuti in questo album?

Be’, direi che le lyrics trattino tutte lo stesso tema. Liricamente, Mirror Palace sta a significare la ricerca ed il pensiero dei vari aspetti della vita, elaborati da differenti prospettive e, verita’ e menzogna, dipendono entrambe dalla prospettiva, appunto, con cui affronti la vita, anche considerando che ai giorni nostri, e’ molto difficile formarsi un opinione precisa su qualcosa, senza essere inluenzati dai media o dalle opinioni altrui. Ognuno dovrebbe essere in grado di elaborare criticamente un opinione personale, anziche’ scegliere la via piu’ facile, credendo ciecamente a tutto e non pensando alle conseguenze che cio’ puo’ comportare. Poiche’ scrivo i pezzi da me, mi auguro che la gente sia in grado di cogliere l’essenza delle canzoni ed elevarle ad un livello ancora superiore. Sono pezzi in un certo senso schizofrenici e le parole dipendono molto dalla musica stessa.

Puoi spiegarci la ragione di realizzare una cover degli Alice in Chains, una band cosi’ distante da voi, musicalmente parlando?

Non direi che siano poi cosi’ distanti da noi, dopotutto…Si tratta di una di quelle band grandiose che hanno indelebilmente segnato la nostra adolescenza, in maniera inspiegabile. Io, per esempio, credo che abbiano scritto alcune fra le meglio canzoni rock di tutti i tempi e Layne, il loro cantante, era semplicemente incredibile. Ci sono tuttavia un sacco di altri gruppi che vorremmo tributare, quindi chissa’, magari in futuro realizzeremo altre cover!

Cosa mi dici della Scarlet Records? Come siete entrati a farne parte e quali gruppi della loro scuderia apprezzate maggiormente?

Personalmente, sono molto orgoglioso di aver pubblicato l’ultimo disco attraverso la stessa etichetta di Terror 2000, inoltre, apprezzo molto il fatto che questa label si occupy di diversi generi di musica heavy, andando incontro anche a certi rischi. Se c’e’ una cosa che abbiamo imparato dalle passate esperienze, e’ che e’ molto difficile convincere un’etichetta a pubblicarti un disco di questo genere di musica, quindi, solo per il fatto di essersi accollati il rischio, rispetto, per i ragazzi della Scarlet! Spero inoltre che la gente non si prooccupi piu’ di catalogare la nostra musica sotto una miriade di nomi diversi, poiche’ noi facciamo METAL, e basta!

Avete quattro dischi all’attivo, ma probabilmente cio’ non basta a permettervi di vivere di sola musica…Quali sono le occupazioni che vi impegnano principalmente?

Al momento l’impegno nella band ci sta costando piu’ denaro di quanto riusciamo a guadagnare, ma ci auspichiamo che la situazione cambi, in futuro…staremo a vedere! Per il resto, si, abbiamo tutti, un lavoro per cosi’ dire “ufficiale”: io, insegno artistica in una scuola per bambini problematici, Wim, e’ un meccanico dentista e Jo, e’ proprietario di un pub. Guy, lavora presso un centro culturale e da’ una marea di lezioni di batteria per mantenersi, Hans, lavora in un colorificio ed infine, Tom , si assicura che la gente guidi automobili sicure!

Cosa puoi raccontarci della scena belga? E’ difficile ottenere spazio per esibirsi dal vivo o suonare , in generale?

Il Belgio e’ un paese piuttosto piccolo con un sacco di gruppi all’attivo dunque, volendo, e’ possibile assistere ad esibizioni live, anche ogni settimana! Sembra tuttavia che i gruppi belghi fatichino a crescere a livello internazionale, anche se abbiamo esempi quali i death metallers Aborted, in primis, Thurisaz, In-quest ed Axamenta, a seguire, ed altri ancora, che pare siano riusciti ad emergere anche al di fuori del paese. Spero caldamente che anche noi riusciremo a raggiungere un livello abbastanza alto, con Mirror Palace, dipendera’ tutto da come andranno le vendite ma, al momento, non siamo in grado di fare previsioni.

Avete parecchie esperienze live alle spalle, assieme a band come Dimmu Borgir, Within Temptation e molti altri ancora. C’e’ qualche aneddoto divertente che puoi raccontarci? Con quale gruppo vi siete trovati meglio a condividere il palco?

Nel corso degli anni, ci siamo trovati a suonare con un casino di band molto valide, e dire con quale ci siamo trovati meglio, be’, e’ praticamente impossibile! Abbiamo inoltre condiviso un sacco di feste fighissime in cui sono capitate cose alquanto bizzarre…Si tratta di avvenimenti che tuttavia rimarranno fra le persone direttamente coinvolte, mi dispiace?.

Avete in progetto un tour in Italia, a fini promozionali?

Noi tutti ci auguriamo di venire presto in Italia, ma purtroppo non abbiamo alcuna informazione attendibile in merito alla possibilita’ di un tour nel vostro paese. Tuttavia, stiamo facendo in modo di rendere questa possibilita’ concreta, piu’ presto che mai, anche perche’ ci teniamo particolar modo!

Le ultime battute sono per te! Chiudi pure come preferisci, e grazie per l’intervista!

Spero di aver suscitato interesse verso il nostro disco, Mirror Palace, e spero che dopo averlo ascoltato, ci contattiate numerosi per esprimere le vostre critiche, reazioni, ecc.., attraverso, wwww.oceansofsadness.com, oppure, www.myspace.com/oceansof sadness.
Mi raccomando, non perdete di vista gli OoS, perche’ questo e’ solo l’inizio, ( anche se, come band, esistiamo gia’ da 10 anni!)
Rock’n roll to pleasure your soul!

Intervista a cura di Andrea 'ELASTIKO' Pizzini

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