STRAPPING YOUNG LAD (Devin Townsend, guitars/vocals)

Una delle formazioni più originali, eclettiche e innovative della moderna scena estrema, gli Strapping Young Lad arrivano a celebrare i 10 anni di attività con il presente “Alien”, a detta del mastermind Devin Townsend, la miglior realizzazione della band fino a questo momento. Scopriamo in questa laconica ma efficace intervista qualcosa in più sul nuovo album e in generale sulla figura di questo formidabile e imprevedibile artista.

Cominciamo parlando del ultimo album, quale può essere una tua descrizione e definizione di questo nuovo prodotto?
Credo che “Alien” rappresenti il mio album preferito degli Strapping Young Lad fino ad ora, semplicemente per il fatto che lo sento come il più rappresentativo di quello che sono al momento come persona. È qualcosa di assolutamente aggressivo ma al tempo stesso molto dinamico, molto più di quanto si possa trovare nei precedenti lavori della band ma non solo, lo stesso si può dire paragonando il nuovo album a tutto quello che ho fatto finora con ogni altra mia band e progetto. È in generale un prodotto molto più musicale ai miei occhi e lo apprezzo proprio per questo.

Parlando del titolo, “Alien”, chi è questo alieno o cosa significa la scelta di questo titolo?
La parola “alien” sta ad indicare il feeling che personalmente provo e che mi viene trasmesso ascoltando il disco stesso, un feeling appunto “alieno” e molto particolare, qualcosa di strano e sconosciuto.

Quanto tempo avete trascorso in studio e per la stesura del nuovo album?
Abbiamo impiegato 3 mesi per le registrazioni e 7 per la stesura e composizione dei nuovi brani.

E dove avete registrato i brani?
Il processo di registrazione è avvenuto in tre differenti studios a Vancouver, l’ultimo dei quali è stato il mio personale.

Quale credi sia stato il percorso evolutivo degli SYL nel corso degli anni, dall’esordio all’ultimo album?
Penso che ogni nostro album abbia una propria identità, una personalità e un feeling ben definito che li caratterizza e distingue uno dall’altro. “Alien” è un disco che segue questo stesso cammino e musicalmente è facilmente riconoscibile come un disco degli SYL, mentre per quel che riguarda i testi si possono trovare in esso delle tematiche mai affrontate in precedenza che hanno a che fare con situazioni della vita vissuta che hanno uno speciale significato per me. In questo senso anche “Alien” è un disco con una sua unica personalità e questo rispecchia il discorso fatto all’inizio.

Guardando indietro agli anni trascorsi dalla nascita della band ad oggi, come vedi il passato della tua band?
Posso dire di aver avuto un passato molto intenso come band, e sono fiero di poter affermare che nel tempo abbiamo sempre mantenuto un nostro personale approccio musicale, un approccio caotico davvero unico. E questa è una cosa di cui sono molto orgoglioso, il poter tranquillamente affermare che gli SYL sono i veri rappresentanti di quello che può essere definito “chaos!” in musica.

In particolare c’è qualche episodio di questi 10 anni di carriera trascorsi che ricordi con piacere?
Ci sono state un sacco di belle esperienze e molti ricordi legati ad esse, credo che la cosa che ricordo sempre più volentieri e che mi da sempre maggior soddisfazione sia il registrare album e il tempo passato per la loro composizione.

Un tour seguirà l’uscita di “Alien”, qualche anticipazione?
Saremo subito impegnati in America dopo di che verremo in Europa per un tour completo verso la fine dell’estate.

Parlando degli altri tuoi progetti, sei al momento impegnato in qualche attività parallela a quella con gli SYL?
Stiamo preparando un nuovo album per la Devin Townsend band e al contempo stiamo lavorando anche ad un DVD sempre per lo stesso progetto. Sto anche lavorando ad un nuovo album ambient e occupandomi della produzione del nuovo album di una band di nome Darkest Hour.

Il sound degli Strapping Young Lad ha influenzato molte altre formazioni nel corso degli anni, come vivi questo fenomeno?
Personalmente lo reputo un complimento quando altre band si dichiarano influenzate da quello che tu hai fatto e continui a fare.

E che opinione hai di certe formazioni? Le apprezzi?
Certamente, mi piacciono molto band quali Mnemic e Scarve, sono tutte formazioni valide che a volte fanno addirittura meglio di quanto facciamo noi!

Quali sono i tuoi ascolti preferiti quando non sei impegnato con le tue band?
La mia musica preferita è e sarà sempre l’Heavy Metal, quindi cerco di seguire ancora il più possibile la scena attuale, prestando attenzione a le maggiori uscite. Da un punto di vista di gusti personali preferisco ascoltare band dal sound particolare e maturo, tipo Meshuggah, Opeth, Soilwork, In Flames, Slipknot senza dimenticare i grandi classici, dai Judas Priest agli W.A.S.P.

Da dove trai solitamente l’ispirazione per il sound e i testi degli SYL?
In generale, qualsiasi cosa accade nella mia vita rappresenta una fonte d’ispirazione. Ci sono momenti in cui mi sento particolarmente stressato e che contribuiscono a influenzare la stesura di un disco in particolare, come è stato appunto per l’ultimo “Alien”.

Musicalmente quali formazioni pensi ti abbiano maggiormente influenzato nella maturazione del vostro personalissimo sound?
Direi Fear Factory, Carcass e in generale quel tipo di sound che andava in particolare 10 anni fa, quello di band che proponevano qualcosa di decisamente veloce e aggressivo del quale abbiamo cercato di incorporare il più possibile!

Una definizione inappellabile per il sound degli SYL?
Chaos Metal!

Intervista a cura di Marco 'Mark' Negonda

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