AS I LAY DYING (Tim Lambesis, vocals)

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Partiamo subito dal nuovo album, Frail Words Collapse; qual è il significato di questo titolo e c’è per caso un concept alla base dell’album?
Il titolo viene dall’idea che non sempre le parole sono in grado di mostrare ad una persona quanto questa possa essere importante per te. Credo che le parole in sé siano fragili e sentimenti profondi nella vita, come l’amore, non possono essere esternati senza un’azione. L’album nel suo complesso non ha un concept alle spalle, anche se tutti i testi si rifanno a situazioni della vita che stavo affrontando nel momento in cui stavo componendo i nuovi brani. La musica deve venire dal cuore e per questo essere qualcosa di personale, anche se credo che molta altra gente potrà ritrovarsi in quello che ho scritto.

Quando e come mai hai deciso di dare vita a questa band chiamata As I Lay Dying?
Evan, il chitarrista ed io abbiamo cominciato con questa band circa due anni e mezzo fa. Entrambi abbiamo suonato in altre band in passato ma separatamente, finché non abbiamo deciso di mettere in piedi una band tutta nostra. Siamo amici dai tempi del liceo, quindi avevamo molte idee in comune da utilizzare per questo nuovo progetto. Il materiale originale è stato scritto da noi due ed è stato messo assieme in maniera definitiva dopo aver trovato l’attuale batterista Jordan Mancino un mese più tardi.

Quali sono le vostre principali influenze e le vostre band preferite dalle quali traete una certa ispirazione per la vostra musica?
Ognuno di noi ascolta musica diversa, è quindi difficile trovare delle influenze comuni. Tutti siamo cresciuti ascoltando molto hardcore americano, fino a quando non abbiamo cominciato ad ascoltare band europee dopo essere cresciuti come musicisti. A tutti piacciono At The Gates e Children of Bodom, ma anche band americane quali Lamb of God e Unearth. Invece, quando siamo in tour, ci piace ascoltare musica molto più tranquilla, tipo Cranberries.

Il nuovo album ha un suono davvero ben curato e potente, quanto tempo siete stati in studio per terminare le registrazioni?
13 giorni. Molte band di solito trascorrono molto più tempo in studio, ma possiamo dirci molto contenti del risultato ottenuto. La produzione e il sound generale è proprio esattamente come lo avevamo in testa prima di entrare in studio.

2 album e 1 split in 3 anni di attività può considerarsi davvero un buon risultato, cosa possiamo aspettarci in futuro dalla band?
Ogni autunno di solito dedichiamo molto tempo alla stesura di nuovo materiale; dal momento che siamo in continua evoluzione e maturazione, vogliamo registrare sempre qualcosa di nuovo per farlo ascoltare alla gente che ci segue. Quest’anno aspetteremo un po’ di più tra un’uscita e l’altra, dal momento che vogliamo dedicare molto tempo alla promozione di Frail Words Collapse. Siamo molto fiduciosi in questo disco, molto più rispetto ai suoi predecessori.

La scorsa estate avete fatto un ricco tour negli Stati Uniti, come è andata questa esperienza?
È andato tutto bene, anche se non abbiamo avuto un grosso seguito, dato che eravamo una piccola band alla guida del nostro proprio tour. Sapevamo fin da subito che sarebbe stata dura e a tratti anche noiosa come esperienza, ma ci è servita per maturare la giusta attitudine sul palco. Abbiamo anche conosciuto molta gente e ci siamo creati nuovi amici; al momento siamo in tour per promuovere il nuovo lavoro e le cose finora stanno andando molto bene.

Avete per caso in programma di venire anche in Europa e magari in Italia?
Stiamo organizzando di venire in Europa verso la fine dell’anno, nel caso in cui se ne presenti l’opportunità. Personalmente ci terrei molto a venire a suonare in Italia.

Quale band (se ritieni ce ne sia una) può essere accostata al vostro sound?
Molti ci paragonano ai Killswitch Engage mischiati con Unearth e At the Gates, ma personalmente non sapremmo a quale band o meno paragonarci dal momento che ci piace suonare un metal molto aperto a diverse soluzioni e schemi. Frail Words Collapse è un disco molto vario, nel quale si alternano momenti di melodia ad altri di chaos.

Conosci per caso qualche band italiana?
A dire il vero no, però mi piacerebbe molto, quindi vedrò di recuperare in fretta.

A te la chiusura…
Spero di poter venire in Europa entro l’anno e che tutti abbiano modo di ascoltare il nuovo lavoro. È qualcosa nel quale abbiamo messo tutto il nostro cuore, qualcosa nel quale anche altri mi auguro possano trovare la stessa nostra passione.

Intervista a cura di Marco 'Mark' Negonda

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