Domine (Enrico Paoli, guitars)

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Gruppo:Domine

Gran gruppo i Domine, in grado di dare il massimo sia sul palco sia in studio, e lo stanno dimostrando ormai da anni. Forse non hanno solo raccolto quanto avrebbero meritato. Ma di questo non possono essere certo responsabili loro. L'uscita di "Emperor Of The Black Runes" mi permette di continuare ed approfondire alcuni discorsi già intrapresi in occasione dello Studio Report di questo album. In quell'occasione i tempi erano ristretti, ma per questa intervista Enrico Paoli non si tira indietro sforando abbondantemente i tempi prefissati. Fortunatamente era l'ultima intervista delle serata, andando a toccare anche tasti delicati...

Finalmente ho potuto ascoltare l'album nella sua completezza e non posso che confermare l'impressione di un disco dalle chitarre sempre più aggressive e con un Morby dall'approccio più ricercato rispetto al passato. E' un opinione diffusa?
Guarda in realtà le opinioni sono sempre molto diverse una dall'altra, e questa è una cosa che succede sempre ad ogni album. Alcuni riscontrano una maggior aggressività, ma ci sono altri che lo trovano molto più melodico, poi c'è chi dice che abbiamo fatto un album più tirato del passato. Per cui i punti di vista sono abbastanza diversificati. In realtà la mia opinione sul disco è che c'è stata una certa ricerca per trovare strade differenti, con cose più aggressive ed altre più melodiche. Per le chitarre c'è stato un grande lavoro, abbiamo provato diverse testate per cercare suoni particolari, e lo stesso vale per quanto riguarda gli arrangiamenti. Su tutto però il nostro desiderio di rimanere ancorati al nostro stile. Per queste ragioni mi sembra comprensibile che questo disco sia percepito come un po' diverso dagli altri, ma sempre molto classico, molto Domine... eppure con qualcosa di nuovo.

D'altra parte c'è anche chi arriva a dire che avete solamente cambiato i titoli e la copertina dal disco precedente...
Fantastico! Ma questo sai succede... c'è anche chi ti dice che - sono italiani, hanno un guerriero in copertina e quindi saranno uguali a tutti gli altri dischi usciti negli ultimi tempi -. Sai, dal 1986 anno in cui abbiamo mandato in giro il nostro primo demotape abbiamo sentito tutti i pareri possibili ed immaginari. Ti dicono che sei la più grande metal band del pianeta... ed allo stesso tempo ci sono quelli che ti descrivono come la cosa più brutta e noiosa uscita dalla scena metal.

Ok, pareri. Ad esempio io avrei giurato che l'opener sarebbe stata "True Believer", invece voi avete utilizzato "Battle Gods". Come nasce la scaletta di un disco?
Di solito quando inizi il processo di composizione inizi a lavorare su idee che sono orientate al singolo brano. Poi andando avanti con la composizione si comincia a delineare un filo conduttore trai diversi brani, la scaletta comincia a delinearsi in maniera quasi automatica. Succede poi molto spesso che in studio certe idee vengano però stravolte. Registri i brani e ti vengono fuori meglio alcuni pezzi che avevi sottovalutato... devi dare una buona dinamica ai brani, e così per avere la scaletta definitiva devi aspettare di aver completato i lavori. Almeno questo è quanto avviene per noi. Ci piace cercare di ricreare una situazione live, l'intro, il primo brano molto d'impatto... Ad esempio per "Stormbringer Ruler" abbiamo dovuto separare i quattro pezzi legati tra loro da un unico tema lirico, privilegiando la qualità alla concatenazione delle canzoni legate a "The Chronicles Of The Black Sword".

Anche su "Emperor Of The Black Runes" hai curato principalmente tu la parte compositiva?
Diciamo che il grosso del lavoro lo faccio solitamente io, ma in realtà è sempre un lavoro di gruppo. Come Domine abbiamo radicata quell'attitudine da Metal Classico. E' vero che io sono quello che butta giù le idee e mette su nastro i riff principali, i cambi di tempo, le melodie ed abbozzo le linee vocali, ma poi dopo c'è parecchio lavoro in sala prove. Come gruppo non ci troviamo molto a nostro agio con le nuove tecnologie... computer, programmi per editing... siamo ancora di quelli che attaccano le chitarre ad un amplificatore e poi si mettono a suonare. E' il lavoro di gruppo in sala prove ad essere determinante. Per il nuovo album abbiamo lavorato molto in fase di preproduzione, tanto da arrivare a spostare la data dell'ingresso in studio perché non ci sentivamo pronti. Volevamo arrivare in studio coni brani già delineati e definiti. Poi in studio ci siamo concentrati sui suoni e gli arrangiamenti.

Uno dei brani focali del nuovo album è sicuramente "Aquilonia Suite Part I". Come ti è venuta in mente di unire la colonna sonora di "Conan il Barbaro" con il suono classico dei Domine?
Questa è una delle tante idee che ho nel cassetto da parecchio tempo. Ci sono diverse opere cinematografiche o nella letteratura che sono dei capolavori di arte epica. La colonna sonora di "Conan il Barbaro" è una di queste. E' stata una sorta di omaggio come avvenuto ad esempio per Richard Wagner. L'idea iniziale era di prendere un solo tema dalla colonna sonora composta da Basil Poledouris, poi lavorandoci sopra siamo andati oltre gli 11 minuti di musica... nel titolo ho messo un "Part 1" perché mi piacerebbe in futuro fare dei brani collegati ad altri racconti di Howard.

Dopo Howard, spazio a Michael Moorcock con "The Prince In The Scarlet Robe", ed anche qui nel titolo fa la sua comparsa un "Part 1".
Infatti, ci sono un sacco di appassionati di Moorcock. Io sono uno di questi, e personalmente sono particolarmente legato al personaggio di Elric di Melniboné, dato che è stato il primo che ho letto da ragazzino... ancora prima di dedicarmi alla musica. Capita spesso di soffermarsi a parlare con i fans del genere e scambiarsi idee e suggerimenti e tra questi il ciclo di Corum.

Segui anche gli scrittori di Fantasy moderni?
In realtà sono sempre ancorato ai soliti, legato ai classici e molti li ho riletti più di una volta. Mi piacciono molto Moorcock, Howard, Le Guin, Poul Anderson, Wolfe ed ovviamente Tolkien. Dei contemporanei mi hanno parlato molto bene di George Martin...


- Vi evito un lunga digressione sulla Fantasy... ma come ho fatto con Enrico vi consiglio caldamente di leggere qualcosa di David Gemmell... sopratutto "I Cavalieri dei Gabala"!! -


Sai, non sono invece riuscito ad inquadrare "The Sun Of The New Season"...
E' un complimento. Si tratta di un brano totalmente personale, non ha alcun tipo di referenza letteraria. L'unico legame lo ha con "Dawn Of A New Day" dall'album precedente. E'un brano che parte dalla tradizione delle ballate celtiche, a livello lirico tratta della speranza per il futuro ed anche musicalmente è molto emozionante. Ha come ispirazione solo me stesso. Lo stesso vale per "True Believer" che, nonostante quanto possa sembrare dal titolo, non è un brano da "defender" ma tocca altri tasti, essendo è dedicata a tutti coloro che cercano qualcosa che va al di là di una vita fatta solo delle cose più elementari. Sono comunque diversi i casi di temi molto personali che, un po' per il contesto musicale e lirico in cui sono inseriti e sviluppati, possono far pensare a chissà quali altri riferimenti. Un pezzo che mi sono divertito a fare è "Icarus Ascending" che ovviamente parte dal mito di Icaro... il giovane che si vuole ribellare agli Dei, al padre che vogliono trattenerlo... storie semplici che ai loro tempi servivano sia per tenere la gente "buona" sia per spiegare diversi fenomeni. Io questa storia l'ho presa come spunto per parlare di libertà... la libertà spesso è paragonata con il volare. E qui Morby ne ha fatto una grande interpretazione.

Ai giorni nostri è evidente un certo ritorno in auge per argomenti epici, eroici e celtici, dalla letteratura, al cinema ed ovviamente nella musica. Non credi che voi che in realtà siete da anni a perseguire una certa strada possiate correre il rischio di passare per l'ennesima band che si accoda ad un trend?
Succede. Questi sono i rischi del mestiere. La verità è che se guardi a tutte le materie che vengono commercializzate non sempre sono i più profondi, i più bravi ad avere successo, anzi addirittura finiscono per rimanere in secondo piano. Spesso non viene riconosciuto il loro valore e da precursori finiscono con il passare per gli ultimi arrivati. Anche noi che non siamo il gruppo enorme e conosciuto da tutti, per i meno attenti alla scena passiamo per un gruppo che si è messo sulla scia dei vari Rhapsody, Hammerfall... e non per un gruppo che ha fatto il primo demotape nel 1986. Non voglio dire che noi abbiamo inventato un genere, tra le nostre influenze oltre Iron Maiden, Judas Priest, Black Sabbath, Manowar trovano posto ad esempio anche Manilla Road, Cirith Ungol ma pure i Queen, Thin Lizzy. Ci sono per fortuna persone che hanno l'attitudine degli appassionati e che hanno piacere di conoscere il background dei gruppi che ascoltano e che quindi risalgono alle loro origini.

Può incidere in questo il fatto di essere sotto la Dragonheart? Non è che talvolta è la grossa label a fare "grande" una band?
Il discorso di approdare ad una grossa casa discografica è molto complesso. Può arrivare come non arrivare mai, non è mai semplice... certo è più facile per i gruppi che dimostrano di avere un grosso potenziale, ma talvolta si vedono gruppi che potrebbero diventare un affare e finiscono così con l'essere fagocitati dal mercato discografico. Certe manovre commerciali dovrebbero essere evidenti. Sarebbe ingenuo credere che dietro a diverse operazioni ci sia chissà quale costanza o interesse artistico.

Altro tasto dolente: le bonus track: e girano le palle!! Siamo già a tre e a questo punto o le si scarica da Internet, e non è bello, oppure fate uscire un Mini e ce le fate ascoltare!
Ahahah!! Ma guarda ce lo stanno dicendo tutti. Mi fate sentire in colpa... vedremo. La questione delle bonus tracks non è dovuta al fatto che siamo noi così cattivi che facciamo una cosa e poi non la facciamo sentire a tutti. Sono chiaramente situazioni dovute a dei contratti. I giapponesi esigono sempre di uscire prima di tutti e poi ti chiedono il brano in più. Siccome noi siamo restii a togliere uno dei nostri brani, preferiamo fare una cover ed andiamo sempre sui gruppi che ci piacciono... Queensryche, Rainbow ed ora Riot.

I Maiden la prossima volta vero?
Eheh... non è sempre così facile. Tutte le volte che viene fuori una lista di roba incredibile.... Morby mette i brani dove ci sono i cantanti che lui adora, io dove ci sono i chitarristi che mi piacciono "a bestia"... e così via!! Questa volta è venuta fuori "Altar Of The King", che piace a tutti anche se in realtà nessuno inizialmente l'aveva proposta. Per il futuro stiamo pensando ad una uscita dove raccogliere le bonus tracks e del materiale dal vivo che abbiamo messo da parte... qualcosa faremo. Dobbiamo però aspettare il termine dei contratti che ci vincolano.

E sul fatto che non solo quei pezzi, ma album interi possano essere scaricati da Internet?
Beh, qui si fa un'ora a chiacchierare!! Ovviamente non mi piace. Potrebbe essere stupendo ma usato con coscienza. Internet è fantastico, l'informazione in tempo reale, i contatti diretti tra persone che prima non avresti mai conosciuto, tutte le notizie che vuoi... questo è stupendo. Un appassionato di musica che si vuole districare nella marea di musica, oltre alle delle recensioni, che comunque sono pareri personali di altre persone, scaricando 2 o 3 brani può capire se un disco può piacergli o meno. Oppure può passarli agli amici per fargli conoscere un nuovo gruppo, ma non sopporto assolutamente il fatto che vengano scaricati i dischi ancora prima che escano.... questo è allucinante. Non c'è il minimo rispetto per il lavoro di un musicista. E' drammatico non solo per l'aspetto economico ma c'è un sottobosco di artisti che ha tante cose da dire, spesso superiori a tanti dischi realizzati dai grupponi e dalle grandi case discografiche, che rischia più di tutti. Purtroppo se le cose non cambieranno questi gruppi non riusciranno a vendere nemmeno quelle copie che gli permettano di andare avanti. Finiremo per ascoltarci il ventesimo disco tutto uguale dei soliti gruppi pompati dalle major con video, mega tour... che fanno le solite cose trite e ritrite, così si perde il bello dell'underground. Questo dovrebbe toccare la coscienza dei veri appassionati, di quelli che hanno a cuore la sopravvivenza del genere. Tanti utenti di Internet giustificano questo come una lotta contro il mercato discografico, non si rendono conto che così non toccano le multinazionali e colpiscono solo i più deboli. Tu non comperi più i loro CD e te li scarichi, ma poi acquisti i loro PC, i masterizzatori, i dischetti... e così le mani in tasca te le mettono uguale!

Diciamo che si tratta di un errore di gioventù, di Internet e di molti suoi utenti?
Si, spero anche io sia così... in effetti ha abbastanza senso come valutazione.

Chiudiamo qui...
Il chiudo sempre le interviste in modo molto semplice, invitando i fan del metal classico a dare un ascolto a "Emperor Of The Black Runes". questo è l'invito che fo. Eppoi come si dice chi mi ama mi segua!

Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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