SOULTAKERS: Mauro De Brasi (batteria)

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Dopo l'ottimo demo 'Thorugh The Silence Of Words' i nostrani Soul Takers tornano alla ribalta con 'Tides', un album complesso e meno immediato del fu allora promo. Cambi di line up, ricerca sonica e teatralità sono alla base di questa intervista, per una band che oggi rappresenta più che una bella realtà sulla quale poter contare per il futuro. La parola dunque a Mauro ed ai suoi trasportatori di anime...

Ciao ragazzi, c'eravamo lasciati l'ultima volta al promo 'Through The Silence Of Words', ed ora siamo qua davanti alla vostra prima release in uscita per la Northwind Records. Come stanno andando le cose?
Esattamente come hai detto... :-)
Dall'uscita di Tides il cambiamento più importante che è avvenuto è stato il rientro del nostro primo cantante, Dino. Per il resto abbiamo passato quasi un anno a definire il contratto che ci ha legato alla Northwind, e un'altro anno a rifinire i brani di Tides, alcuni dei quali erano già pronti ai tempi di TTSOW. Oltre che a suonare dal vivo il più possibile.
A livello di critica tutto ok: il cd è stato apprezzato praticamente da tutti i recensori, e, in Italia, sono stati solo un paio i casi di voti discreti.
Per quel che riguarda le vendite è troppo presto per dire qualcosa...non possiamo che sperare!

Nel promo avevate un altra line up. Cosa è successo?
E' tornato il nostro primo cantante, quello con cui in un certo senso sono nati i Soul Takers. Per il resto si è aggiunto come elemento fisso Jari al violino, ma ciò è avvenuto così tanto tempo fa'...
Inoltre prima di Jari non avevamo un violinista fisso nella band: Anga di Davide Van Des Fross, che registrò le parti di violino sul promo, è stato solo un session...in un certo senso non riesco neppure a considerare la cosa un vero cambiamento di line-up, più che altro si è trattata di una aggiunta. Un'importante, inutile, aggiunta! :-D
Diciamo che alcuni problemi personali, oltre ad alcune divergenze musicali, ci hanno portato a chiudere con Gianluigi, il cantante che ha registrato con noi il promo.

'Tides' presenta alcune buone soluzioni, soprattutto presenta i Soul Takers come una band dal suono proprio.
Quali sono secondo te i punti di forza del platter?

Credo che un punto di forza sia proprio il fatto che abbiamo un suono nostro. Oltre a questo credo che sia importante il fatto che puntiamo molto sul lato compositivo. Banalmente cerchiamo di fare delle canzoni che siano belle...anche se non saprei darti una definizione di questo aggettivo.
Insomma: credo che, tra tante band che cercano di emulare altri gruppi o altri generi, possa essere interessante il fatto che alcuni gruppi riescano a trovare ancora oggi una loro strada, un loro sound...
Per lo meno è una cosa interessante per me: a volte mi viene da pensare che sia addirittura controproducente nell'ambito in cui suoniamo...sembra solo che la gente aspetti l'ennesimo disco o gruppo clone, a volte.

Cambieresti qualcosa di 'Tides'?
Siamo soddisfatti di come suona il nostro lavoro, crediamo che la varietà nell'unità presente all'interno del disco sia un punto di forza e ritengo difficile che potessimo fare qualcosa di meglio, o anche solo di differente... diciamo che se potessi tornare indietro cercherei di ottenere una produzione più potente, soprattutto per quel che riguarda la batteria. D'altronde abbiamo pensato che fosse bello, date le caratteristiche del nostro gruppo, usare solo strumenti acustici, compresa la batteria stessa... che il fatto di non utilizzare i trigger o quantizzazioni varie rendesse il tutto più omogeneo e "vero". Si tratta solo di una questione di gusti, però.

'Tides' è un concept o presenta liriche a se stanti? Su cosa sono incentrate?
No, non si tratta di un concept. Sono tutte liriche a sé stanti.
Abbiamo pensato più volte di fare un concept, ma non abbiamo mai trovato un tema che esaltasse concordemente tutti i membri della band, quindi abbiamo sempre lasciato perdere.
I brani di solito parlano di guerrieri che sventrano delfini volanti ricoperti di squame verdi (questa Federica non me la farà mai passare, sono certo!) e, di solito, li componiamo gettando delle parole preselezionate una dietro l'altra, a caso... :-)
Quando invece abbiamo un po' più di tempo, e le Muse stillano su di noi gocce di poesia dal Parnaso, trattiamo di stati d'animo, situazioni che credo siano comuni a tutti noi. Il trascorrere del tempo.
Alcuni brani sono liberamente tratti da testi letterari preesistenti che ci hanno colpito. Ce n'è uno dal monologo di Macbeth, uno da Musil e infine uno tratto da Villon.

Siete contenti del lavoro della Northwind Records?
La Northwind è una piccola etichetta, ma sta facendo veramente tutto ciò che è nella sua capacità per promuovere la nostra band ed il nostro disco. Non possiamo che ringraziare Mauro Sajia il quale, oltre ad essere una grande persona, è sempre stato un punto di riferimento per noi, per lo meno da quando abbiamo firmato il contratto.

Cosa c'è dietro l'angolo per i Soul Takers?
C'è il nostro secondo disco, ancora edito Northwind (è il secondo nonché ultimo previsto dal nostro contratto attuale). Verrà registrato a luglio 2006 per 4/6 settimane sempre presso i New Sin Studio di Loria.
Abbiamo già quattro brani pronti, con alcune novità, sia a livello compositivo che di arrangiamento.
Nessuno stravolgimento e soprattutto nessuna sterzata programmata: è solo quello che penso avendo ascoltato il nuovo materiale che abbiamo pronto...

Ora puoi lasciare un messaggio ai lettori di www.EUTK.net!
Un saluto a tutti i lettori di Eutk, vi invitiamo a fare un salto sul nostro sito, da cui è anche possibile scaricare alcuni brani ed il nostro video, www.soultakers.net.
Un grazie alla redazione di Eutk, in particolare a Gianluca Grazioli, Massimo Pirazzoli, Sergio Rapetti e ai miei ex-compagni di battaglia Txt, Negonda e Colombo: che il metallo vi protegga!
Dato che mi censureranno senza dubbio la benedizione ed il saluto della rana... posso solo concludere dicendo che non credo che il nostro cd sia meno diretto del nostro promo, o i brani più cervellotici. Credo solo che sia solo meno facilmente catalogabile. E questo penso possa spiazzare.

Intervista a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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