Ephel Duath (Davide Tiso)

A distanza di qualche mese dall'uscita di " Pain Necessary To Know ", terzo full lenght per gli Ephel Duath, ho l'occasione per scambiare quattro chiacchere con Davide Tiso, il motore pulsante della band.

- Ciao Davide, grazie per la tua disponibilità.
Parto subito con il farti i complimenti per questo " Pain Necessary To Know ", un lavoro che si può definire CAPOLAVORO, senza paura di smentite alcune. E' stato difficile riuscire a comporre del materiale qualitativamente superiore al precedente " The Painter's Palette " ( disco anch'esso eccezionale )?

PNTK è un disco molto viscerale che per più di due anni mi ha completamente risucchiato. Mi ha portato a uno stato di stress che non avevo mai provato, c'era un filo invisibile che sembrava attirare la mia mente al disco per la maggior parte delle giornate. In qualche modo ho sentito la responsabilità di dare la giusta forma ai miei demoni, e questa urgenza mi ha portato a rendere il lavoro in sala prove molto duro e pesante, anche per questo la line up ha subito scosse. Penso di essermi buttato alle spalle molto grazie a Pain Necessari to Know, è anche vero però, che questo disco si è portato via con sé una parte di me che non tornerà.

- Nel nuovo disco avete compiuto un'evoluzione che ha dell'incredibile; la forma canzone è stata prima violentata e poi gettata in un angolo, creando una sorta di lunghissima jam che si dipana negli otto brani del disco. E' stato un procedimento istintivo, oppure avevi intenzione di estremizzare il tuo songwriting, ancor di più rispetto alle precedenti releases?

La volontà di creare un ibrido sonoro a se stante e non un crossover di più influenze contrastanti è stata la sfida che mi ero presupposto nella fase compositiva. Volevo dare vita a un edificio sonoro imponente ma slanciato, spigoloso ma che allo stesso tempo avvolgesse. Un vero e proprio monolite fluttuante duro come un maglio ma con assurde velleità liquide. C'è acqua sporca nel disco, ci sono un bel po' di spine, tanti, troppi specchi e un bel po' di lacrime.

- Personalmente trovo che fin dal titolo, il vostro terzo full lenght sia un antidolorifico assolutamente efficace. Ultimamente ho attraversato un momento nerissimo, lenito in parte dalla musica; in particolar modo, il vostro disco riesce nel difficile compito di scavare nell'animo umano, senza risultare deprimente o catastrofico, ma aiutandolo a risalire la china. Mi chiedo se la composizione delle tracce non sia scaturita da tuoi momenti personali particolarmente difficili.

Hai colto qualcosa di molto importante. Sento la band come un canalizzatore di emozioni, riempio i nostri brani e i nostri testi di input negativi che la vita regala ogni giorno. Lavorandoci per ore e ore, mesi interi queste emozioni in qualche modo vengono plasmate dalla musica, sono smussate e assumono un colore diverso, più caldo, più vivo. Una volta completato il disco, riesco ancora a cogliere il messaggio iniziale, ce l'ho tatuato dentro, ma seppur ben visibile, assorbe in qualche modo un piglio diverso, positivo, in completa antitesi con il risultato che queste emozioni avrebbero ottenuto senza rielaborazione sonora. Sta forse in questa esorcizzazione la magia della musica? Sapere che dopo vari ascolti questo processo ha avuto lo stesso effetto su di te mi riempie di gioia.

- Il dolore è necessario per conoscere. Ritieni che sia la formula migliore? Ma soprattutto, cosa possiamo conoscere grazie al dolore?

Penso che valga la pena di provare qualsiasi dolore ci faccia intuire qualcosa di più su noi stessi e sugli obiettivi che davvero contano. Talvolta l'unico modo per capire qualcosa è sbatterci contro, così come è successo alla band in questi due anni e mezzo, dove a una crescita musicale e umana e si sono affiancate porte sbattute in faccia, momenti di sconforto e traballamenti di line up che hanno finito solo per rafforzare e a motivare ancora di più il nostro lavoro, facendomi capire che l'unica cosa realmente sana per me è tenere in vita Ephel Duath, qualsiasi sacrificio ciò comporti.

- Le vocals del nuovo lavoro sono meno varie rispetto al passato. Ovviamente il tutto è dovuto al fatto che ora avete solo un vocalist, mentre prima le linee vocali erano divise in due. Io ho trovato comunque buona la prestazione di Luciano, visto che in molti passaggi mi avete ricordato una band che io amo alla follia, ossia gli Isis ( soprattutto nel primo brano, "New Disorder"). Cosa ne pensi?

Adoro anch'io gli Isis (anche se spero sentirli osare un po' di più nel prossimo album..) e mi fa piacere sapere che in alcuni passaggi la voce di Lucio ti abbia ricordato questo gruppo. In realtà però, penso che il nostro approccio vocale sia ancora lontano dal post hardcore di cui gli Isis sono tra i portabandiera. E' una scelta precisa, che spesso ci ha portato a evitare una spersonalizzazione in cui purtroppo molti cadono per amore di queste sonorità. Sia io che Lucio amiamo questo timbro vocale, dal vivo lo usiamo, e farà sicuramente parte del nuovo album ma abbiamo intenzione di continuare a limitarne l'uso.

- Negli ultimi mesi avete patito problemi con la line up; puoi farci un piccolo resoconto di questi accadimenti e di come vi trovate ora nella formazione a tre?

Davide Tolomei, voce melodica su The Painter's Palette ha lasciato la band durante la promozione del disco per motivi personali. Davide Piovesan, batteria su The Painter's Palette e Pain Necessari to Know, ha lasciato la band dopo aver terminato le registrazioni di quest'ultimo per problemi economici e personali. Ora è entrato nella line up live Andrea Rabbini, ex Infernal Poetry, la formazione a tre (Luciano Lorusso Gorge voce, Fabio Fecchio al basso, e io, Davide Tiso alla chitarra) gode di un ottimo affiatamento ma sembra essere comunque uno stato passeggero per la band.

- Disco dopo disco, il sound degli Ephel Duath ha cambiato pelle e forma, risultando ad oggi di difficile collocazione all'interno della scena musicale. Se dovessi obbligatoriamente definire la vostra proposta musicale, che termini di paragone useresti?

Musica estrema sperimentale che puzza di vita.

- Un musicista poliedrico come te deve avere mille influenze, quindi un ottimo background e gran gusto negli ascolti. Ti và di raccontare il tuo percorso ( sia come semplice ascoltatore che come musicista ) nel mondo della musica?

Le influenze che ho canalizzato nella mia musica sono sempre state qualcosa di inconscio, qualcosa che mai ho inseguito lucidamente. Oggi, la mia curiosità nei confronti delle piccole cose della vita e dei grandi contrasti di questa società ispira i miei brani più di quanto possano fare altre band, è per questo che la musica di Ephel Duath è così ricca di pieni e vuoti, di veri e propri sbalzi di umore e volume. Mi sono formato inizialmente ascoltando band come Metallica, Megadeth, Pantera, Sepultura poi mi sono spostato su lidi più estremi, verso Emperor, Satyricon, Darkthrone, Limbonic Art, e su band estreme più progressive come Amorphis e Opeth. Parallelamente su Pink Floyd, Sonic Youth, Marlene Kuntz, King Crimson, Placebo e con il tempo ho aggiunto ascolti a più ampio raggio inglobando jazz, musica sperimentale, ambient, stoner. Negli ultimi anni sto ascoltando Rammstein, Katatonia, Dillinger Escape Plan, Diabolicum, Ulver, David S.Ware, Neurosis, Aborym, Isis, Zu, Klimt 1918, Converge, Fantomas, Dàlek, Earth. Il mio percorso come musicista è sempre stato legato a questa band e alle evoluzioni che essa ha avuto. Siamo partiti da Opera, un demo di metal estremo dai tratti sinfonici. Nel primo album, Phormula, abbiamo cercato una soluzione più personale, includendo un uso della melodia e della dissonanza che è poi divenuto un tratto saliente della band. Esso, negli anni, ha visto varie sfaccettature, il jazz metal di Painter's Palette e la sperimentazione dell'ultimo PNTK.

- Tu sei un personaggio che cura ogni risvolto della propria arte: dal sito internet, all'artwork del disco, dal merchandising a qualsiasi contatto utile per la band. Viene naturale pensarti, e magari dipingerti, come una sorta di padre-padrone all'interno del gruppo, anche se a naso credo tu sia l'esatto contrario.
Dove è collocata la verità?

I nostri pezzi nascono dalla mia chitarra, in seguito aiuto il resto della band ad arrangiare le proprie parti cercando di farli entrare nel mood che ho in mente per questo o quel momento musicale. C'è un bello scambio di idee tra noi, molto democratico e sereno. Mi sento di dire che ognuno ha ben chiaro in mente quale sia il proprio ruolo in questa band.

- Recentemente avete annullato il tour europeo, motivando il tutto per mancanza di professionalità e cooperazione tra i vari promoters. Anche questo è sintomatico della vostra cura nei dettagli, non vi basta salire su quattro assi del palco ma esigete il meglio in tutte le situazioni. Un comportamento che trovo serio e corretto nei confronti dei vostri fans.

In verità non è proprio andata così. Saremmo partiti anche con metà delle date in bilico, purtroppo è stato l'agente che ci ha offerto il tour a impedirci di farlo. Da tempo abbiamo capito che suonare dal vivo è l'unico modo concreto per far crescere la band: siamo disposti ad accettare anche situazioni che non sono propriamente delle migliori pur di poter proporre al pubblico la nostra visione delle musica estrema. Ci siamo già rifatti rifaremo comunque. Siamo appena tornati da un tour inglese come headliner che ha seguito il concerto più importante della nostra carriera, di supporto a The Fantomas/Melvins Big Band al Forum di Londra.

- In passato avete comunque sostenuto dei tour con artisti incredibilmente validi, come i Dillinger Escape Plan. Puoi raccontarci qualche aneddoto riguardo ai vostri precedenti gigs?

Abbiamo avuto la possibilità di suonare con musicisti davvero validi. Conservo centinaia di ricordi indelebili, qualche flash veloce. E' stato divertente:
- vedere i Locust mettersi il costume di scena e osservare poi i loro volti devastati una volta tolte le maschere..
- capire che molte delle mosse di Dillinger on stage sono minuziosamente studiate per non farsi male tra loro.

E' stato devastante:
- vedere Dave Lombardo fare sound check
- sentire il leader dei Necrophagist cantare e suonare la chitarra

E' stato un onore:
- conoscere Mike Patton, Buzzo, Ishann.

E' stato commovente:
- sentire Ishann che suona Inno a Satana con la mia chitarra durante un soundcheck al Motstoy festival in Norvegia. Cazzo, mi vengono ancora i brividi..

- La domanda è d'obbligo: avete già imbastito qualche idea per il nuovo disco?
La curiosità diventa morbosa riguardo alla vostra prossima evoluzione. Poi magari ve ne uscite con un dischetto di brutal death, che risulterebbe comunque spiazzante, eheheheh.

Stiamo lavorando al prossimo disco già da qualche tempo. Sarà un concept a sfondo sociale e ho delle idee molto precise circa il suono che daremo ai brani. Ci sarà più respiro e grazia, con scosse molte armoniose. C'è una pesantezza e una malinconia di fondo che si sta facendo sempre più marcata, inoltre, sto liberando il mio lato più blues. Avremo l'onore di collaborare con Eraldo Bernocchi per la produzione e preproduzione del disco.

- Ho come l'impressione che il contratto che avete con l'Earache non sia il classico rapporto " disco marchetta ogni anno ".

Earache è una potente indi di musica estrema che ci supporta con buoni budget per registrazioni, tour e promozione. Ha una distribuzione capillare e ci lascia completa libertà artistica: questo è il quadro. Se mi avessi chiesto se ritengo Earache la label giusta per la nostra proposta musicale credo che la risposta sarebbe stata differente..

- M'immagino comunque che non riusciate a vivere di sola musica, anche se dovreste visto il talento.

Vivere di sola musica è purtroppo un traguardo ancora molto lontano per la
band.

- La soluzione democratica sarebbe: Britney Spears in fabbrica, Davide Tiso a ritirare gli Awards per " Pain Necessary To Know ", non trovi?

Ah, ah, ah sei gentile ma va bene così, lasciami pure in fabbrica, non mi ci vedo a ringraziare dio e salutare la mamma in diretta mondiale.

Ok, Davide chiudi pure come vuoi.

Grazie per il supporto, vi invito ad ascoltare "Vector, third movement" e "Pleonasm", tratte dal nuovo album PNTK, che potrete scaricare dal nostro sito www.ephelduath.net, o dalla pagina www.myspace.com/ephelduath .
Un saluto a tutti, Davide Tiso.

Intervista a cura di Andrea 'ELASTIKO' Pizzini

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