Vanden Plas (Andy Kuntz, vocals)

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Dieci anni di carriera e mai un cambiamento di line-up. Quale sarà il segreto dei Vanden Plas? La band di Andy Kuntz sembra veramente aver trovato la formula del successo, e l'ultimo album, il meraviglioso “Christ0”, ne è l'ennesima conferma. Ecco cosa ci ha detto in merito il biondo singer tedesco, resosi recentemente protagonista anche di fortunati rappresentazioni teatrali.

Ciao Andy! Parliamo del nuovo album dei Vanden Plas, “Christ0”. Sono passati quasi quattro anni dall'uscita di “Beyond Daylight”, quali sono state le ragioni di una pausa così lunga?

Immediatamente dopo la pubblicazione di “Beyond Daylight” mio padre morì. Avevamo in programma di suonare diversi concerti in Francia e nel resto dell'Europa e così fummo costretti a cancellare alcune date. Successivamente presi la decisione di comporre un disco solista, un progetto che mi aiutasse a superare la perdita di mio padre e di altri componenti della mia famiglia, e così creai “Abydos”. Questa volta gli impegni si sdoppiarono tra le registrazioni negli studios ed i concerti dal vivo con la band, suonando dei grandi concerti in Turchia e Spagna. Il tempo passò veramente in fretta, e così dopo la pubblicazione di “Abydos”, presi la decisione di proporre il disco dal vivo in un teatro. Ne scrissi la sceneggiatura per il teatro e questo mi portò via molto tempo. Nel frattempo lavoravo coi ragazzi dei Vanden Plas sul materiale del nuovo album. Avevamo queste idee in testa già da cinque anni, e sapevamo chiaramente di voler scrivere una storia che si ispirasse profondamente al “Conte di Montecristo” di Alexander Dumas. Registrammo tutto con molta calma, perché la InsideOut non ci fece la minima pressione: volevano che fossimo in grado di pubblicare un grande disco, e sono enormemente grato per l'opportunità che ci hanno dato.

Ti va di presentare il nuovo disco ai nostri lettori? In che modo sei stato ispirato dal romanzo di Alexander Dumas?

Innanzitutto devo dire che il “marchio di fabbrica” dei Vanden Plas è sempre lo stesso. Negli ultimi quattro anni abbiamo lavorato spesso con grandi orchestre e cori, e abbiamo trovato un modo per integrare queste sonorità all'interno della nostra musica. Ci siamo riusciti senza risultare noiosi, limitandoci ad inserire questi elementi soltanto nei momenti in cui se ne sentisse davvero l'esigenza. Credo che l'arrangiamento dei nostri nuovi brani sia leggermente più orchestrale e più potente, ci sono dei riff molto aggressivi, e credo che negli ultimi anni abbiamo fatto notevoli progressi nella capacità di creare nuove sonorità. Per quello che riguarda la storia, cinque anni fa un mio caro amico, che è un attore teatrale piuttosto famoso qui in Germania, ebbe l'idea di creare un'opera teatrale ispirata al Conte di Montecristo di Alexander Dumas e ci chiese di occuparci dell'aspetto musicale. Questa è l'origine dell'idea. Nel corso dei mesi l'idea è cambiata leggermente, abbiamo deciso invece di fare un adattamento della storia di Dumas, ambientandolo ai nostri giorni. E' più un thriller criminale, molto simile a “Il Silenzio degli Innocenti” e ad “Angel Heart, Ascensore per l'Inferno”.

Quindi hai creato una tua versione della storia di Dumas. Quali sono state le difficoltà maggiori che hai incontrato nella stesura di questo concept?

Certamente la difficoltà maggiore è stata quella relativa alla scelta dei brani che sono finiti sull'album. Abbiamo scritto molti pezzi nel corso degli anni, con l'idea di dar vita ad un'opera teatrale monumentale, certamente più di dieci brani... direi circa quindici o venti. E quando è stato deciso che non avremmo pubblicato un doppio cd, abbiamo deciso di regalare ai nostri fan un album molto potente, in modo che potessero ascoltare parte delle canzoni prima dell'effettiva messa in scena dell'opera teatrale. Sì, credo proprio che la parte più difficile sia stata quella relative alla scelta delle canzoni ed al loro ruolo nella storia.

Ho letto che l'artwork del disco è una tua idea. Perchè hai scelto questa immagine particolare, che immagino rappresenti il conte stesso?

L'artwork è stato realizzato da Thomas Everheart, che aveva già lavorato a quello di “Beyond Daylight”. Ma l'idea della copertina è mia, e la maschera che si vede è stata realizzata dalla mia ragazza. In realtà l'uomo che interpreta il conte nella copertina sono io, la mia ragazza ha realizzato questa maschera che rappresenta proprio l'immagine del protagonista che avevo in mente quando componevo la musica ed i testi delle nuove canzoni. Ho cercato di trasmettere queste sensazioni “visive” che avevo in mente alla persona che ha curato l'artwork, perché fossero chiare quali erano le emozioni che volevo suscitare nell'ascoltatore. Il suo compito è stato quello di tradurre le mie parole nelle immagini dell'artwork.

“Il Conte di Montecristo” è una delle opere più importanti della letteratura europea. Hai mai pensato di scrivere un concept album su qualche altro libro di questo tipo?

No, in questo momento è un episodio isolato. Sono convinto che non sia stata affatto una brutta idea, perchè credo che nessuno ci avesse mai provato prima. E il libro è un vero capolavoro, non credo che sarebbe possibile trovarne uno più importante. Un nuovo disco dovrebbe cercare di superare quanto fatto con “Christ0”, e per questo motivo è meglio fare qualcosa di completamente diverso. Questo è il mio punto di vista in questo momento.

L'ultima canzone di “Christ0” è “Gethsemane”, una cover di uno dei brani più belli di “Jesus Christ Superstar”. In passato hai recitato e cantato spesso in questo musical, ed è avvenuto anche di recente, in compagnia degli altri membri dei Vanden Plas. E' un'opera che ti piace molto, vero?

Sì, mi piace moltissimo! Credo che sia una delle opere migliori di Andew Lloyd Webber, e ritengo che la canzone migliore che abbia scritto sia appunto “Gethsemane”. Mi piace molto di più interpretare Giuda che interpretare Gesù, perché credo che la parte di Giuda sia molto più “variopinta”. Ma quando sono sul palco sono sempre un po' geloso, perché Gesù è protagonista delle canzoni più belle! (ride) Abbiamo suonato di recente quest'opera coi Vanden Plas e devo dire che l'aver scelto “Gethsemane” è stata senz'altro un'ottima idea, ri-arrangiandola in maniera nuova. Ha un sound nuovo, si adatta bene al contesto Progressive, e alla fine abbiamo deciso di includerla come bonus track nel nuovo CD.

Andy, cosa ci dici di “Abydos”? Hai recentemente avuto l'occasione di presentarlo dal vivo sul palco del teatro di Kaiserslautern, giusto?

Devo dire di essere veramente fiero di “Abydos”. E' una cosa a cui tengo molto, pensa che ho scritto cinque diversi copioni per la rappresentazione teatrale, ci ho messo un anno. Quindi mi sono messo al lavoro col direttore per correggere i cinque copioni e ricavare quello definitivo. E' stato un lavoro estremamente duro. Dai primi giorni di Dicembre fino al 25 di Gennaio ci ho lavorato ogni giorno per almeno dodici ore. Quando sono uscite le prime recensioni dell'opera, non sono riuscito ad essere felice perché non me ne rendevo quasi conto. Ci sono riuscito adesso, dopo l'enorme mole di lavoro relativa alla promozione di “Christ0”, alla rappresentazione di “Abydos”, ai concerti coi Vanden Plas, all'interpretazione del Rocky Horror Picture Show di Dortmund. Me ne sono reso conto soltanto negli ultimi giorni, anche perché sono stato informato del giudizio “ufficiale” del teatro. Mi hanno chiamato dicendomi di essere veramente felici, che il responso era stato così positivo da voler proporre “Abydos” altre sei volte, anche grazie all'entusiasmo dimostrato dai fan. Nel primo giorno di vendita dei biglietti, dopo cinque ore tutti i tagliandi erano andati esauriti. E' una cosa incredibile, in questo momento mi sento come se fossi in un sogno.

Credi che ci sarà mai l'occasione di portare “Abydos” anche in altri teatri europei?

Forse. Ho ricevuto un paio di proposte, in particolare quella di spostare l'intera produzione per una serie di rappresentazioni in Francia, nella zona di Parigi, addirittura nel teatro di Versailles! Sarebbe fantastico. Ma ora dobbiamo valutare attentamente i costi, perché potrebbe non valerne la pena.

Andy, quali sensazioni hai provato la sera della prima di “Abydos”?

Ero davvero nervoso. Credo che fossi addirittura più nervoso dopo lo show che prima di esso. Ci eravamo preparati estremamente bene. E benché fossimo abbastanza sicuri delle nostre capacità, avendo provato ogni giorno per otto settimane consecutive, ero comunque molto ansioso, soprattutto per le reazioni del pubblico. E quando ho visto che al pubblico era piaciuto molto, che era rimasto lì addirittura venti minuti dopo la fine dello spettacolo, è stato fantastico. Quando sono uscito ho potuto parlare con le persone e vedere i loro volti, erano veramente emozionati dallo spettacolo. Per me è stata una sensazione incredibile.
Vedi, “Abydos” è l'ultimo regalo che ho fatto a mio padre. La possibilità di suonarlo in un teatro è stato l'ultimo regalo che lui ha fatto a me. E il fatto che sia stato un grande successo, è una cosa che davvero va oltre le parole che posso esprimere.

Cosa ci puoi dire invece dei prossimi progetti dei Vanden Plas? Avete intenzione di pubblicare un DVD a breve?

Sì, è così. Abbiamo parlato coi responsabili del teatro e ci hanno dato l'opportunità di filmare lo show di “Abydos”, probabilmente lo faremo nel mese di Maggio. E poi, se davvero riusciremo a realizzare il progetto di spostare lo spettacolo a Parigi, forse faremo qualcosa coi Vanden Plas. In realtà è da molto che aspettiamo di trovare un luogo adatto alla registrazione di un DVD, un luogo che non abbiamo ancora trovato. Se si potesse suonare “Abydos” per due sere, dopodiché affittare il teatro per altre due sere e fare due concerti coi Vanden Plas, con una scaletta totalmente diversa ogni sera, allora sicuramente coglieremmo l'occasione per registrare un DVD.
Per una grande band, tipo i Metallica, non è fondamentale che un DVD che si presenta sul mercato sia perfetto sotto ogni punto di vista. Noi non siamo così grandi, e quindi dobbiamo curare ogni dettaglio dell'uscita, compreso il luogo dell'evento. Quindi per ora aspettiamo, anche un altro anno. Ma ce la faremo!

Quando guardi al futuro dei Vanden Plas, c'è qualche sogno che ancora vorresti realizzare?

Ho già realizzato il sogno più grande che avessi. Uno spera sempre di avere sempre maggiore successo, ma non è una questione prettamente finanziaria: i soldi sono importanti, ma non tanto per il loro valore, quanto per la libertà e l'indipendenza che portano con sé. Non sei costretto a costrizioni di nessun tipo, neanche dal punto di vista stilistico, ci permette di scegliere liberamente cosa registrare. Quindi alla fine il grande obiettivo è sempre quello delle vendite.
Ma il mio sogno più grande è già stato esaudito. Ho sempre sognato di poter vivere grazie al mio lavoro di musicista, e ci sono riuscito. Non sono ricco, ma sono felice. Perché ho l'opportunità di esprimere la mia creatività come artista.
Quindi speriamo che le vendita possano andare sempre bene, in modo da essere liberi di suonare tutto quello che vogliamo, per rendere felici tanto noi stessi quanto i nostri fan.

Intervista a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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