Krell: evoluzioni della specie …

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Gruppo:Krell

I Krell sono la nuova avventura artistica di due veterani dell’Italia metallica come Luca Bonzagni (Crying Steel) e Francesco Di Nicola (Danger Zone, Crying Steel, Anims), musicisti capaci nell’esordio della band “Deserts” (realizzato per Sneakout Records / Burning Minds Music Group con il contributo del batterista Paolo Caridi, noto per le collaborazioni con Reb Beach, Geoff Tate, Michele Luppi, Ellefson-Soto), di proporre un suono maturo e sufficientemente diversificato, figlio della “tradizione” hard n’ heavy e non per questo fastidiosamente dipendente da modelli noti.
Ospitare Luca sulle nostre pagine per una indagine conoscitiva non può che essere, per me che lo ritengo uno dei grandi interpreti nostrani della fonazione modulata, un grandissimo piacere ….

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Ciao Luca … prima di tutto, bentornato nel rockrama e benvenuto su Metal.it! Da “vecchio” estimatore dei Crying Steel, nonostante mi fossi ripromesso di limitare al massimo i riflessi “nostalgici”, non posso proprio evitare di iniziare questa chiacchierata con il chiederti come valuti oggi la tua esperienza con quella “pionieristica” formazione e i motivi che ti hanno condotto ad interrompere quell’avvincente parabola artistica …
Ciao Marco e ciao a tutti i lettori.
Come prima cosa vorrei sinceramente ringraziarti per il benvenuto e per l’intervista!
Per rispondere alla tua domanda, in effetti si potrebbe proprio parlare di “pionieri”, con l’Heavy Metal si era agli esordi e a quei tempi non era certo diffuso né sdoganato come adesso. Ti posso dire che ci siamo divertiti tanto ed anche meravigliati per il relativo successo ottenuto, nonostante fossimo molto underground.
Per la seconda parte della domanda, ti riassumo brevemente i motivi dei miei due abbandoni.
Il primo abbandono (1989 circa) è avvenuto perché sono una persona creativa e con il “difetto” di aver bisogno costantemente di stimoli. Quando la musica diventa una semplice ripetizione di cose pregresse, senza avventurarsi in nuovi progetti e nuove idee, il mio interesse cala drasticamente. Decisi di lasciare proprio perché ero stanco di suonare sempre le solite canzoni. Uscito io, Alberto Simonini mi seguì a ruota…
Il secondo e definitivo abbandono è invece avvenuto a causa di un paio di fattori scatenanti, l’uscita di Alberto dalla band alla fine della registrazione di “The Steel Is Back” e ciò che questo ha innescato.
Nello specifico, uscito purtroppo Alberto, anima e cuore dei Crying Steel nonché, nel bene e nel male, vero collante e catalizzatore della band, sono saltati tutti gli equilibri esistenti e c’è chi si è sentito finalmente libero di mostrare la sua vera e reale personalità, fino a quel momento evidentemente repressa. Questo ha portato ad uno “scollamento” degli intenti ed interessi comuni e ad un insostenibile deterioramento dei rapporti fino all’increscioso episodio che mi ha a sua volta portato alla decisione di abbandonare definitivamente, senza alcun rimpianto.
Da quel momento, nessun tipo di rapporto con nessuno degli appartenenti, Alberto Simonini a parte, ovviamente.
I Crying Steel erano i “Crying Steel” quando c’era Alberto.
Uscito lui, Crying Steel è solo un nome, un insieme di lettere.
Ed ora arriviamo ai Krell, la tua nuova avventura musicale in condivisione con Francesco Di Nicola, una partnership che ha origini piuttosto “datate” e che dopo un primo “abboccamento” negli Anims, ha finalmente trovato piena concretizzazione nell’ottimo “Deserts” … ti chiedo di raccontarci l’iter che ha condotto alla genesi del progetto …
Io e Francesco ci conosciamo da 40 anni e negli ultimi tempi ci eravamo un po’ persi di vista. Il caso ha voluto che ci incontrassimo nuovamente e decidessimo di fare finalmente qualcosa insieme.
Così sono nati i Krell.
Non rimane, a questo punto, che informarsi su come è stato coinvolto nel gruppo anche Paolo Caridi, batterista di notevole valore e perciò professionalmente molto impegnato e richiesto …
Paolo, grandissimo professionista, ci è stato suggerito da Roberto Priori (fonico dell’album nei suoi Pristudio e “compagno d’ascia” di Di Nicola nei Danger Zone n.d.a). Ha accettato di partecipare al progetto e ne siamo stati ovviamente molto contenti.

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Ritengo l’opera stilisticamente parecchio intrigante, propugnatrice di una tipologia di hard n’ heavy piuttosto “maturo”, capace di metter a frutto in maniera vincente le vs. “gesta” di esperti frequentatori del settore … come e con quali obiettivi sono nate le canzoni del disco?
Quando abbiamo iniziato a comporre i brani, io e Francesco eravamo d’accordo su una cosa… non avremmo fatto Heavy Metal classico.
Deserts” è il compromesso tra stili e idee diverse scaturite in ambito compositivo, con il difficile equilibrio che si cerca di raggiungere quando nessuno deve essere scontento del risultato.
Il clima complessivo dell’albo, veste grafica e testi compresi, è anch’esso particolarmente suggestivo … ti va di raccontarci qualcosa di più in merito?
La veste grafica ed il contenuto del booklet sono stati realizzati per evocare in maniera visuale il mood dell’album ed uscire contemporaneamente dagli schemi standard convenzionali.
In tempi frenetici come i nostri, se dovessi indicare un brano dei Krell adatto a rappresentare meglio di altri la vs. “essenza”, quale sarebbe la tua scelta?
Sinceramente mi trovo un po’ in difficoltà …
Ogni brano ha una sua storia ed una sua collocazione all’interno dell’album. Non è certo un concept album ma ha una propria “linea” che scorre all’interno, su diversi “strati” e che lega ogni brano all’altro, percepibile ascoltandolo magari più volte in maniera attenta.
In termini di fruizione è un prodotto in controtendenza…ahahahah!

La tua voce è in splendida forma, capace di combinare innate doti tecniche con una spiccata maturità espressiva ed interpretativa … quali sono i tuoi modelli “storici” e quali i colleghi più “recenti” che stimi particolarmente? E ancora una piccola curiosità da fan … come hai vissuto l’antica nomea di “risposta italiana” a Rob Halford?
Troppo buono…
Sono stato accostato moltissime volte a Rob Halford ma è un accostamento insostenibile data la caratura di Halford.
Ringraziando comunque tutti quelli che lo hanno fatto, se andiamo ad analizzare tecnicamente le due vocalità, si può notare che eventualmente solo l’estensione possa essere confrontata, tutto il resto, a mio modestissimo avviso, no: timbro, tecnica, interpretazione, due stili e modi molto differenti.
Senza dimenticare che Halford è… Halford, punto.
Per quello che mi riguarda, ho sempre cantato come mi veniva, senza cercare di imitare consciamente nessuno.
Attualmente, se dovessi indicare un cantante, direi Myles Kennedy: secondo i miei parametri, il miglior cantante degli ultimi 20 anni.
Riuscirete a portare i brani di “Deserts” su di un palco? Quali sono le prospettive attuali da questo punto di vista?
Quando si presenterà l’occasione, certamente.
Come anticipato, sono felicissimo del tuo “ritorno”, ma sono anche curioso di sapere cosa ti ha spinto a voler di nuovo frequentare la scena musicale contemporanea, sempre più convulsa, superficiale e affollata …
Siamo totalmente d’accordo sulla definizione di scena…
Il motivo per cui ho ricominciato a suonare, nulla ha a che vedere con la “scena” o con il “business”.
È un bisogno interiore, una concretizzazione di emozioni, sentimenti, stati d’animo e necessità di comunicare.
È il motivo per cui PER ME fare musica, significa solo fare musica propria, comporla e suonarla.
Varie iniziative discografiche e editoriali hanno tentato di riportare l’interesse dei rockofili verso la storia del metal italiano … come valuti tali operazioni? C’è un gruppo (o più di uno …) che ritieni sia stato “criminalmente” sottovalutato?
Purtroppo l’Heavy Metal italiano è stato ampiamente sottovalutato in alcuni casi a ragione, in altri a torto.
D’altronde non è un “sound” nostrano e naturalmente presente nel nostro DNA
Lascio ad ognuno di voi la scelta di quali band inserire nelle due categorie.
Siamo alla fine, e dopo averti ringraziato moltissimo per la disponibilità, lascio a te le ultime parole “a schema libero” dell’intervista …
Marco, rinnovo i miei sinceri ringraziamenti per lo spazio concessomi in questa piacevole “chiacchierata” e saluto affettuosamente tutti i lettori. Ciao!

Immagini fornite direttamente dalla casa discografica
Intervista a cura di Marco Aimasso

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