Passiamo un po' di tempo con i Glacier

Info

Gruppo:Glacier

Con “The Passing of Time” i Glacier hanno davvero lasciato il segno da queste parti, Top Album per il nostro Frank, e diverse citazioni sulle Top Ten di fine anno. Visto che non lo avevamo fatto in occasione dell’uscita dell’album, diamo finalment voce al loro cantante, Michael Podrybau, con il quale esaminiamo il passato, il presente e il futuro della formazione statunitense

Sergio: È un piacere averti qui con noi per questa intervista con Metal.it, come stai, va tutto bene dalle vostre parti? Soprattutto con la pandemia di Covid-19 che si sta ancora diffondendo?
Sto benissimo, siamo in isolamento qui in Oregon. Speriamo che gli Stati Uniti mettano il Covid sotto controllo e che tutti possiamo tornare alle nostre vite. So che l'Italia è stata colpita in maniera incredibilmente dura, e spero che il popolo italiano, così come le persone in tutto il mondo, stiano meglio. Mi dispiace per tutte le perdite di vite umane.
Sergio: E come state affrontando questa crisi del Covid-19 come band? Avete dovuto rielaborare i vostri piani?
Beh, abbiamo il nuovo album, ma dato che non possiamo suonare in nessun concerto o festival, stiamo scrivendo del nuovo materiale, e abbiamo intenzione di pubblicare qualche singolo.
Frank: “The Passing of Time” ci è piaciuto moltissimo e nella recensione ho scritto un disclaimer "se amate il metal classico, comprate questo album". Accidenti Michael, avete fatto un lavoro grandioso e siete stati inseriti in molte classifiche di fine anno (anche nella nostra, ovviamente!). Ti aspettavi un simile riscontro?
Grazie mille, davvero non mi aspettavo quanto incredibile sia stata la risposta a “Passing…”. Però sono molto emozionato. È stato davvero fantastico vedere tutte queste fenomenali recensioni e critiche.

Immagine
Frank: Come sei riuscito, a distanza di così tanto tempo e con una formazione nuova, a mantenere una chiara direzione, a far sì che il disco suonasse in un certo modo? Voglio dire, non suona come una copia di un'altra band, suona classico ma c'è il marchio Glacier!
Non posso davvero attribuirlo ad un elemento specifico. Ho una passione selvaggia per il Metal classico, quindi sono ispirato da molte band che possiedono quel sound. Gli altri ragazzi ascoltano tanti tipi di musica diversa, e sono molto più giovani di me. Sono sicuro che la nuova musica ha indubbiamente una produzione migliore delle nostre precedenti uscite, ma capisco quello che stai dicendo riguardo al fatto che ha ancora il "Glacier feeling". I ragazzi sono tutti musicisti incredibili, e il nostro batterista, Adam Kopecky, è un songwriter incredibile e un multi-strumentista di talento. Quando suoniamo il vecchio materiale dal vivo, ognuno aggiunge la propria magia alle canzoni, pur rimanendo fedele alle composizioni originali, e penso che molto di questo sia entrato in gioco quando stavamo lavorando su "The Passing of Time". Onoriamo il passato della band e la storia del Metal tradizionale come genere, e nello stesso momento cerchiamo di riconoscere le abilità degli altri, e usiamo questa ispirazione per far progredire i Glacier.
Sergio: Tutte le composizioni provengono dalle stesse sessioni di scrittura e dallo stesso periodo, o appartengono a momenti diversi, forse qualcosa viene anche dal vostro passato?
Tre delle canzoni, "Sands of Time", "Live for the Whip" e "Infidel", sono composizioni originali della formazione Glacier del 1985, ma non erano mai state registrate. Abbiamo contattato Tim Proctor, il nostro bassista originale che ora suona negli Axecrack, e Loren Bates, il nostro batterista originale, e gli abbiamo chiesto se volevano partecipare con il basso e la batteria su quelle 3 canzoni. Ci siamo incontrati tutti insieme a Chicago per le sessioni di registrazione. È stato molto bello averli nel nuovo album, e loro si sono davvero divertiti a farlo.
Sergio: Avete affrontato in modo diverso il songwriting e le registrazione delle canzoni per il nuovo album, rispetto a MLP che è stato pubblicato nel 1985?
La maggior parte delle canzoni erano già state scritte quando mi sono unito a Glacier nel 1983, e ai tempi ho avuto solo un input minimo. Il nuovo album è stato scritto da tutti noi lavorando insieme e aggiungendo le nostre idee e ispirazioni che scaturivano lungo la strada.
Sergio: Qual è stata la chiave che ti ha convinto a prendere la decisione di riprovare prima come Devil in Disguise e ora come Glacier?
Il progetto dei Devil in Disguise era solo un tributo ai Glacier, e dovevamo suonare un solo show, il Ragnarokkr a Chicago. Poi il tutto è semplicemente decollato. Anche altri promoter hanno iniziato a invitarci a suonare in diversi festival. Alla fine, nel 2018, abbiamo ricevuto il permesso di usare ufficialmente il nome Glacier e poter andare avanti. In realtà stavamo già scrivendo nuove canzoni dopo pochi concerti.
Sergio: Facendo un passo indietro nel tempo, cosa è successo dopo "Glacier"? Questo MLP è valutato, ora come in passato, molto positivamente nella scena Heavy Metal ma nonostante questo vi siete sciolti. Cosa puoi dirci dei primi anni della band? Cosa non ha funzionato all'epoca?
Ci siamo divertiti molto allora, gli anni '80 sono stati incredibili per l'Heavy Metal. Suonavamo un sacco di concerti a Portland, Oregon, ed è stato sicuramente uno dei momenti migliori della mia vita. Sfortunatamente, i ragazzi decisero che volevano andare in un'altra direzione vocale, e mi chiesero di lasciare la band.

Sergio: Sempre riguardo al vostro MLP, puoi chiarire i motivi per cui c'erano due ben due diversi cantanti nei brani della "Side A".?
Negli anni '80, quando ero ancora nella band, eravamo stati avvicinati da alcune etichette, Parr Records e AxeKiller. Avevamo già registrato 3 canzoni, ma dopo che mi chiesero di uscire dalla band, avevano bisogno di altre 2 canzoni per ottenere il contratto discografico. Così hanno chiesto a Keith Flax di cantare su "When Heaven's at Hand" e a Rex McNew di cantare "Vendetta". Sono entrambi cantanti di talento e ragazzi davvero fantastici. Ecco perché l'EP ha 3 vocalist diversi.
Sergio: Ma la storia di "Glacier" non si è limitata al solo 1985, visto che ci sono state diverse riedizioni, vero?
Poco prima della sua scomparsa nel 2016, il chitarrista Sam Easley ha organizzato una riedizione dell'EP dell'84 dei Glacier per la Cult Metal Classics, una spettacolare etichetta discografica che ha sede in Grecia, con la quale lavoriamo ancora perché danno davvero un grande supporto al Traditional Heavy Metal, eppoi Manos e Kostas sono semplicemente dei ragazzi fantastici. Nel 2018, con il permesso di tutti i precedenti membri della band rimasti, l'abbiamo pubblicato di nuovo; quella volta, poiché il feedback era stato così positivo, abbiamo incluso una bonus track strumentale, una prima versione di "The Sands of Time". Un'altra ristampa del CD è uscita poi nel 2019, ma credo che l'unica differenza tra questa e le versioni precedenti siano solo le foto sul retro della copertina.  Più di ogni altra cosa, volevamo rimasterizzare l'EP, e dargli tutta l'attenzione che meritava, ma sfortunatamente, Thierry Wolf e la Axe Killer Records, una filiale della sua FGL Productions di Parigi, Francia, si sono rifiutati di restituirci i nostri master originali, nastri che sarebbero dovuti tornare negli USA (e nelle nostre mani) nell'aprile del 1988.  In realtà, a dire il vero, qualsiasi corrispondenza che Sam e i suoi avvocati hanno tenuto con la FGL/Axe Killer o è rimasta senza risposta o è stata accolta con "problemi di comprensione della lingua", anche se come uomo d'affari internazionale con numerose partnership negli Stati Uniti (e in tutto il mondo), il signor Wolf sembrerebbe avere una buona padronanza di diverse lingue.  In ogni caso, a causa della violazione del contratto da parte di Wolf, siamo rimasti senza i nostri master da rielaborare, ma mi piacerebbe assolutamente sentire quelle canzoni rimasterizzate in digitale.  E onestamente, quello di riavere quei nastri è stato uno degli ultimi desideri di Sam.  Nel 2016, Cult Metal ha pubblicato 100 box set numerati a mano che contenevano anche un sacco di merchandising dei Glacier. Infine, solo un paio di giorni fa, abbiamo ricevuto le ultime ristampe dell'EP - questa volta su due diversi dischi in vinile multicolore, e sono incredibili.  Devo dire che anche Andreas e Chris della No Remorse, la nostra attuale etichetta, sono ragazzi molto solidali, pazienti e perspicaci, e hanno fatto un lavoro eccellente con "The Passing of Time". Siamo estremamente fortunati a lavorare con così tante fantastiche persone.
Frank: Le canzoni del disco non sono mai troppo veloci e grazie a buoni riff, ottimi hook e giuste atmosfere, riescono a colpire nel segno ed il tuo cantato è sempre convincente. Negli ultimi 35 anni hai cantato solo sotto alla doccia o ti sei tenuto occupato con la voce?
Dopo Glacier, sono tornato indietro e ho riformato la mia band originale, gli Harlot. Abbiamo iniziato a scrivere canzoni, e ne abbiamo registrata una appositamente per il concorso di una stazione radio. Alla fine, tutto è andato in pezzi e abbiamo preso strade diverse. Mi sono trasferito a Los Angeles per un po', ma poi sono tornato di nuovo a casa in Oregon. Non ho fatto parte di una band dal 1986 fino al 2010 circa, quando ho iniziato a suonare con alcuni amici. E non ho fatto nulla di serio con la musica fino al 2016. Quando ho ricominciato a cantare le vecchie canzoni dei Glacier, cantavo in modo orribile, e ho pensato, "Non c'è modo che io possa farlo!". Ma con la pratica, la determinazione e il sostegno degli amici, sono tornato di nuovo in gioco.
Frank: I testi delle vostre canzoni hanno spesso a che fare col valore, col coraggio ed anche con il passare inesorabile del tempo. Parlaci un po' dei testi del disco, chi se ne è occupato? Come sono nati?
Adam Kopecky ha scritto la maggior parte dei testi, io ne ho scritti un paio, e il chitarrista Marco Martell ed io abbiamo scritto "Valor" insieme. Per quanto riguarda l'ispirazione, la maggior parte dei testi ruota intorno alla vita, alla morte, alla libertà, alla schiavitù, a Dio, a Jack lo Squartatore, a stregonerie di vario tipo e alle lotte del bene contro il male.
Frank: È innegabile che anche l'artwork dell'album catturi molto l'attenzione e catapulti in modo efficace l'ascoltatore all'interno di “The Passing of Time”. Avete avuto un ruolo nella scelta della copertina? Siete soddisfatti?
Ero amico di un tatuatore di nome Daniel Charles di Alice, Texas. Era un fan dei Glacier e chiacchieravamo abbastanza spesso. Quando abbiamo iniziato a cercare un artista per creare la copertina di "Passing..." ero determinato a trovare qualcuno come Eric Larnoy (RIP) che ha dipinto alcune delle prime copertine degli album dei Manilla Road o il lavoro di Ioannis con i Fates Warning. Avevo visto un dipinto sulla pagina Facebook di Daniel e gli ho chiesto se era anche lui un pittore. Mi ha mandato alcune foto di lavori che aveva fatto, e sapevo di aver trovato il mio artista. Gli ho mandato i testi e i file di 3 delle nostre canzoni originali e in un paio di giorni ha fatto uno schizzo della copertina dell'album. Era fantastico, così l'abbiamo assunto. È stato davvero fantastico lavorare con lui ed è semplicemente una persona fantastica. Ci sono alcuni altri album in uscita nel 2021 che ci consegneranno il suo fantastico lavoro. Sfortunatamente, è recentemente scomparso a causa del virus Covid, e mentre siamo rattristati dal fatto che il mondo vedrà solo una piccola parte del suo talento, ci si spezza il cuore per aver perso il nostro amico.
Frank: Sei l'unico membro originale rimasto dei Glacier e qualcuno malignamente ha detto che la band di oggi non dovrebbe nemmeno usare quel nome perché ora è totalmente differente. Che risposta vuoi dargli?
Spero davvero che cambino idea dopo aver ascoltato il nuovo materiale. Tre membri originali hanno suonato sul nuovo album, e penso che sia grande musica.
Frank: Il 2020 ha visto il ritorno di parecchie band che sembravano sepolte nella storia e che sono tornate con album davvero sorprendenti. Solo sulla vostra etichetta, la No Remorse, abbiamo gli Hittman, i Shok Paris, Sacred Outcry, oltre a voi naturalmente. Cosa ha scatenato il vostro ritorno in pista?
Siamo vecchi - Hahaha. Inoltre, amiamo la musica e condividerla con voi.

Immagine
Sergio: Sicuramente vi siete introdotti in un mercato completamente diverso da quando avevate iniziato. All'epoca non c'era lo streaming, non c'era YouTube, non c'era Facebook e altri social media. Come hai trovato il tuo ritorno da questo punto di vista?
È davvero fantastico poter scoprire le band su YouTube. Ne ho trovate molte che non avevo mai sentito nominare negli anni '80. Se non le sentivi sulla stazione rock FM o non le trovavi nel tuo negozio di dischi locale, non le avresti mai conosciute. Inoltre, condividere i file musicali a livello di gruppo su Internet è davvero utile, specialmente perché i ragazzi stanno a Chicago e io vivo in Oregon. Apprezzo la comodità di poter convolgiare le idee nella chat della band e ricevere un feedback immediato.
Sergio: Credi che la tua musica potrebbe avere successo in larga scala, o è limitata a una piccola (ma TRUE!) comunità?
Sarei molto contento di far crescere Glacier al livello successivo, ma amo davvero i festival metal underground. Ho incontrato così tante persone fantastiche lungo la strada, e sono grato per i molti nuovi amici che ho guadagnato.
Sergio: Grazie per il tempo che ci hai dedicato, c'è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori e ai vostri fan?
Un grande apprezzamento ad entrambi, Frank e Sergio, per questa opportunità. Vorrei anche estendere un enorme grazie a tutte le nostre famiglie, agli amici e ai fan da tutte le parti del mondo. Mi sento molto fortunato nel fare di nuovo ciò che amo di questa vita. Se non fosse stato per tutti i fan e il loro sostegno, niente di tutto questo sarebbe mai accaduto.
Thank you!!!

Intervista a cura di Sergio Rapetti e Francesco Gozzi
Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?