Necrodeath: At the roots of evil!

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Gruppo:Necrodeath
Prime mover della scena nostrana, i Necrodeath portano alta ormai da trentacinque anni la bandiera della musica estrema qui in Italia e all’estero. Approfittando dell’uscita dell’EP “Neraka” abbiamo raggiunto la band ligure al completo per scambiare quattro chiacchiere sulla nuova uscita e sui nuovi progetti. Come sempre umilissimi e disponibilissimi, ecco cosa ci hanno raccontato Peso, Flegias, Pier e GL…

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Roberto: Ciao ragazzi e benvenuti sulla pagine di metal.it.
Io inizierei dal vostro ultimo lavoro “Neraka”. Da quando siete tornati alla fine degli anni ’90 avete sempre pubblicato i vostri album tramite Scarlet Records. Ora siete invece passati alla Black Tears Of Death, che aveva già dato alle stampe lo split “Mondoscuro” con Cadaveria. Come mai questo importante cambio?
Peso: Nessun cambio… la Scarlet è l’etichetta con la quale abbiamo collaborato di più, ma noi non abbiamo mai firmato per più di una produzione alla volta e anche a secondo del tipo di produzione e del formato fonografico, abbiamo sempre valutato con chi uscire di volta in volta, senza escludere anche la totale autoproduzione (vedi “Old skull”)
R: Cosa mi dite, invece, riguardo la scelta di pubblicare un EP invece di un full lenght?
Pier: Dopo la pubblicazione di “The age of dead Christ” due anni fa sono seguiti quasi 40 concerti. L’anno dopo è uscito “Defragments of insanity” che ne ha avuti quasi altrettanti. Siccome il palco è una delle situazioni più divertenti e soddisfacenti per i Necrodeath, volevamo realizzare una nuova uscita sempre ad un anno di distanza. Però la continua attività live e gli impegni di tutti non rendevano facile il raggiungimento dell’obiettivo, così abbiamo preferito concentrarci su meno brani, realizzandoli comunque senza compromessi e al meglio delle nostre possibilità.

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R: La copertina rappresenta la modella Monica Tomaino nei panni di un angelo caduto, di Medusa e di una succube, che sono poi i temi trattati nei tre brani inediti, anche se non possiamo però parlare di concept vero e proprio. Vi va di approfondire un po’ la cosa?
Flegias: In realtà l’angelo caduto è rappresentato da Jacob Angel, artista di origine colombiana con cui abbiamo già avuto l'onore di lavorare in passato per dei nostri live e un videoclip, mente Monica (che è anche la sua compagna) rappresenta come dici tu le altre due figure femminili. Il concept è legato in qualche modo ad una sorta di viaggio infernale nel quale si incontrano questi demoni. Queste argomentazioni ci hanno dato l’opportunità, come spesso accade, di ampliare i nostri punti di vista, decisamente più terreni, attraverso l’uso allegorico delle parole. Per esempio, se ti parlo della caduta di Lucifero dal paradiso e della sua vendetta, magari è semplicemente da intendersi come la rivalsa degli ‘ultimi’ emarginati dalla società.

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R: Continuando a parlare di “Neraka”, a chi è venuta in mente l’idea di coverizzare “California uber alles” dei Dead Kennedys? E come mai la scelta è ricaduta proprio su questo brano e su questa band?
GL: L’anno scorso durante una cena tra amici sui colli liguri, dopo una serie di calici di vino un nostro caro amico ci ha ‘sfidato’ a coverizzare qualche gruppo fuori dal nostro consueto standard musicale e tra i nomi proposti sono stati citati i Dead Kennedys appunto. Personalmente conosco bene i Dead Kennedys e già in passato con altre band mi era capitato di suonare dal vivo “Holiday in Cambodia”, quindi riproporre un loro brano rivisitato da noi mi è sembrato da subito molto interessante. Da qui abbiamo deciso che “California uber alles” era perfetta per poter essere rivisitata in chiave Necrodeath e ci siamo quindi messi subito al lavoro per rifarla a modo nostro.
R: A questo punto non posso esimermi dal chiedervi notizie riguardo il prossimo album. Avete già iniziato a scriverlo? Avete già idea di quando riuscirete a pubblicarlo? Uscirà sempre per la Black Tears Of Death?
GL: Al momento non abbiamo idea se faremo un nuovo album, ma ci sono alcune idee che stanno prendendo forma, poi se uscirà o meno un album o un altro EP nel futuro, questo è ancora presto per dirlo. Lo stesso vale per la casa discografica che lo farà uscire, non abbiamo un legame vincolante con nessuno, quindi di volta in volta vedremo chi sarà interessato ai nostri nuovi lavori.

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R: L’anno scorso, invece, avete dato alle stampe “Defragment of insanity”, una nuova edizione di “Fragments of insanity” completamente ri-registrata ed arricchita da un nuovo artwork. Cosa vi ha spinto a pubblicare una riedizione del vostro secondo album e come mai avete optato proprio per quello e non per “Into the macabre”?
Flegias: “Into the macabre” è stato già ristampato più volte ed è tutt’ora presente sul mercato, mentre “Fragments of insanity” non lo è più. Non essendo il master di nostra proprietà l’unica opzione che avevamo per poterlo far riascoltare era di ri-registrarlo. Nonostante l’azione puramente divulgativa, è stato un piacere rispolverare quell’album e tutti noi (eccetto Peso che è l’unico membro rimasto di quella line-up) ci siamo rivolti con attitudine reverenziale, consci che per molti quel disco rimane una pietra miliare. Così abbiamo cercato di non stravolgere per nulla l’aspetto compositivo.
R: Prima abbiamo nominato “Mondoscuro”, uno split uscito nel 2016 insieme ai Cadaveria. Andando più indietro negli anni, precisamente al 1990, vorrei parlare un attimo di “Mondocane”, il progetto messo su dai Necrodeath e gli Schizo. La differenza fondamentale è che all’epoca componeste un vero e proprio album insieme, mentre “Mondoscuro” vede le band collaborare in maniere differente. Pensate che ai giorni nostri sarebbe possibile mettere su un progetto come quello di allora? Pensate sia possibile, per due band di oggi, instaurare un legame solido come quello che c’era tra voi e gli Schizo alla fine degli anni ’80?
Peso: Tutto è possibile, siamo nell’era della tecnologia e del digitale per cui se dovesse nascere un bel feeling tra due band, realizzare un progetto simile sarebbe molto più facile di come lo realizzammo noi alla fine degli anni ‘80.

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R: Nell’immaginario collettivo la collaborazione tra Peso e Flegias è cementata, ma penso che ormai altrettanto possa dirsi per Pier e GL, nella band da 12/13 anni. Qualcuno aveva visto con un po’ di diffidenza l’ingresso di Pier nella band, vista la sua estrazione più melodica. In questi anni, invece, ha dimostrato di essersi calato appieno nello stile del gruppo e di essere in grado di creare riff e melodie sinistre come la vostra musica richiede. Siete d’accordo? Pensate di aver trovato finalmente la line up definitiva per i Necrodeath?
Flegias: Assolutamente si. Con Pier e GL abbiamo, oltre che due amici favolosi, dei musicisti con i controcazzi che sanno esattamente cosa voglia dire suonare nei Necrodeath… che non è cosa da poco. Oltre sopportare me e Peso, bisogna essere molto ‘smart’ sul palco, farsi carico di una serie di responsabilità (ognuno di noi ricopre un ruolo ben preciso in tutto ciò che è extra musicale nei Necrodeath), e soprattutto saper suonare il proprio strumento come se non ci fosse un domani.
R: Da molisano vorrei farvi una domanda un po’ particolare. So che suonate decine di concerti quindi non è facile avere memoria di ognuno di essi, ma avete qualche ricordo o aneddoto divertente riguardo la vostra partecipazione al “Magma Pure Underground Festival” del 2018 a Vinchiaturo (CB), dove ho avuto peraltro il piacere di dividere con voi il palco con la mia band?
Pier: Diciamo che la memoria non è il nostro forte, però se non mi sbaglio ricordo che era stata una bella serata con tanta affluenza, avevo pubblicato un video mentre salivamo sul palco… (http://tiny.cc/5adznz)
R: Volevo aprire una piccola parentesi relativa all’assurda situazione che stiamo vivendo a causa del Covid-19. Voi da addetti ai lavori come vedete la situazione musicale nei prossimi mesi? I festival estivi sono stati tutti annullati. Pensate che in autunno si potrà tornare a suonare dal vivo o dobbiamo mettere una croce su questo 2020? Credete che il modo di fruire la musica dal vivo cambierà definitivamente?
GL: Sicuramente quello che stiamo vivendo è un evento così eccezionale che coglie impreparati tutti e che ovviamente poterà gravi danni sia per le band che vivono di musica che per gli addetti ai lavori nel settore musicale. È difficile fare previsioni ora di come sarà stravolto l’ambito musicale, di sicuro nulla sarà come prima e temo che la diffidenza creata dall’allontanamento sociale ce la porteremo nei prossimi anni, almeno fino a quando non sarà debellato definitivamente il virus. Quindi credo che purtroppo i concerti live e soprattutto i grandi festival con capienze e affollamento di persone a stretto contatto, non si potranno fare prima della vaccinazione di massa. Questo ci rende molto tristi, perché la nostra musica è fatta anche di contatto fisico, sudore e passione che il pubblico ci restituisce mentre siamo sul palco.

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R: Per concludere questa intervista, avete un messaggio particolare da lasciare ai vostri fans italiani e nello specifico ai lettori di metal.it in questo momento così assurdo che stiamo vivendo?
Pier: Grazie mille per questa intervista, invitiamo tutti a visitare il canale Youtube Necrodeath dove trovate il nuovo lyric video del brano “Inferno” ed il nostro migliore augurio è sempre quello di vederci preso in occasione di un nostro concerto!

Intervista a cura di Roberto Alfieri

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