RED AIM (El Davide, bass)

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Gruppo:Red Aim

Ridendo e scherzando, e nel caso dei Red Aim la definizione calza a pennello, la formazione germanica è giunta al suo quarto full-lenght, il secondo per Metal Blade, concentrando le forze per ottenere il lavoro della definitiva affermazione. Visti i numerosi commenti positivi della critica i loro sforzi paiono aver avuto successo, così noi ne abbiamo parlato con El Davide, bassista dei rockers tedeschi…

- Partiamo dalle novità. Adesso in formazione avete un tastierista fisso, vuoi presentarcelo?
- Quello che hai detto non è esatto! Chi si è unito a noi non è un comune tastierista, signore e signori un grande applauso all’Hammond fatto persona: Mister Ray Volva!!!
Ray è nel gruppo ormai da più di un anno e suona Hammond, Rhodes, e qualunque cosa gli capiti a tiro..!!

- I numerosi passaggi di tastiere in “Niagara” creano un’atmosfera molto anni ’70 e certamente si tratta di un album più hard rock rispetto a “Flash for fantasy”. Oggi il vostro sound ricorda parecchio le grandi bands seventies, è stata una vostra scelta precisa o piuttosto un evoluzione naturale?
- E’ stato tutto naturale. Su “Flash for fantasy” c’erano i nostri primi esperimenti con l’Hammond, che aveva dato maggior profondità e spessore alle canzoni. Allora abbiamo cercato qualcuno che potesse suonare le tastiere nei concerti, ed abbiamo trovato Ray. Il suo contributo è stato determinante per lo sviluppo ed il miglioramento del nostro stile, e poi ha portato una ventata di energia ed allegria perche è un tipo davvero folle!!
Quindi su “Niagara” abbiamo usato le tastiere in modo più massiccio ed ancora più aggressivo, ed il risultato in qualche modo ci avvicina al grande hard rock del passato.

- In alcuni brani del disco è presente un coro di bambini, chi sono e come mai è nata questa collaborazione?
- E’ un idea che avevamo già da qualche anno, volevamo provare il contrasto tra la nostra musica pesante e rocciosa e le voci delicate e melodiche dei bambini. Così lo abbiamo realizzato grazie all’Hagen Children Choir e per quanto mi riguarda è stato un successo completo.

- E’ consuetudine di ogni band dichiarare che l’ultimo album è il migliore della carriera, il più completo, il più maturo, ecc. Nel vostro caso però sembra sia davvero la verità. Rispetto al passato “Niagara” è più ragionato, c’è maggior cura nel songwriting e migliore varietà di soluzioni, meno stravaganza che nei primi lavori, sei d’accordo?
- Assolutamente sì !!! Il punto è che il nuovo disco lo abbiamo composto lavorando tre mesi, anche sei giorni alla settimana, curando ogni dettaglio nel nostro studio di ricerca. Volevamo a tutti i costi produrre un album compatto e vario e ci siamo presi il tempo necessario. Tanto per farti un paragone, “Flash..” lo avevamo scritto in sole sei settimane…

- Quindi adesso dobbiamo considerarvi dei musicisti seri e cerebrali, o siete ancora i soliti folli dannati del rock’n’roll?
- Ah,ah! Non ci frega niente di questo!! Non ci interessa diventare supertecnici dello strumento e neppure i fuorilegge del rock’n’roll, suoniamo quello che ci piace e basta. Certo che difficilmente potrai mai definirci una band cerebrale, ahah!!

- “The stupidity of going east” è una delle migliori canzoni del cd, con un titolo che trovo curioso. Di cosa parla?
- E’ una storia lunga da spiegare, in sostanza riguarda un tizio che sarebbe dovuto comparire sull’album, ma mentre noi eravamo in studio a registrare lui stava a farsi i suoi affari a St. Petersburg, per cui nel disco non puoi sentirlo. La canzone è dedicata a lui.

- Come va con la Metal Blade, vi appoggiano completamente?
- In tutto. Stanno facendo un ottimo lavoro con noi, ci sostengono in ogni cosa, davvero grandi!!

- In una precedente intervista mi avevi accennato di alcuni problemi con il pubblico tedesco, che faticava a capire ed accettare una band bizzarra e divertente come la vostra. Ora come stanno le cose? Avete finalmente conquistato la Germania?
- Ah,ah!! Sì, la Germania è in mano nostra!! Ma andrà ancora meglio quando la gente capirà che noi non ci siamo mai sforzati di costruire un’immagine particolare, di voler sembrare stravaganti ad ogni costo, semplicemente mettiamo un sacco di allegria in quello che facciamo e ci divertiamo a suonare la nostra musica. Tutto qui, niente di complicato!

- Chiudo con la domanda più ovvia, quando vi vedremo in Italia?
- Proprio in questo periodo stiamo programmando i tour dell’immediato futuro, e sono convinto che ci vedrete da voi molto presto. Sappiamo benissimo che avete il miglior vino e le più belle donne, e soprattutto che siete maestri nel divertimento (..si, stiamo tutto il giorno a cantare e ballare…nda.), quindi non ci faremo scappare l’occasione di suonare in Italia. A presto!!!!

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