Katatonia: la caduta di tutti i cuori

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Come scritto in sede di recensione, "The Fall of Hearts" è un album che può o non può piacere ma è, e resterà, un album Katatonia al 100%.
Nel corso degli anni, il gruppo svedese ha infatti sviluppato un suono fortemente personale nella sua tristezza e melanconia, un suono che ieri (metal estremo) come oggi (rock/metal a tinte fosche) continua ad emozionare.
L'uscita del nuovo album è stata per Metal.it l'occasione adatta per scambiare due parole con il batterista Daniel Moilanen entrato nel gruppo l'anno scorso...

Sono trascorsi quattro anni dal vostro ultimo studio album e la band, ovviamente credo, è progredita durante questo periodo. Quindi mi domando, come potresti descrivere il nuovo “The Fall of Hearts” guardando al vostro passato?
Guardando al nostro passato, credo che “The Fall of Hearts” sia il perfetto compendio di quello che sono i Katatonia. Sia musicalmente che quando dai uno sguardo al feeling generale dell’album. Il suono è ancora inconfondibilmente Katatonia sebbene la musica sia più progressive che mai. Personalmente descriverei l’album come “estremo” nel senso di come noi abbiamo approcciato le cose. Non sto dicendo che l’album sia eccezionalmente tecnico o molto diverso da quanto fatto prima, ma, per me, è estremo nel suo essere multiforme.
Qual era la direzione, se ce n’era una, che volevate prendere con il nuovo lavoro?
Verso l’alto ed in avanti. Non c’erano specifici pensieri di come l’album avrebbe potuto essere e di come sarebbe stato “progressive”. Credo che ci siamo semplicemente resi conto che avrebbe potuto essere fatto e tutto questo ha fatto si che le canzoni, forse, prendessero differenti direzioni. O, forse, non differenti quanto piuttosto parallele a quello che avremmo potuto fare.
Esiste un singolo tema rintracciabile attraverso le liriche del disco?
Non un tema specifico, credo. Le liriche, come sempre, hanno a che fare coi differenti colori della paletta delle emozioni umane. Ho avuto l’impressione che questo album sembri più speranzoso rispetto ai precedenti ma in realtà credo che sia il disco più nero che i Katatonia abbiano mai fatto.
Puoi dirmi qualcosa circa il processo di scrittura di “The Fall of Hearts”? I cambiamenti di line up ne hanno influenzato il processo?
Non so se i cambiamenti di line up in se abbiano influenzato la procedura di composizione. Credo che sia Anders che Jonas (rispettivamente chitarra e voce del gruppo ndr) abbiano una sorta di loro strada personale in cui creano il proprio materiale. Sono stato coinvolto sin dall’inizio nelle dinamiche del gruppo sebbene non abbia scritto nulla per il disco a parte un testo, ma il mio modo di suonare suppongo li abbia influenzati nello scrivere, per quanto il processo di scrittura sia più o meno sempre lo stesso.
Ritengo che il nuovo album sia più sofisticato se paragonato a quelli precedenti: è corretto il mio punto di vista? L’esperienza in chiave acustica di “Sanctitude” ha avuto un peso specifico nella creazione della musica?
Alle mie orecchie l’esperienza di “Sanctitude” ha plasmato l’album, insieme con quella di “Dethroned & Uncrowned”. Quei due album sono stati il perfetto ponte tra il suono molto imponente di “Dead End Kings” e ciò che siamo oggi. Il tuo punto di vista è assolutamente corretto: questo è l’album sicuramente più sofisticato sebbene credo sia molto “suonabile” nell’approccio.
Perchè un titolo come “The Fall of Hearts” e come ritieni che l’artwork sia in linea con esso?
L’artwork desolato e vuoto che accompagna “The Fall of Hearts” è perfetto per la musica in esso contenuta. Sebbene il disco sia complesso ed articolato, credo si basi su una solitudine ed un vuoto che solo l’età e l’esperienza possono garantire e dal momento che, come ho detto, questo lavoro è una sorta di compendio di tutto quello fatto dai Katatonia in precedenza, ritengo che la cover rappresenti anche tutto questo. Naturalmente l’uccello è un indizio, ma credo che anche lo sfondo sia una prova che siamo al cospetto di un album dei Katatonia.
Per quanto concerne il titolo esso può essere inteso nel senso dell'autunno e dell’approssimarsi della fine dell’amore o della vita o anche propriamente con la caduta del cuore…Ho letto i testi e naturalmente hanno molto a che fare con la morte o la perdita e “The Fall of Hearts” è in relazione a tutto questo.
Una mia curiosità: perchè usate così spesso gli uccelli per i vostri artwork?
Gli uccelli simbolizzano sia la libertà che la morte ed entrambe sono intrecciate. Il corvo, storicamente, è anche connesso con il lato oscuro della vita e della mitologia e tutto ciò è profondamente collegato con quanto Jonas e Anders hanno creato con i Katatonia in tutti questi anni
Qual è il segreto per create una musica così emozionale ed intima come la vostra? E’ una questione di attitudine?
Forse non proprio una questione di attitudine quanto piuttosto uno specifico modo di pensare. Certamente non viviamo ogni giorno pensando al destino o all’oscurità ma è innegabile che questi elementi siano in noi. Inoltre al fine di creare musica emozionale è necessario calarsi all’interno di certi elementi piuttosto che cazzeggiare mentre si sorseggia del vino rosso. Tutto è incluso nel package, ovviamente, ma l’intimità che puoi sentire ascoltando i Katatonia è l’intimità che viene fuori dai suoi creatori. Le persone che tengono i propri sentimenti imprigionati dentro se stessi come segreti che non devono essere ricordati… beh è proprio un’altra cosa.
Ritieni che i Katatonia suonino una sorta di musica depressiva?
Credo che il suono dei Katatonia abbia più a che fare con la melanconia che con la depressione. Definirla depressa, alle mie orecchie, da una connotazione piuttosto negativa dal momento che la musica (per lo meno la maggior parte) ti da la possibilità di provare sentimenti non tanto di privartene. Un esempio di vera musica depressa per me sono i primi Swans. Una musica che ti fa sentire vuoto dentro. La musica dei Katatonia, invece, ti riempie di emozione, tristezza forse ma che ti colma il cuore.
Che cosa è la musica per te?
La musica è per me la via per raggiungere quello che non posso vedere o sentire dentro me stesso. Proprio come la letteratura che direttamente tocca e segna la mia mente ed i miei pensieri, così la musica tocca ciò che io provo e tocca anche quelle cose che non sapevo esistessero. La musica non è esclusivamente melodia o struttura ma la somma di una mente creativa. Non vorrei osare a dire che la “musica è la mia vita” ma di certo la mia vita sarebbe vuota senza di essa e non solo nel senso del silenzio.
Le ultime parole famose…
La fine di ogni buona musica è quella di influenzare l'anima (risposta in italiano ndr).
Intervista a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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