Pop Evil: scontro tra due anime

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Dopo un grande successo negli Stati Uniti, successo confermato anche al momento dello sbarco in Europa con l'album "Onyx", i Pop Evil sfornano "Up" e si dimostrano una solida realtà nel mondo musicale odierno. Abbiamo l'occasione di scambiare due chiacchiere col frontman Leigh Kakaty, sentiamo cos'ha da dirci.

Ciao ragazzi e benvenuti su Metalhammer.it! Per i nostri lettori che non vi conoscono, come vi sentireste di descrivere voi stessi e la vostra musica?
I Pop Evil sono una rock band proveniente da Grand Rapids, Michigan. I primi abbozzi di band risalgono al 2001 e nel 2008 abbiamo iniziato a fare qualche tour negli Stati Uniti. Il nostro penultimo album, “Onyx”, ha prodotto il nostro primo singolo che è arrivato al numero 1 delle classifiche, seguito da altri due brani. Attualmente siamo in tour con i Three Days Grace per la promozione del nostro nuovo album, “Up”.
Qual è l’origine del vostro monicker?
Il nome Pop Evil significa prendere due estremi e farli scontrare tra di loro. La nostra musica rispecchia questi estremi, spaziando dall’hard rock alle ballate, compreso tutto ciò che ci sta di mezzo. Siamo cinque ragazzi con influenze musicali molto diverse tra loro e queste differenze sono ben definite nella nostra musica e nei brani che suoniamo.
La band è nata nel 2001 ma il vostro primo album in studio è datato 2008. Avete mai perso la speranza di garantirvi un contratto discografico in quei 7 anni?
No in realtà no, effettivamente non abbiamo avuto un contratto discografico ma erano anni formativi per noi. Abbiamo speso molto tempo suonando cover e costruendoci un primo budget per creare il nostro primo album, esattamente nel modo in cui volevamo farlo.
“Up” è il vostro quarto album, un traguardo notevole nell’odierno music business. Quali sono i vostri pensieri a riguardo? Siete completamente soddisfatti del prodotto finale?
Ben penso che ogni band preferisca il proprio ultimo album ai precedenti, quindi è davvero difficile non essere contenti. Siamo davvero molto soddisfatti, sentiamo di aver veicolato il nostro messaggio nella giusta direzione e non potremmo esserne più orgogliosi. La risposta dei nostri fans e dell’industria musicale è stata superba e siamo davvero molto felici
Quali sono le maggiori differenze tra “Up” e “Onyx”?
“Onyx” arrivava da un luogo oscuro. C’era molta tensione durante la creazione del disco e tutto questo sentimento negativo si è riversato in maniera positiva nell’album. “Up” riparte esattamente da dove era finito il disco precedente ma in una luce più luminosa. Parla di affrontare i problemi che ti buttano giù e lottare per risollevarti e “andare oltre”.
Se foste obbligati a scegliere solo una canzone della vostra discografia, per rappresentarvi, quale scegliereste e perché?
Beh penso che avresti una risposta diversa da ognuno di noi, senza dubbio. C’è una grande varietà di canzoni nel nostro catalogo, quindi è difficile scegliere. Per quanto mi riguarda, “Take it All” è una canzone che descrivere perfettamente dove siamo ora. Siamo una band affamata e pronta a fare il meglio possibile, indipendente da quanto magari possiamo venire ostacolati. Noi non ci tiriamo indietro.
“Onyx” è stato pubblicato in Europa solo nel 2014, dalla Eleven Seven Music. Siete soddisfatti dal feedback europeo? Quali sono le maggiori differenze tra il pubblico americano e quello europeo?
Ci sarebbe piaciuto davvero tanto che l’album venisse pubblicato ovunque nello stesso periodo. E’ stato complicato gestire la situazione per noi, perché quando l’album è uscito in Europa noi eravamo già ad un punto finale di promozione negli States. Il nostro nuovo album invece è uscito contemporaneamente in tutto il mondo e ci sta rendendo le cose molto più semplici. I fan americani sono solitamente trascinati dalle canzoni che passano in radio, mentre quelli europei sono più attenti al mercato di Internet, non avendo una copertura radiofonica allo stesso livello di quella americana.
In questi quasi 15 anni di carriera avete affrontato diversi cambi di line-up. Come li avete affrontati? E’ stato difficile dover avere a che fare con un nuovo membro, una nuova persona, un nuovo modo di suonare?
Sorprendentemente non abbiamo mai avuto nessun tipo di difficoltà a riguardo. E’ sempre difficile rimpiazzare qualcuno che aveva legato coi fan, ma fortunatamente i nostri cambi di line-up sono stati prima di iniziare i tour, quindi non è mai stato un problema. Abbiamo avuto la stessa line-up per gli ultimi due album, i più importanti a livello commerciale e personale, quindi non potremmo essere più contenti di così.
Qual è la band preferita tra quelle con cui siete stati in tour?
Ce ne sono parecchie a cui siamo molto legati. Se dovessi dirne una, direi i Theory of a Deadman. Persone splendide.
Quali sono le vostre ispirazioni come musicisti?
Anche qui, avresti senza dubbio risposte molto differenti da ogni membro della band. Personalmente ti direi che tra i miei preferiti ci sono i Pearl Jam, Stone Temple Pilots, The Cult, Led Zeppelin, Metallica e Nine Inch Nails.
Qual è la tua opinione riguardo i talent show, quali X-Factor o America’s Got Talent? Pensi siano qualcosa di negativo o positivo per il music business?
Credo che propongano una realtà distorta del mondo della musica e di quello che ad esso è legato. A parte questo, penso non abbiano minimamente impatto sulla nostra carriera o sui nostri fan, quindi non ho mai messo molto interesse nell’argomento.
Quali sono i vostri piani per il futuro?
Siamo attualmente in tour con i Three Days Grace e a breve lo saremo coi nostri amici Theory of a Deadman. E poi..beh, grandi cose per il 2016!!
Dove vedi i Pop Evil tra 10 anni?
La speranza è che saremo ancora sulla cresta dell’onda, magari raggiungendo un buon equilibrio tra fasi di scrittura e tour. Siamo stati in giro parecchio negli ultimi 7 anni, sarebbe piacevole rallentare un po’ nei prossimi 10 anni. La vera sfida è rimanere creativi senza essere “schiavi della strada”, senza dover dipendere troppo dai concerti.

Quoth the Raven, Nevermore..
Intervista a cura di Andrea Gandy Perlini

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