Vital Breath: speranze e intenti della nuova band francese

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L’arduo compito di aprire il PPM Fest sul secondo palco è capitato ai francesi Vital Breath, una nuova band autrice di un interessante metal melodico che si affaccia al grande pubblico con il primo disco, Duality. Subito dopo l’esibizione abbiamo potuto scambiare qualche battuta con il cantante e chitarrista del gruppo, che nonostante qualche problema dovuto a un po’ di influenza, ha affrontato egregiamente la prova del palco e la chiacchierata con metal.it!

Parliamo di questo album appena uscito, Duality. Cosa deve aspettarsi la gente? Come descriveresti la vostra musica?
E’ un metal che ha diverse influenze: alcuni di noi vengono dal classic, altri ascoltano cose più estreme, mentre io vengo principalmente dal pop. Il disco è il risultato di questo mix, è molto melodico ma allo stesso tempo diretto e potente.
Di cosa parlano i testi?
A partire dal titolo, tutto ruota intorno alle due realtà che convivono nell’uomo, al bene e al male. Si parla di sentimenti umani, di ciò che intimamente appartiene all’uomo.
Oggi riuscite a vivere di musica?
Siamo tutti musicisti professionisti, ma tutti oggi viviamo grazie alle cover band che abbiamo. Il sogno è quello di poter avere i Vital Breath come attività principale, ma è dura.
La Francia non è molto conosciuta per la scena rock/metal. Cosa puoi dirci a riguardo?
Il metal in Francia è molto underground, non è molto popolare. Se vuoi diventare famoso non puoi suonare metal, ma nemmeno rock. Anche le cover band di cui ti parlavo prima sono decisamente soft, niente di troppo pesante.
I talent show sono diffusi anche in Francia? Cosa ne pensi?
Abbiamo un amico che ha fatto The Voice, ma questi show non sono certo fatti per la gente con una mentalità musicalmente evoluta. La gente che ascolta musica solo grazie a TV e radio è chiusa e limitata, senza alcuna cultura musicale. Questo tipo di show è costruito per piacere a loro, quindi non può dare assolutamente niente al mondo della musica.
In altri paesi, soprattutto al nord, lo studio della musica viene incoraggiato e promosso nelle scuole. Qual è la situazione in Francia?
Oh, la situazione è drammatica. In Francia la musica è considerata solo un hobby, non viene insegnata a scuola, ad eccezione del flauto e di qualche nozione sul pentagramma e sulla storia. Il paradosso è che abbiamo comunque grandi musicisti in Francia, ma sicuramente non hanno imparato a scuola. Chi vuole imparare lo deve fare attraverso le scuole private o da autodidatta.
Ok ragazzi, grazie mille, abbiamo finito! Volete dire qualcosa ai nostri lettori?
Certo! Mi raccomando, ragazzi, venite a scoprire i Vital Breath! Speriamo che la nostra musica vi piaccia e di poter venire presto a suonare in Italia. Stiamo lavorando all’organizzazione di un tour di supporto al disco, quindi speriamo davvero di vedervi presto!
Intervista a cura di Alessandro Quero

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