Black Metal - Il principe della morte

L’improvvisa scomparsa di Dead non fu per Euronymous motivo di sconforto, anzi creò in lui una prodigiosa ispirazione che si tradusse in numerose iniziative che videro la luce proprio in quel periodo. Il Black Metal si stava sviluppando, sia musicalmente che concettualmente, ed Øystein si rese conto che il movimento aveva bisogno in tempi brevissimi di due fertilizzanti: diffusione e auto-finanziamento. Per raggiungere questi due obiettivi si premurò di aprire un negozio e una casa discografica, che mostrarono da un lato la grande lungimiranza di Euro e dall’altro la sua incredibile incapacità nel gestire i pochi soldi a sua disposizione.

Il negozio Helvete (parola che in norvegese significa "Inferno") sorse a Oslo nell’Agosto del 1991, nel quartiere popolare ad est della stazione dei treni, abitato per la maggior parte da immigrati e rifugiati. L’atmosfera relativamente cosmopolita e "alla mano" non sembrerebbe proprio quella migliore per far sorgere un ritrovo del genere, ma solo in un ambiente di questo tipo (e l’enorme pugno che stringe una rosa - simbolo del socialismo - che si può osservare a Grønlandstorg è un messaggio evidente) l’austera comunità norvegese sarebbe riuscita a tollerare un’entità tanto disturbante. Da fuori, dati i vetri oscurati, una persona qualsiasi l’avrebbe potuto facilmente scambiare per un qualsiasi sexy-shop o cinema per adulti, ma una volta entrati all’interno i dubbi sarebbero immediatamente stati fugati: pareti dipinte completamente di nero, tappezzate di poster e vinili di Celtic Frost, Bathory, Venom, con raccolte di oggettistica simil-esoterica rubata probabilmente in qualche raid nelle chiese della zona. Euronymous aveva preso in gestione un locale troppo grande rispetto alle reali esigenze del suo negozio, con il risultato che furono chiuse varie altre stanze prima di trovare l’equilibrio giusto. Ma il prezzo dell’affitto era altissimo, e le entrate praticamente nulle (Varg Vikernes disse che Øystein regalava addirittura i dischi ai clienti, e che spesso veniva beccato a mangiare cibo comprato dai pachistani del negozio accanto con i soldi della cassa), con il risultato che presto il bilancio dell’attività arrivò ai limiti del fallimento. Nel retro il leader dei Mayhem aveva ricavato un piccolo appartamento che fungeva sia da sua dimora personale, sia da stanza per gli ospiti: nel poco più di un anno di vita del negozio vennero a viverci personaggi come Bard Faust e Varg Vikernes, contribuendo a creare quell’embrione di comunità e di scambio personale che almeno nei primi tempi fu alla base del movimento. Nell’Helvete si incontrarono, e probabilmente formarono anche le loro diaboliche menti, i musicisti di gruppi come Darkthrone e Immortal, mentre si narra che Euronymous buttò fuori a calci dal negozio due ragazzetti che lo infastidivano cercando di sembrare duri e cattivi: quei ragazzetti erano Satyr e Frost, e la mancata approvazione del loro comportamento da parte di Øystein fu la causa del loro successivo risentimento nei suoi confronti. I progetti di Euronymous erano ambiziosi quanto stravaganti: i visitatori dell’Helvete, secondo i suoi piani, avrebbero dovuto portarsi una candela da casa, perché l’intero locale sarebbe stato avvolto dall’oscurità più completa. Fortunatamente qualche suo consigliere più illuminato gli fece notare che ai fini del business questa non sarebbe stata un’idea grandiosa, il che allungò la vita dello shop di qualche mese, ma certamente non ne evitò la morte.

Per indagare la complessa personalità di Øystein Aarseth non è sufficiente fermarsi alla facciata: in molti, dopo la sua dipartita, dissero di essere stati suoi grandi amici e confidenti solamente per essere capitati un paio di volte per sbaglio nel negozio. In realtà, una volta tolta la maschera e gli abiti di scena, Euronymous mostrava numerose sfumature che ad una prima osservazione potevano passare facilmente inosservate, e che si sarebbero potute cogliere solamente parlando con lui per più dei cinque minuti di rito. Il retro dell’Helvete in questo senso era un’autentica biografia: Øystein vi conservava la sua immensa collezione di dischi, libri, videocassette, che mostravano da un lato la sua passione per la scuola elettronica tedesca (Kraftwerk in primis) e dall’altro l’interesse nei confronti del nuovo comunismo seguito dal partito norvegese Rød Ungdom, che predicava la svolta rispetto alla versione sovietica e la ricerca di nuove strade sul modello di Albania e Cina. Probabilmente più che ai problemi del socialismo reale, Euronymous era interessato all’idea del dittatore che esercita il suo potere su milioni di persone plasmandole secondo la sua volontà; e infatti, dopo aver letto Marx e la sua politica di amore e rispetto verso il prossimo, si orientò verso il fascismo, considerato da lui la tendenza più estrema della società. Gli altri interessi del leader dei Mayhem erano tutti rivolti alla pornografia, e in particolare agli snuff movies (film in cui vengono veramente torturate e uccise persone o animali) che consumava in quantità industriale. Non sappiamo se le accuse di Vikernes, che ha più volte riferito riguardo all’omosessualità del rivale, fossero vere o solamente dettate dallo svolgersi degli eventi. Tuttavia una cosa è certa: i tre maggiori interessi di Euronymous (musica elettronica, comunismo e snuff movies) erano visti con occhio critico dal resto dei frequentatori dell’ambiente, e su questi punti di vista non gli sono state risparmiate critiche neanche dopo la morte.

Leggendo qualche intervista rilasciata da Øystein Aarseth in quei mesi, la sua doppia personalità diventa palese:

Abbiamo dichiarato una GUERRA. Dead è morto perché le persone modaiole hanno distrutto tutto della vecchia scena death/black metal. Oggi il "death" metal è diventato qualcosa di normale, addirittura DIVERTENTE (argh) e noi ODIAMO tutto ciò. Una volta c’erano le borchie, le catene, la pelle e i vestiti neri, e queste erano le uniche cose per cui Dead viveva, poiché odiava questo mondo e tutto quello che ci vive sopra. Se avessimo avuto le possibilità economiche per farlo, ci saremmo incontrati ai concerti per picchiare TUTTE le persone modaiole per tutto il tempo, così che sarebbero state talmente spaventate da non farsi più vedere ai concerti. Ma adesso abbiamo bisogno di succhiare i loro soldi invece. E’ impossibile fermare il trend, non importa quanto noi lo vogliamo, perciò dobbiamo tirarne fuori il meglio vendendo loro un sacco di merda modaiola.


Noi che sappiamo come sono andate veramente le cose, probabilmente nel leggere queste parole sorridiamo anche un po'. Ma all’epoca erano queste dichiarazioni a riscaldare sempre di più l'ambiente, ed Euronymous lo sapeva fare molto bene. Sfruttare la morte di Dead attribuendola al suo odio per le persone Hardcore, di mentalità aperta, probabilmente non era un buon modo per rendere gloria al ragazzo svedese. Tuttavia anche questo faceva parte del piano di Euronymous, tanto (forse troppo) sincero ed appassionato nella vita reale, quanto distaccato e posticcio nella sua presentazione al pubblico.

Oltre all’apertura e alla difficile gestione dell’Helvete, Euro creò in quegli anni la DSP (Deathlike Silence Productions), un’etichetta/mailorder underground dedita alla produzione dei più strani e maligni gruppi in circolazione all’epoca. Il leader dei Mayhem aveva in cantiere il rilascio di demo-tapes e album delle secondo lui migliori realtà sia norvegesi, che europee, senza dimenticare i contatti con il resto del mondo. Tra le altre deviate entità ricordiamo gli Abruptum, un duo svedese (legato a Marduk e Ophtalamia) dedito alla tortura e alla registrazione del dolore in sala prove, il progetto Burzum che non era propriamente black metal ma che Øystein gradiva parecchio, e addirittura un gruppo giapponese (i Sigh) descritti all’epoca da molti come un’autentica rivoluzione musicale. Altri progetti, che non andarono mai in porto, includevano la pubblicazione degli italiani Monumentum, degli svizzeri Samael, dei greci Rotting Christ, e di molte altre interessanti realtà europee. Øystein passava gran parte della sua giornata a instaurare e mantenere contatti con le band, e spesso spariva in città per giorni interi ad occuparsi degli affari della sua etichetta. Hellhammer, il talentuoso batterista dei Mayhem, si ricorda di un giorno in particolare:

All’inizio degli anni’90 affittamo una vecchia casa deserta nella foresta. Avevamo bisogno di un posto per provare, così finimmo per prendere quella casa. Ci volevano venti minuti per arrivare al negozio più vicino, e l’unico modo per andare nella città più vicina era il treno. Le persone che passavano vicino alla nostra casa, affrettavano il passo. Avevano paura di noi. E gli insegnanti delle scuole vicine dicevano ai bambini: "Non avvicinatevi a quella casa. E’ infestata dai fantasmi". Tutti ci odiavano, ma questo in un certo modo ci faceva piacere. Euronymous era occupato con la sua etichetta, e passava tutto il giorno a scrivere. Io suonavo la batteria, e Dead si chiudeva in stanza a coltivare la sua perenne depressione. Vivevamo così: ognuno nel proprio mondo. Euronymous e Dead non andavano molto d’accordo. Dead non si fidava di Euronymous. Le risse verbali finirono per trasformarsi in sanguinose aggressioni fisiche. Mi stufai presto delle loro liti e andai a vivere da mia nonna, tornando indietro praticamente solo per provare. Un giorno decisi di andare ad Oslo con i miei amici. Prima di partire incontrai Dead. Era particolarmente depresso: "Guarda, ho comprato un coltello, è molto affilato". Queste sono state le ultime parole che gli ho sentito pronunciare.
Euronymous stava uscendo con me quella mattina, per andare in città a lavorare sulla sua etichetta. Qualche giorno più tardi, quando tornò indietro, la casa sembrava deserta. La porta davanti era chiusa, e mancava anche la chiave nel nostro nascondiglio segreto. Euronymous fece il giro della casa, e notò che la finestra di Dead era aperta. Si arrampicò fin dentro da lì e trovò Dead disteso a terra: una parte della sua testa era schizzata via a causa del colpo di fucile. Euronymous prese un’automobile per correre al negozio più vicino a comprare un rullino per la macchina fotografica. Poi ritornò a casa e fece delle foto al cadavere di Dead. La cosa che mi sorprese è che il coltello era appoggiato sopra al fucile. Sarebbe dovuto essere sotto… Forse Euronymous non andò mai in città quel giorno… mi ricordo che quando mi chiamò, non sapeva che cosa dire. "Dead è tornato a casa", mi disse. "In Svezia?", pensai. "No, si è fatto esplodere la testa".


Il dubbio dell’assassinio invece del suicidio prese piede con insistenza nell’ambiente all’epoca, e il fatto che Øystein non smentisse né confermasse la cosa non fece altro che aumentare il sospetto. Prima di morire ammise di non aver parlato chiaramente sola per far crescere l’aura di malignità intorno alla sua persona e ai Mayhem. Ma chi può dirlo con certezza? Magari quel giorno le cose andarono veramente in modo diverso, ma il destino volle che anche Euronymous si trascinasse con sé nella tomba quell’inquietante segreto.

"I remember it was here I died - by following the freezing moon."
"How beautiful life is now, when my time has come..."
- Dead "Freezing Moon" / "Life Eternal" -
Capitolo a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi