(11 novembre 2006) Death SS + T3CHN0PH0B1A - Faster, Torino, 11 Novembre 2006

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Provincia:non disponibile
Costo:non disponibile

Report: Matteo ‘Kobal’ Figus
Foto: D&L Photography (http://dlphotography.altervista.org/)

Una fredda giornata accoglie a Torino i paladini dell’horror metal, una delle band più creative e carismatiche del rock italico, da sempre paradigma di oscurità, occultismo e provocazione. Naturalmente si tratta dei Death SS, che dopo circa 30 anni di carriera sono ancora capaci di stordire fanatici ma anche spettatori occasionali, con scenari allestiti e curati minuziosamente.
L’atmosfera terrificante del teatro dell’orrore sembra propagarsi anche all’esterno del locale; verso le ore 23:00 infatti un banco di nebbia fitta avvolge la piazza che fa da contorno al Faster, mentre gli opener T3CHN0PH0B1A si apprestano a calcare il palco, con la missione di scaldare ulteriormente gli animi già ansiosi degli spettatori presenti. La giovane band, attualmente una delle realtà più promettenti e apprezzate dell’underground per originalità e maturità artistica, propone un industrial metal dalle marcate sfumature elettroniche, con una predilezione per le atmosfere acide e malinconiche, ma sempre ricche di energia e furore. Sebbene la teatralità e le scenografie ben curate siano caratteristica consolidata del combo torinese, gli spazi ridotti causano un piccolo sacrificio dal punto di vista delle coreografie, e nonostante alcuni problemi tecnici iniziali indipendenti dalla band il quintetto prosegue con una prestazione professionale e ineccepibile con alcuni dei brani già noti ai più, come “Abduction Starfleet”, “Wrapped in eternit”, e “INRI”; ma anche alcuni nuovi pezzi tratti dall’album prossimamente in uscita intitolato “Grave New World”, come “Warp Speed 777” o la movimentata “Space is their grave”, dedicata al regista italiano Lucio Fulci, grande punto di riferimento per i testi e le tematiche trattate da Snuff 238 Mazend e soci.

Quando l’esibizione dei T3CHN0PH0B1A si conclude il locale è ormai gremito e dopo qualche minuto, quando scocca la mezzanotte, un buio assordante sommerge il pubblico trepidante e nel palco fumante fanno ingresso i cinque demoni tanto attesi.
Dopo pochi secondi delle fiammate avvolgono il palco scenico e i Death SS danno il via al massacro con “Give ‘em Hell”, brano di apertura del recente “The 7th Seal”, tra i cori di una folla già carica e inarrestabile. Le scenografie, che erano state rese semplici e minimali nella precedente tournee di “The Horned God of the Witches” (raccolta di inediti composti nei primi anni di attività), sono ora curatissime e molto rappresentative, in pieno stile con la proposta artistica portata avanti negli anni, sempre ricca di sorprese e evoluzioni. Ma nonostante i recenti lavori più sperimentali abbiano allontanato una gran fetta di fan dalla band toscana, all’interno del locale si notano parecchie persone che in brani come “Baphomet”, “Let the Sabbath Begin”, “Baron Samedi”, e “Ishtar” si trovano progressivamente coinvolte, per terminare danzanti e ululanti sui cori di “Hi-Tech Jesus”, “Terror”, o “Vampire”. I pezzi sono intervallati, come ogni tradizionale show, da momenti recitati del controverso leader Steve Sylvester, carismatico performer e attore, che tra cambi d’abito e inni alla malvagità dà libero sfogo ad una voce piena e calda; accompagnato da oscuri filmati proiettati alle sue spalle contenenti demoni e entità malefiche alla conquista del mondo, orge apocalittiche, e anime in preda alla sofferenza eterna. Il pubblico maschile è inoltre deliziato dalle esibizioni erotiche della performer Dhalila, che nei panni di una suora blasfema o una diavoletta provocante si atteggia durante il concerto nel palco e tra il pubblico, tra sguardi e sorrisi accennati del bassista Glenn Strange e del chitarrista Emil Bandera. Durante i buoni assoli di quest’ultimo il pubblico appare notevolmente coinvolto, ed egli soddisfatto e sorridente risponde con carica e maestria, mescolando un’esperienza maturata in anni di esibizioni su palchi di tutto il mondo ad una energia di un ventenne sempreverde. Sotto il profilo musicale la band appare in buona forma, in particolare il batterista Dave Simeone dona coesione e precisione con sicurezza e capacità; e il tastierista Freddy Delirio, componente fondatore riunitosi recentemente dopo la dipartita di Oleg Smirnoff, è trascinante e spontaneo, come se il palchetto sopra cui si erigono le sue tastiere sia un tempio di estasi e luce, nella tetra funzione che si sta compiendo.
Ammirati e sostenuti da (quasi) tutti, dopo circa un’ora e 40 minuti di concerto, i rockers indemoniati chiudono le funeree danze con “Heavy Demons” sotto i cori incessanti di un pubblico appagato e caloroso, e abbandonano il palco tra gli applausi e le corna al cielo dei più tradizionalisti.
I Death SS sono una delle band più discusse di sempre tra i cultori del genere, e ha vissuto momenti più o meno propizi durante una lunga carriera in un contesto in costante evoluzione come il metal, in un territorio ostico e conservatore come l’Italia. Nonostante però a volte ci si dimentichi di chi ha contribuito a creare una scena e un’arte incredibilmente grande e ricca di valore, lo show dei cinque “Heavy Demons” non solo ha accontentato tanti spettatori accorsi per l’evento, grazie ad una prestazione molto buona e una scaletta che ha alternato nuovi successi a vecchi classici; ha anche creato dei momenti di aggregazione belli e importanti. Tra una birra e l’altra, a fine concerto torno a casa beato, dopo una stretta di mano all’umile chitarrista Emil, e aver goduto della magia di una delle band più importanti e degne di rispetto del panorama musicale moderno.

Scaletta T3CHN0PH0B1A:
1 Abduction Starfleet
2 Space Is Their Grave
3 Wrapped In Eternit
4 I.N.R.I.
5 Warp Speed 777
6 Grave New World
7 The Sidera Lasergun Massacre

Scaletta Death SS:
1 Give ‘em Hell
2 Baphomet
3 Horrible Eyes
4 Let The Sabbath Begin
5 Der Golem
6 Baron Samedi
7 Ishtar
8 Transylvania
9 Where Have You Gone
10 Terror
11 Hi-Tech Jesus
12 Siagfom
13 The Way Of The Left Hand
14 Scarlet Woman
15 Panic
16 Vampire
17 Heavy Demons

http://dlphotography.altervista.org/gallery/t3chnophob1a/
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Report a cura di Matteo 'Kobal' Figus

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