(11 luglio 2010) Manowar - Magic Circle Fest IV @ Tolmin (Slovenia)

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Provincia:non disponibile
Costo:60 €
11 luglio 2010: Morte agli infedeli



E’ questa la data tanto attesa dai Defenders, il giorno in cui il Magic Circle Fest IV, giunge fino ai confini italici posto in coda al Metal Camp, festival che in quanto a bellezza della location è davvero unico, montagne, fiume limpido e clima disteso.


Forse l'unico festival Italiano negli ultimi anni paragonabile è stato l'Evolution edizione 2005.


Giunti a Tolmin domenica mattina, nonostante lo stato di smobilitazione generale (nell'ordine del 70%) da parte dei reduci del Metal Camp, si è subito avuta l'impressione che sarebbe stata una giornata "epica", ovviamente nelle stesse ore oltre ad andar via, c'era anche chi stava giungendo nella cittadina slovena.

Il popolo dei Manowar in grande maggioranza provenienti dalla vicina Italia, ma anche spagnoli, tedeschi riconoscibilissimi coi loro vessilli e le loro bandiere, molta gente proveniente dall'est Europa e sorpresa, anche una bandiera norvegese esposta da alcuni Defenders faceva bella mostra di se. 

Semplicemente grandi!

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Gli organizzatori del festival avevano predisposto due palchi sui quali le band si sono esibite in contemporanea, dedicando così lo Stage 1 al Magic Circle Fest IV, che ha visto esibirsi nell'ordine: Croswind, MetalForce (Majesty), Virgin Steele, Holyhell, Kamelot, Arch Enemy, Manowar e in chiusura i Who was I
.


Lo Stage 2, invece, oltre l'attesa finale dei campionati del mondo di calcio, ha ospitato le seguenti band: ArseA, Eat Your Brains, Vaalnor, Replica, Ibridoma, Battalion, Rude Forefathers.
Se proprio si vuol trovare un limite a questa kermesse, alla luce del fatto che il Magic Circle Fest fosse l'epilogo del Metal Camp, probabilmente sarebbe stato più opportuno cercare di contenere il prezzo del biglietto o quanto meno farlo rientrare nel costo del festival considerando il fatto che le strutture usate erano le stesse.

Intendiamoci, di questi tempi, 60 euro per i soli Virgin Steele, [/I]Arch Enemy[/I] e ovviamente Manowar, sono oro colato! tuttavia rimane il legittimo dubbio che con un prezzo ridotto o meglio ancora una data diversa, l'affluenza del pubblico sarebbe stata di ben altra portata.
La sensazione è che il tentativo dell'esperimento “festival nel festival” probabilmente non verrà ripetuto visto il fuggi fuggi generale che c'è stato domenica mattina.

Non ho una numerazione esatta riguardo i partecipanti, personalmente mi trovavo ad una decina di metri dal palco e avevo tranquillamente ampio spazio intorno a me, nulla a che vedere con altre date del passato.

Al Gods of Metal del 1999 per intenderci, sembrava di trovarsi nel bel mezzo della KOP in una Finale di F.A.Cup, tanto era imponente la presenza della folla esaltata.

Ed eccoci, qua, superato qualche piccolo problema dovuto alla distribuzione dei braccialetti, grazie anche alle indicazioni di alcuni "reduci" del Metal Camp, siamo finalmente giunti nell'area concerti, nella quale il palco si presenta in tutta la sua maestosità ben visibile da ogni parte della location grazie anche ad una collinetta posta alla sua sinistra.
Nota positiva, senza dubbio i prezzi di cibo e bevande, decisamente calmierati, (Heavy Metal hot dog era da provare!) in questo caso l'organizzazione merita un plauso per la decisione di andare controcorrente rispetto a quanto succede di solito in ogni altro festival europeo.
Pollice su anche per quanto riguarda la pulizia che era evidente, grazie anche ad una massiccia presenza di bagni, e credetemi, per chi è stato testimone della sfortunata spedizione svizzera del Sonisphere in quel di Zurigo, questo elemento è stato decisamente apprezzato!

Magic Circle Festival - Main Stage

Premetto che non ho frequentato il Second Stage, e quindi non ho assistito ad alcun concerto, né tantomeno alla finale della World Cup: bisognava compiere delle scelte che, inevitabilmente, sono ricadute sul main stage.

Durante l'esibizione dei Crosswind eravamo alle prese col piccolo problema dovuto ai braccialetti di cui parlavo sopra, risultato: dopo aver fatto a piedi un numero imprecisato di km, ci siamo resi conto che eravamo giunti all'ingresso sbagliato nel quale non distribuivano i braccialetti … dietro front, indicazioni poco precise ma, alla fine, tutto si è risolto in tempo (non prima di aver fatto il giusto rifornimento d'alcol) per la devastante prova dei MetalForce.

Sarà per l'elevato tasso alcolemico, sarà per la gioia di essere finalmente giunti a destinazione, sarà perché i MetalForce sono una band che seguo fin da quando si chiamavano Majesty, per tutto ciò la prova della band teutonica mi è parsa più che convincente, riuscendo a coinvolgere il poco pubblico presente sfoderando le loro armi/canzoni migliori, fra cui “Hellforces”, “Fight Forever”, “Freedom Heart”.
Holyhell, non pervenuti, hanno eseguito “Holy Diver” in omaggio a Ronnie James Dio, null'altro da aggiungere.
Stesso discorso per i Kamelot, con l'aggiunta di effetti pirotecnici, fuoco e fiamme in grado di scaldare l'aria più di quanto stesse facendo il combo finlandese.
Discorso totalmente diverso invece per gli Arch Enemy, durante la loro esibizione avevo deciso di "riposare" in vista del gran finale, ma il riposo è durato pochi brani!
Personalmente era la prima volta che li vedevo all'opera, e devo ammettere che l'impressione avuta è stata ottima, una macchina da guerra in grado di coinvolgere tutti i presenti del Main Stage, un gran bel growl che se qualcuno non lo sapesse, stenterebbe a credere che si tratti di una voce femminile. Ottime melodie assoli di chitarra portentosi, decisamente promossi e non solo dal sottoscritto, ma anche dal pubblico del Magic Circle Fest!

Who Was I, direi decisamente fuori luogo nel contesto del Festival.

Veni, Vidi, Vici ... stiamo ovviamente parlando dei leggendari Virgin Steele.

Non c'è frase che più di altre può sintetizzare quanto avvenuto, sono arrivati sul palco, hanno travolto tutto, e sono andati via da "vincitori".

Ottima come sempre la prestazione canora offerta da David DeFeis, nonostante qualche problema d'audio, Edward Pursino sontuoso ed emozionante con i suoi riffs ed assoli, fra i brani proposti nel poco spazio che avevano a disposizione, da citare “Defiance”, “Kingdom of the Fearless”, la sontuosa “Immortal i Stand”, “Through Blood And Fire”, la leggendaria “The burning of Rome”, e “Noble Savage”, tutti brani eseguiti magistralmente.

La band è sembrata in ottima forma, una macchina da guerra collaudata, "Una falange spartana che attacca e travolge tutto".

I migliori degli “invitati al Festival” hanno saputo dare una lezione a tutte le altre band e avrebbero meritato molto più spazio invece dell'oretta scarsa concessagli, che per una band del calibro e della storia dei Virgin Steele sa quasi di “insulto”. 
Soprattutto avrebbero meritato un pubblico più sostanzioso, ma vista l'ora e visto il caldo soffocante, i quasi 300 eroici "spartani" presenti in transenna si possono definire veri Defenders!
Non essendo la band nel rooster della Magic Circle Music è stato già un miracolo vederli inseriti nella Line-Up del festival, resta il fatto che data la loro lunga carriera avrebbero meritato un posto da Headliner durante una delle cinque giornate del Metal Camp in quanto i Virgin Steelenon sono secondi a nessuno, farli suonare prima di Kamelot e Holy Hell è stata una follia!
DeFeis probabilmente lo sa, ma da grande uomo qual è, alla fine ringrazierà gli amici Manowar per aver dato loro l'opportunità di calcare il palco del Magic Circle Fest.

L'epic Metal sono loro!

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Capitolo Manowar: Death to Infedels Tour 2010 data MCF@Metalcamp

L'inizio della battaglia è previsto intorno alle 23:00 il coro incessante è sempre lo stesso: Hail and Kill!
Ai lati del palco i due maxischermi propongono il video di: “Die With Honour”, terminato il sound check degli strumenti si abbassano le luci, i Kings partono a mille.
“Hand Of Doom”, “Call to Arms”, “God or Man” infiammano i brothers presenti, certo mi aspettavo un’apertura diversa ma tutta la scaletta riserverà parecchie sorprese.


Eric Adams in gran forma, Karl Logan ispirato, Donnie Hamzik non fa per nulla rimpiangere Scott Columbus, solo Joey DeMaio sembra trovarsi fuori luogo.

“Hand of Doom” scorre bene, “Call to Arms” è un vero pugno nello stomaco, devastante! 
Si prosegue con ”Swords in the Wind”, e Joey DeMaio scompare dietro il suo muro di Marshall e la cosa non passerà inosservata, che il motivo sia la delusione per la scarsa affluenza di pubblico? 

La battaglia continua con altri capitoli che rispondono al nome di “Sun Of Death” e “Let the Gods Decide” e qualcuno fa notare che la band non ha ancora preso fiato, una macchina da guerra che travolge qualsiasi cosa incontri lungo il suo cammino.

Primo siparietto fra Eric Adams e il pubblico, non c'è che dire il frontman è un'animale da palcoscenico, riesce in maniera disarmante a tenere in pugno tutti i presenti, subito dopo arriva anche il momento dall'assolo di Joey DeMaio.
Impietosa come la portata di tornado che ha investito qualsiasi cosa si trovasse sul suo passaggio, giunge “Warriors of the World United”, devastante siano nel bel mezzo di un tripudio generale.



Ci vuole una pausa, ed ecco il momento in cui la parola passa a Joey DeMaio

“it's hard to be a Manowar fan because it's the kind of fan that must kick asses instead of kissing asses” “if you don't like Manowar fuck you”.

“Thunder in the Sky” veloce come un treno in corsa e duro come un pugno nello stomaco e ”House of Death” anticipano uno dei momenti più attesi della serata.


Si sapeva che sarebbe arrivato il momento per l'omaggio al grande Ronnie James Dio, col tributo “Heaven and Hell”, le corna al cielo qualche lacrima e il coro “Dio Dio” si leva al cielo!


A tal proposito va segnalato che Joey DeMaio ha parlato riguardo le polemiche seguite alla morte di Ronnie James Dio e che i proventi del CD tributo verranno devoluti alla ricerca sul cancro, come recitava anche il messaggio apparso sui maxischermi, prima dell'inizio del concerto.
Ma la battaglia deve continuare, “Brothers of Metal Pt. 1” è un rullo compressore, il tema sembra essere già delineato, la seguente “The Sons of Odin” giunta a questo punto della setlist è proprio quello che ci vuole!


Siamo quasi in dirittura d'arrivo, c'è ancora tempo per “King of Kings”, “Sleipnir”, “Loki God of Fire” e “Die For Metal”.

Ancora nulla dal passato glorioso e fra il pubblico inizia a farsi largo la sensazione che la setlist non regalerà colpi d’oro estemporanei e infatti giunge il momento dei saluti con “Black Wind, Fire And Steel” che effettivamente risulta essere la panacea per i tanti brothers che aspettavano fin dall'inizio delle ostilità una canzone “pre-warriors of the worlds”.


Finale come da copione Eric Adams alle prese con basso e chitarra mentre Joey e Karl torturano gli strumenti tenuti su da Eric con tanto di strappo delle corde del basso da parte di Joey e fuochi d'artificio dietro la collina alla sinistra del palco.



Cala il sipario sul Magic Circle Fest IV con dieci minuti di anticipo sulla scaletta delle due ore previste.


Su una cosa siamo tutti d'accordo: la scaletta!

Per molti era la prima volta che vedevano i Manowar, certamente Joey DeMaio non può accontentare tutti del resto solo qualche anno fa, al secondo Magic Circle Fest hanno spalmato su due serate consecutive tutte le canzoni dei primi sei album, tuttavia la decisione di snobbare totalmente o quasi i primi album escludendo “Hail and Kill”, "Battle Hymn", ma soprattutto niente “Defender”, “Fighting the world” e “Kings of Metal”, nulla da “The Triumph Of Steel” ... lascia decisamente l'amaro in bocca.

Setlist Manowar
Hand of Doom
Call to Arms
God or Man
Swords in the Wind
Let the Gods Decide
Die for Metal
Sons of Odin
Sleipnir
Warriors of the World United
Loki God of Fire
Thunder in the Sky
Heaven and Hell (Black Sabbath cover)
House of Death
Brothers of Metal Pt. 1
King of Kings
Black Wind, Fire and Steel


Army of the Dead, Patt II (with fireworks)

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Report a cura di Fabio De Carlo

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