(01 aprile 2003) THE GATHERING + PALE FOREST – 01.04.2003 – Circolo Degli Artisti (Roma)

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Chiunque abbia assistito come me alla data romana dei The Gathering converrà su due punti: 1) Anneke Van Giersbergen è una delle migliori, se non la migliore, singer in gonnella che popola il mondo del rock non commerciale. 2) la suddetta è anche una delle più fascinose e ammalianti tra le frontwoman in circolazione.

Per il sottoscritto, per la prima volta al cospetto della formazione olandese, è stata sicuramente l’occasione per cancellare ogni dubbio in merito all’abilità strumentale della band e sulla capacità di riproporre dal vivo determinate atmosfere create in studio. Volendo però andare con ordine va menzionata, e non solo per una mera questione di cronaca, la band che ha avuto l’arduo compito di aprire per i The Gathering, sto parlando dei norvegesi Pale Forest, gruppo che presenta in formazione una cantante donna e che si muove su coordinate affini a quelle degli headliner. Ed è proprio nelle due similitudini con chi li seguirà vi sono le note positive e quelle negative della performance dei Pale Forest.

Sì, perché se è pur vero che il genere proposto li faccia risultare graditi al pubblico presente in sala, il paragone tra le due “regine” della serata è impietosamente a vantaggio della bella olandesina. Con questo non voglio affermare che la norvegese abbia demeritato, ma il confronto con Anneke è improbo per molte tra cui la singer dei Pale Forest. Arrivato il momento dei The Gathering la curiosità e l’eccitazione del pubblico presente è palabile e l’ovazione che segue la salita sul palco della band anticipa di poco l’incipit di “Golden Grounds”, song estratta dall’ultimo lavoro del gruppo “Souvenirs”. Anneke pare fin da subito impeccabile ed il suo nuovo look con capelli neri fino alle spalle e le sue movenze feline e sensuali hanno fatto il resto, mentre le prime sensazioni forti musicalmente parlando sono arrivate fin dal secondo brano del concerto, quella “Nightime Birds” che ancor più dal vivo rispetto alla studio version rende giustizia alle supreme capacità canore ed interpretative della Van Giersbergen. La scaletta nel complesso ha dato la possibilità ai presenti di godersi quasi tutti i brani di “Souvenirs” e la malinconica “Broken Glass”, terza nella scaletta, “These Good People”, la title track e “Even The Spirits Are Afraid” sono buoni esempi. L’atmosfera è rimasta per tutto il concerto estremamente “calda” ed il pubblico presente non ha mancato di partecipare cantando alcuni ritornelli neanche fossimo al cospetto di una band con audience da stadio. Tra i brani storici oltre la già citata “Nightime Birds” sono da segnalare “Leaves” e “Eleonor”, entrambe accompagnate da ovazioni varie da parte dei presenti e l’accoppiata “Saturnie”/“Amity” entrambe estratte da “If_Then_Else”. Probabilmente il Circolo Degli Artisti non era il luogo più idoneo a contenere tutti i presenti e la temperatura da forno è stata una delle pochissime note negative della serata. Nel complesso quello che più ha impressionato, a rischio di esser banali, è stata la capacità di Anneke di reggere il palco praticamente da sola, sia come presenza scenica che qualità musicali rilegando, va detto, i restanti e comunque validi partner ad un ruolo di mere comparse. Al giorno d’oggi è veramente difficile trovare chi meglio sappia coniugare bravura bellezza e rettitudine musicale come Anneke ed i suoi The Gathering e la performance romana rimarrà nelle menti, nei cuori e soprattutto nei sogni di molti degli astanti.

Report a cura di Alessio Giampà

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