(25 marzo 2003) Anthrax + Node + Raw Power - 25 Marzo 2003 - Alcatraz, Milano

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Tornano in Italia, dopo ben sei anni di assenza, gli statunitensi Anthrax, una band che non ha certo bisogno di presentazioni, e che da vent’anni, pur tra alti e bassi, continua a rimanere un punto di riferimento per i metalheads di tutto il mondo. Ad aprire la serata tocca ai Node, band meneghina autrice di un death moderno che ha recentemente riscosso consensi entusiastici anche al di fuori dei confini italiani; benché la risposta del pubblico non sia stata delle migliori, la band si è prodigata in uno show particolarmente trascinante e degno di nota, tanto da soddisfare anche chi, come me, non è proprio un patito di certe sonorità. “Jerry Mander” e “Bloody Hills” sono solo alcuni degli episodi meglio riusciti nel corso dell’esibizione, sfavorita però da una resa sonora non certo ottimale che ha penalizzato soprattutto la batteria, a tratti indistinguibile nel marasma generale.

Terminata la buona esibizione dei Node, spetta ai Raw Power salire sul palco di un Alcatraz pian piano riempitosi; orfana del membro fondatore Giuseppe Codeluppi, purtroppo scomparso poco tempo fa, la storica band italiana si è dimostrata come sempre all’altezza della propria fama, proponendo i classici immancabili, tra i quali spicca la conclusiva “State Oppression”. Indubbiamente migliore, rispetto ai Node, la resa sonora del concerto, ed eccellente soprattutto la prestazione della sezione ritmica, davvero trascinante. La risposta del pubblico all’hardcore furioso e venato di metal dei Raw Power è stata più che buona, considerato inoltre che la maggior parte dei presenti non sapeva nemmeno chi fossero (e ce ne vuole! Mah...) Ottimo show, forse solo un po’ prolisso, senza pause e senza la benché minima iterazione con il pubblico da parte del frontman. Grandi!

Finalmente… ecco gli Anthrax! Apertura come prevedibile affidata a “What Doesn’t Die”, assieme a poche altre tra i brani più trascinanti del nuovo “We’ve Come for You All”; la resa sonora è perfetta, l’esecuzione è semplicemente maiuscola, senza la benché minima sbavatura. Stupisce subito in positivo un Charlie Benante impressionante e quasi disumano per precisione e potenza, seduto dietro ad una batteria esagerata e composta da una dozzina di pezzi, tanto che parrebbe più un astronave; al contrario, è John Bush a non brillare particolarmente, non tanto sul piano della presenza e del coinvolgimento, ambito nel quale resta un indiscusso maestro, quanto proprio sul piano della performance esecutiva. John fatica visibilmente sulle note alte e appare sin dall’inizio stanco e provato dalla ventina di date che hanno preceduto lo show milanese. Nulla di grave comunque, e nel complesso lo show della band non risentirà affatto di questo calo fisico dello sfiancato frontman. Ancora spazio all’ultima release con una “Black Dhalia” in grado di integrarsi alla perfezione con il resto del repertorio classico della band, ed ecco poi gli Anthrax gettarsi a capofitto indietro nel tempo, pescando egualmente da ciascun album della propria discografia: “Caught in a Mosh”, “Efilnikufesin(N.F.L)” sono solo alcuni degli episodi che incendiano l’Alcatraz e scatenano l’entusiasmo del pubblico. A reggere alla grande il palco sono come sempre Scott Ian e Frankie Bello, quest’oggi particolarmente esaltato dinnanzi al proprio pubblico italiano; non da meno il nuovo solista Rob Caggiano, meno presente sul palco, ma esplosivo negli assoli di alta scuola americana.
Non poteva mancare un riferimento della band all’attuale guerra irachena; da sempre contrari a qualsiasi conflitto armato, gli Anthrax hanno voluto sottolineare il proprio disappunto per la situazione internazionale, prendendo abbondantemente le distanze dalla politica del presidente George W. Bush. Ma i cinque sono qui per suonare e farci dimenticare le nefandezze di questo mondo, come ricordano loro stessi, e quindi dopo il breve accenno alla guerra, accolto tra l’altro con un lungo e sentito applauso dal pubblico italiano, ecco che si ritorna alla musica. Si salta da un album all’altro della discografia, accostando brani apparentemente lontanissimi tra loro quali la nuova “Safe Home” e la ottima “in My World” di “Persistence of Time”, o la celeberrima “Bring the Noise”, primo esperimento (nonché unico valido) della storia del metal di fusione tra thrash e rap. Dallo stesso “Persistence of Time” del 1990 ecco l’immancabile “Got the Time”, introdotta dal rozzo basso plettrato dello scatenato Frankie Bello, e accolta con un boato dal pubblico. E’ con “Antisocial” che si corona il sogno di Claudio Rampinini, il fortunato lettore che ha vinto il concorso organizzato da EUTK.net e Rock Hard, e che permetteva di salire sul palco assieme alla band per eseguire un brano!! Nonostante un po’ di (comprensibile) timore e timidezza il buon Claudio se l’è cavata alla grande, accompagnando nel migliore dei modi la band, grazie anche al caloroso appoggio del pubblico.
Dopo una lezione di batteria impartita da Charlie Benante con “Nobody Knows Anything”, ecco un tuffo nel passato più remoto con “Madhouse” e la strepitosa “Metal Thrashing Mad”, introdotta dallo stesso Scott Ian che ricorda divertito i tempi in cui ancora aveva i capelli e si vestiva come lo ritrae la copertina di “Armed and Dangerous”. C’è tempo anche per una song a richiesta del pubblico, che sceglie per l’immancabile classico “I am the Law”, brano con il quale la band va a chiudere un’esibizione perfetta, nell’esecuzione come nei suoni, accompagnata da un pubblico a dir poco grandioso.
La lunga assenza dai palchi italiani aveva portato me e molti altri quasi a sminuire quello che sono stati gli Anthrax e quello che tutt’oggi rappresentano; questo show perfetto e fottutamente thrash metal come non sentivo da tempo ci voleva proprio, per ricordarci che invece la band statunitense è ancora viva e vegeta, carica come mai prima d’ora e pronta a spaccare il culo a tutti quanti. Che non si azzardino però a stare ancora così tanto tempo lontani dai nostri palchi, perché io di concerti come questi ne ho assolutamente bisogno!!

METAL THRASHING MAAAAAAAD!

Report a cura di Lorenzo 'Txt' Testa

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