(08 febbraio 2003) Stonesour + Saliva + H-Strychnine – 08.02.03 – Zoo, Ferrara

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Dopo aver visto Murderdolls, progetto parallelo di Joey (drummer di Slipknot) è ora di “visionare” Stonesour, la nuova creatura di Corey Taylor e di James Root (rispettivamente voce e chitarra del combo mascherato)…la serata si preannuncia veramente interessante, anche perché nello stesso live set ci sono i Saliva, combo proveniente da Menphis e che in Europa troviamo prima nel bill, ma che negli States hanno una rilevanza notevole ed un bacino di pubblico non da poco (vi dice nulla l’etichetta Island?)

La band che ha il compito di aprire il concerto è H-Strychnine, combo italiano già attivo nell’underground da diversi anni. Il live set dei 5 ragazzi è veramente notevole, sia per presenza scenica che per compattezza di suono. La mezzora a loro disposizione passa velocemente sotto i colpi precisi e potenti del loro sound, un Crossover tra l’Hardcore ed il Nu Metal, che convince la gente che ancora sta entrando nel locale. Un’ottima live band senza dubbio. Nota: dietro al mixer troviamo Mr. Gabry dei Fear Studios…e si sente!

I Saliva giungono on stage dopo un rapido cambio palco e si capisce che non sono degli sprovveduti…la strumentazione è imponente e le luci sono quelle delle grandi occasioni, una sorta di settaggio da mini Stadium tour…
Il front man Josey Scott è un personaggio molto carismatico, curato nei capelli e nel viso, di stazza non proprio minimale, ma comunque dotato di stile, sia nel vestiario (in completo scuro giacca e pantaloni) che nelle movenze, capace di alternare headbanging animaleschi ad atteggiamenti più teatrali (non vi nascondo che più di una volta mi ha ricordato Meat Loaf!!!), mentre gli altri membri della band hanno un approccio più gotico nell’impatto globale dell’immagine.
Il set dei Saliva comprende estratti da tutti i tre gli albums (‘Every Six Seconds’, ‘Saliva’ e l’ultimo ‘Back Into Your System’), creando così un’alternanza di songs più ruvide e dirette a songs più morbide e lavorate, mettendo sempre in primo piano l’esecuzione pressoché perfetta di ogni singola composizione, regalando, alla oramai folta folla, un trequarti d’ora di splendida musica di grande effetto (soprattutto gli estratti dall’ultimo album sono veramente ottime live weapons), perfettamente interpretata dall’ottima voce di Josey.
Grande live band, niente da dire, da rivedere e gustarsi più e più volte.

Ma ora è il momento di Stonesour.

La band di Corey Taylor e James Root sembra subito in palla…la sessione ritmica è potente (e poco importa se alcuni passaggi non sono stati dei più felici)…Shawn Economaki al basso svolge diligentemente il proprio lavoro, Joel Ekman alla batteria è un qualcosa di devastante, una macchina (non a livello di Joey, ma comunque di impressionate pacca e tecnica), Josh Rand alla chitarra, pur non muovendosi un millimetro dalla sua posizione, spinge sulla sua sei corde…ma non vi è nulla da fare, tutta l’attenzione è su Root (che appare molto in là con i lavori alcolici), delirante nel suo noise di fondo e granitico nelle ritmiche più serrate, e su Corey, il quale non si risparmia sul palco…salta, urla, incita la folla, lancia acqua e canta…già canta in maniera splendida, con il suo personalissimo timbro che non può non rimanere impresso nelle menti.
L’omonimo album viene passato in rassegna song per song…dall’aggressiva ‘Get Inside’, a ‘Blotter’, a ‘Idle Hands’ ed ‘Inhale’, passando per ‘Monolith’ e ‘Blue Study’ e via fino alla conclusiva ‘Tumult’ (c’è anche lo spazio per due inediti, tra cui l’ottima ‘Inside The Cynic’). L’apice del concerto viene raggiunto quando si abbassano le luci, facendosi più soffuse, ed il simpatico Taylor esce con al collo una chitarra… qualche nota e poi inizia il mood di ‘Bother’…il silenzio cala sullo Zoo e la voce del biondo singer riempie l’aria…una versione affascinate e da brividi!
Un'altra cosa che ha impressionato, oltre il live set, è la tranquillità, la professionalità ed il rispetto verso i fans che aleggia in casa Stonesour…prima del concerto si potevano tranquillamente trovare tutti i membri in giro per il locale (il che non è poco)…più volte il front man tra una song ed un’altra ha parlato in italiano (sforzarsi di imparare anche solo qualche parola della lingua del Paese che ti ospita lo trovo segno di massimo rispetto per chi va al concerto) e per finire, prima i ringraziamenti a Saliva e poi anche agli H-Srtrychnine – e non è da tutti ricordarsi il nome della band “della zona” che apre la serata.

Come detto in precedenza, la serata si preannunciava interessante, ma a conti fatti, è stata molto di più…penso che chi sia intervenuto allo show questa sera possa ritenersi soddisfatto di quello visto, e soprattutto sentito …bel concerto e cosa non da sottovalutare, gran bel locale!

Report a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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