(07 giugno 2008) Artillery live in Rovereto (TN)

Info

Provincia:TN
Costo:Gratis
Piatto ricco mi ci ficco!


Slogan tanto banale quanto adeguato a descrivere con poche parole la seconda edizione del Revenge Of True Metal di Rovereto (TN), che prosegue la propria opera d’evangelizzazione grazie a gruppi storicamente importanti all’interno della scena metal europea, cui sono affiancate realtà italiane più o meno attinenti, a livello sonoro, con quanto proposto dall’headliner.
In quest’articolo è presente il solo reportage della seconda giornata di festival (è bene ricordare, completamente gratuito!). Il sottoscritto, infatti, un po’ per mancanza d’interesse nei confronti dei gruppi esibitisi il venerdì, un po’ per problematiche logistiche, non ha partecipato alla prima giornata dell’evento.


Il bill di sabato 7 giugno è aperto dai milanesi Executioner, autori d’un thrash molto diretto e veloce ma troppo impreciso. A fronte, infatti, d’un impatto scenico validissimo, la band non è in grado di portare a termine l’obiettivo minimo che ogni formazione dovrebbe inseguire: suonare a tempo!
Accade così che ogni membro del gruppo se ne va per gli affari propri, col risultato di spedire al pubblico un ammasso di suoni che raramente assumono la forma d’un brano degno di questo nome. Esemplare, in questo senso, la cover di We have arrived (Dark Angel) praticamente demolita rispetto all’originale.
Tocca ai Warmonger invertire la tendenza di un inizio festival non proprio esaltante. La band veneziana, giunta alla sua ultima data dal vivo non parte, però, sotto i migliori auspici, incespicando in stonati cori tra le asce mentre il batterista mostra affanno quando tenta d’imitare le sfuriate di doppia cassa tipiche del Lombardo dei bei tempi. Per fortuna, proprio quando la noia stava prendendo il sopravvento, il quartetto si ricompone sfoderando una serie di pezzi validi, in particolare a livello ritmico, riuscendo a chiudere egregiamente un’esibizione quasi alla deriva.
È metà pomeriggio inoltrato quando su Piazzale (sarebbe meglio chiamarlo giardino…) De Gasperi prende a cadere la prima pioggia veramente fastidiosa della giornata, che guarda caso, coincide con l’esibizione dei veronesi Death Mechanism. Il terzetto, incurante del meteo avverso e quindi del risicato pubblico sotto il palco, è autore della prima rilevante prova della giornata, sfoderando 40 minuti scarsi di thrash a base di riff compatti e cadenzati, coadiuvati da una sezione ritmica di qualità che contribuisce a confezionare vere e proprie perle da scapocciamento perpetuo.
Intorno alle 19 sono i romani Fingernails a salire sul palco. Il gruppo, attivo dai primissimi anni ’80, propone un’ora di hard rock/heavy metal classico dal quale emergono l’ottima qualità coreografica e il talento dei quattro nella scrittura di pezzi assolutamente trascinanti. Un’autentica lezione di hard & heavy d’annata insomma.
Il compito d’ereditare l’entusiasmo creato dai rocker laziali tocca ai vicentini Alltheniko (il nome suona proprio male…) che non si dimostrano all’altezza delle aspettative. La loro proposta è smorta a livello esecutivo e del tutto anonima nelle composizioni. Nemmeno l’autoironia (per la verità piuttosto patetica) del frontman riesce a infiammare il pubblico, che è percorso da un breve impulso vitale solo quando i tre, in chiusura, propongono la cover di Ace Of Spades (Motorhead).
Fortunatamente non c’è il tempo per perdersi nel mugugno perché giunge il momento dei marchigiani Baphomet’s Blood, che tritano i padiglioni auricolari della folla in delirio con un mix di speed all’Exciter, heavy Motorhead style e blasfemia di marca Venom. Da ciò scaturisce un’esibizione eccezionale, un costante crescendo di coinvolgimento basato su pezzi autografi semplici ma efficacissimi, coronati dalle impeccabili cover di Heart Of Stone (Motorhead) e Heavy Demons (Death SS).
Il sole è calato da un pezzo, i Baphomet’s chiudono alla grande il proprio show e lasciano il post all’ultimo gruppo italiano della giornata. Trattasi dei trentini National Suicide che già avevo incontrato un paio di settimane prima a Cusano Milanino e di cui avevo rimandato il giudizio ad altra occasione.
Il gruppo, che gioca praticamente in casa, sale sul palco carichissimo partendo immediatamente a mille. Il taglio stilistico dei National è di scuola tipicamente americana, con Exodus e Overkill a fare da maggiori mentori della band. Cioè è facilmente deducibile dalle ritmiche taglienti messe a punto da chitarra, basso e batteria unite a un solismo che fa della velocità il proprio credo. Su questa base strumentale s’insedia con personalità l’ugola del frontman, un incrocio tra il timbro di Baloff, quello di Blitz e del John Cyriis più acuto.
La formula proposta risulta, dunque, valida ma patisce una certa staticità che si nota fin dai primi brani autografi della band, intelligentemente intervallati da un paio di valide cover degli Overkill: Elimination e Sonic Reducer (già cover dei Dead Boys, formazione punk a stelle e strisce degli anni ’70).
Non meglio precisati problemi tecnici portano il gruppo ad abbandonare il palco salvo poi ripresentarsi per un ultimo saluto al pubblico nella forma di A lesson in violence degli Exodus.
Siamo nel pieno della seconda serata e il palinsesto ci propone finalmente gli Artillery. I membri storici della formazione sono immediatamente distinguibili, lo scorrere del tempo li ha, infatti, trasformati in quattro pacioccosi signori alla soglia della pensione. Manco a dirlo basta la prima nota di The almighty per rendersi conto che questi tranquilli danesi di mezz’età sanno ancora dire la loro per altro in maniera impeccabile. Lo show di cui si rendono protagonisti supera, infatti, le più rosee attese che si potevano riporre in quest’evento. La sezione strumentale è talmente in forma da rendere 100 volte meglio rispetto all’originale su disco, complice anche un cantante a dir poco eccezionale, tale Søren Nico Adamsen, corpulento giovanotto che letteralmente seppellisce il ricordo che aveva lasciato di se Flemming Rönsdorf.
Il gruppo, in quasi 90 minuti di concerto, non perde un colpo, mantenendo costantemente in fibrillazione il ritmo della serata e dimostrando di possedere una tenuta che ha dell’incredibile.
Con la riproposizione di The almighty a fine esibizione, gli Artillery chiudono il cerchio su di un concerto impeccabile, inserito in un festival così ben rodato da non sembrare una realtà affacciatasi sulla scena da appena 2 anni. Vale, quindi, la pena applaudire l’organizzazione che ha diretto l’evento. Personalmente faccio i complimenti al fonico, che per tutta la giornata ha svolto un ottimo lavoro.
Al prossimo anno (speriamo…).
Report a cura di Luca 'Orphen' Recla

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 25 giu 2008 alle 09:36

io trovo che gli executioner abbiano raggiunto l'obiettivo di ogni band: aver la gente esaltata che sia ammazza sotto il palco. tutto il resto è inutile contorno. inoltre trovo vergognoso che i warmonger siano stati definiti "noiosi". è la prima persona che sento con questa idea, c'era invece tantissima commozione nell'aria, e il pubblico era molto preso dal concerto, tanto che nessuno si è allontanato di un passo nonostante il diluvio. è assolutamente ingiusto che una band del loro calibro venga trattata così, forse chi scrive non ha la minima idea della passione che quei ragazzi hanno sempre messo in quello che fanno. quest'articolo più che da un fan metal sembra scritto da un'opinionista di costanzo.

Inserito il 18 giu 2008 alle 12:55

Rettifico un po' il LIVE reports perchè booh... mi sa che abbiamo visto 2 concerti diversi... il Festival è improntato sull'Old SChool, lo si capisce dal nome e dal bill, perciò tutte le bands che hanno suonato suonano '80! non c'è da stupirsi! :D EXECUTIONER: estremamente migliorati e compatti, non erano un'accozaglia di suoni, logico che se non si gusta il Thrash di matrice tedesca underground '80 sulla scia di gruppi come Violent Force, Poison e una certa scia di Thrash Americano estremizzato non si possono apprezzare loro.. che nonostante l'età giovanissima (appena ventenni con 3/5 della fomrazione addirittura sotto i 20 anni), sciolinano un concerto breve ma violentissimo.. senza cedere... WARMONGER: uno dei più grandi gruppi Thrash underground Italiani che se la sono vissuta al di fuori del mainstream alla faccia di una certa scena tutta Italiana se ne vanno e salutano il pubblico con un concerto da pelle d'oca.. si sentono tutte le influenze del Thrash tedesco, di una certa scia HxC punk (Deathfreaks su tutte) e dei Whiplash americani.. il basso rimane scordato per neanche 1 canzone finchè poi non si accordano e continuano lo show, prendendo canzoni da tutti i loro demo e SPlit.. e la gente poga e si massacra nonostante il temmpo non proprio bellissimo... DEATH MECHANISM : altro gruppo che se ne fotte di molte cose (difatti sono distribuiti in America e sud america .. ma nesusno lo sa :D) sale sul paloc in ritardo.. ma non si predono d'animo e praticamente anniliscono la folla con 35min di canzoni attaccate e sparate a velocità assurde senza UNA pecca, UN cedimento.. un grandissimo gruppo Italiano senza alcun dubbio.. FINGERNAILS: beh.. malcagati, snobbati (alla faccia di Extrema che non commento) con una storia invidiabile per scelte di coerenza e di vita, Punk, Thrashers, salgono sul palco e danno lezioni di storia e di attitudine al pubblico.. loro suonavano quando mezza gente non era ancora nata.. da imparare.. ALLTHENIKO: boh.. non si sa che succede.. smorti.. la gente non accoglie il messaggio e beve allegramente ... ... ARTILLERY: delle macchine.. nulla da dire.. insomma una panoramica su un Underground Italiano che rifiuta il mainstream, rifiuta i compromessi, i modernismi, e quant'altro questi "bellisimi" ultimi 20 anni ci hanno regalato.. in Germania gli farebbero un monumento a queste bands (che difatti hanno suonato pure in Germania).. purtroppo per loro in Italia c'è solo il Revenge il Play It Loud.. e la voglia di promuoversi all'estero, visto che qua siamo rimasti indietro.. nonstante si pensi di essere avanti..

Inserito il 15 giu 2008 alle 17:27

Ciao Luca, come te anche io sono stata spettatrice del Revenge of True Metal, ho avuto modo di vedere parte della prima giornata e interamente la seconda. Premetto che si tratta della prima volta che mi sono recata di persona a vedere il festival, nonostante lo conoscessi già da prima; la seconda giornata è stata improntata al "thrash", direi proposto da più gruppi allo stesso modo con brani indistinguibili fra loro. Per quanto riguarda i vercellesi Alltheniko (il cui nome penso sia originale), penalizzati dal suono generale che ne usciva, ritengo abbiano proposto brani validi e vari, forse poco adatti ad un pubblico che voleva solo pogare senza curarsi dell'esecuzione...(vedi Warmonger assolutamente scordati ma apprezzati) Concordo invece sul giudizio espresso per gli Artillery, Saluti Metallici