(19 marzo 2016) Puddle Of Mudd @ Zona Roveri (BO)

Info

Provincia:BO
Costo:€22,00 + d.p. + tessera, 22,00 € + tessera in cassa
Disagiata ed imbarazzante. Si potrebbe così descrivere la serata di sabato 19 marzo in compagnia dei Puddle Of Mudd, una serata che si potrebbe riassumere in tre fasi: curiosa, inaspettata e triste. Perché? Curiosa perché sin dai primi anni 2000 la sottoscritta sperava di poter vedere dal vivo la band, soprattutto visto l’enorme successo che all’epoca Wes Scantin e soci stavano riscuotendo (ricordiamoci tutte le volte che MTV trasmetteva i loro video durante i lunghi pomeriggi post-studio) e c’erano altissime aspettative che, purtroppo, nel corso della serata sono andate a sfumare. La lunga fila al di fuori del locale già 40 minuti prima dell’inizio dello show faceva ben sperare grandi cose e, nonostante si vociferasse di una scarsa affluenza a causa delle 4 date spalmate sul territorio nazionale, è stato bello poter vedere come il quartetto americano sia riuscito a chiamare a sé diverse generazioni di fan (durante l’attesa abbiamo visto persino qualche giovanissimo fan sulla 15ina di anni, ndr). Inaspettata perché vedere una prestazione così scadente – che vi descriveremo tra qualche paragrafo - mi ha letteralmente lasciata basita, proprio perché nonostante le “voci di corridoio” affermassero l’esatto opposto, non mi sarei mai aspettata di assistere ad un declino così repentino di una band che aveva tutte le carte in regole per continuare alla grande la propria carriera. Triste, perché, come appena citato, le aspettative non sono state minimamente ripagate regalando un grosso disagio che, per la seconda o terza volta in tutta la mia vita, mi ha portata a pentirmi in seguito di aver preso parte all’evento. Un grosso rammarico.

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Seppur arrivata puntuale per l’apertura dei cancelli, la lunga fila venutasi a creare all’esterno ha visibilmente rallentato l’ingresso, complice il fatto che molti spettatori non erano provvisti dell’adeguato tesseramento richiesto per accedere al locale. Una volta varcata la soglia dell’entrata, notiamo che gli unici supporter della serata, i Gang Band, hanno già calcato il palcoscenico da una decina di minuti. Nonostante siano sconosciuti alla maggior parte dell’audience bolognese, gli udinesi questa sera avranno modo di farsi conoscere ulteriormente e, diciamocelo, di salvare la faccia degli headliner che, come già anticipato, non riusciranno purtroppo a regalare lo show sperato. La proposta musicale dei nostri è sostanzialmente un rock alternative totalmente cantato in italiano, cosa assai particolare al giorno d’oggi. Da subito si denota come il quartetto sia bello carico ed energico, forse complice la presenza di alcune particolari ammiratrici che, per rendere lo show ancora un po’ più peperino, hanno ben pensato di lanciare capi di biancheria intima ai giovani musicisti, riportandoci per un attimo alla mente i famosi live degli anni ’80 e ’90, dove le ragazze, pur di farsi notare dalle band, si privavano del loro abbigliamento solo per strappare un sorriso all’artista di turno. Purtroppo per la band friulana il tempo scorre fin troppo in fretta e, inconsapevole del disastro a cui sarei andata incontro da lì a breve, mi trovo a dire con grosso dispiacere che avrei di gran lunga preferito che il set dei nostri avesse potuto godere di una durata maggiore di quella prestabilita. Una prova veramente ben riuscita che si spera possa essere replicata a breve!

Un rapido cambio di scenografia e un’attesa abbastanza estenuante ci preparano psicologicamente al disastro a cui tutti gli spettatori, inconsciamente, sarebbero andati incontro. L’entrata sul palcoscenico dei musicisti fa ben sperare, ma lo sgabello posto di fronte al microfono principale fa pensare che qualcosa non stia andando nel verso giusto. Pochi istanti dopo, ecco apparire Wes Scantlin armato di zainetto sulle spalle e barcollante al limite dello schifo, fattore che immediatamente fa capire al pubblico lo stato malconcio del singer, visibilmente influenzato dall’abuso di alcol e, forse, droghe. Sprovvisto della sua chitarra, Wes si guarda intorno con aria di chi non sa nemmeno dove accidenti si trovi e, fiaccamente, dà l’inizio a quello che, in apertura, abbiamo definito come uno show veramente debilitante. Già da queste premesse, il pubblico bolognese si dimostra perplesso e, a più riprese, darà un chiaro segnale di fastidio che lo accompagnerà per tutta la durata della performance. Si parte subito con “Control”, brano tratto da “Come Clean”, album che per la sottoscritta fece conoscere il quartetto di Kansas City in quella che molti definiscono ancora “l’epoca d’oro della band”. Nello sconforto più totale, c’è da dire però che la sezione strumentale (aka i restanti musicisti) hanno fornito una buona prestazione, chi ha rovinato nel complesso lo show è stato solo ed unicamente il cantante, la cui alterazione vocale e fisica ha ‘regalato’ una performance vergognosa, spesso “mimata” per trarre in inganno gli spettatori.

Nonostante la visibile sofferenza che accompagna il cantante, la band snocciola un brano dietro l’altro, senza concedersi troppe pause né troppi “discorsi di rito” per intrattenere un pubblico che, sempre più, si dimostra irritato e annoiato. Tra i classici presentati in questa sede live indiscutibile troviamo “Psycho”, “Away From Me” e “Nothing Left To Lose”, un brano che per Scantlin potrebbe aver rappresentato un po’ il significato della serata in quanto, come il titolo stesso sottolinea, il cantante sembra non aver più nulla da perdere. Tra i tanti classici presentati in questa sede, fa capolino persino un brano che farà parte del nuovo album della band, del quale, però, non si conoscono i dettagli. Inutile sottolineare che lo stesso Wes farà una grossa “cappellata” quando con una totale nonchalance ammetterà di fronte agli astanti di non ricordarsi minimamente il titolo di questo nuovo inedito, scatenando una grossa disapprovazione e una miriade di “boo”, che da lì a breve diventeranno una sorta di costante che accompagnerà la performance sino alla conclusione segnata dall’esibizione integrale di “Blurry” e “She Hates Me”. Vedere in questa sede live un Wes Scantlin spegnersi sempre più velocemente e in preda all’agonia più totale non ha fatto altro che confermare quanto discusso precedentemente. Assistere, quindi, ad uno show di questa portata non ha fatto altro che regalare un ulteriore sconforto che pochissimi live hanno saputo offrire nel corso degli ultimi anni (in compenso l’ultima esibizione italiana dei Dimmu Borgir nel capoluogo emiliano è stata nettamente migliore, ndr). La dipendenza da sostanze stupefacenti che ha spinto nel baratro il caro Wes non era certamente un segreto e, sebbene lo stesso Scantlin in passato avesse dato segni di instabilità durante i suoi live, sembrava fin troppo ottimista sperare di poter finalmente assistere sia ad una ripresa fisica del cantante, sia ad una prestazione che potesse regalare sorrisi e soddisfazione ai presenti in sala… ma sì sa, forse abbiamo cantato “vittoria” troppo presto! Impossibile, infine, non notare la delusione generale degli spettatori: tra i tanti mormorii, è veramente difficile non essere d’accordo con le lamentele suscitate pochi istanti dopo il termine di cotanto strazio. C’è chi, a cuor leggero, ha pregato di non dover incappare in una situazione analoga in futuro e chi, amaramente, si è lamentato di aver pagato troppo un biglietto per una performance scadente e scabrosa. Se da una parte i paganti hanno esternato le proprie (e benché giuste) lamentele, d’altro canto i fan più fedeli della band si sono augurati di poter vedere un netto miglioramento del vocalist che, a parer di chi scrive, si sta scavando sempre di più la fossa e sembra non volerne più uscire. In cuor mio mi auguro di non dover più essere la testimone di una cosa del genere e spero, anzi, che qualcuno possa intervenire il prima possibile per dare una mano ad una persona che, da quel che sembra, non ha più la forza necessaria per andare avanti senza un valido e serio aiuto. Rimandati!

Scaletta: Control / Drift And Die / Abrasive / Stoned / Away From Me / Psycho / Out Of My Head / Nothing Left To Lose / Thinking About You / Old Man (Neil Young cover) / Spaceship / Blood On The Table / Already Gone / Blurry / She Hates Me
Report a cura di Arianna G.

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