(17 febbraio 2016) Luca Turilli's Rhapsody + Temperance + Ancient Bards @ Estragon (BO)

Info

Provincia:BO
Costo:23 €
A distanza di circa tre anni il "cinematic tour" di Turilli torna a far capolino in Italia offrendo ben tre appuntamenti live che vanno a concludere una tranche europea ridotta. Sin dal suo annuncio avvenuto quest'estate, i fan della "premiata ditta Turilli & Conti" aspettavano ardentemente questo momento grazie al grande interesse suscitato dal secondo album "Prometheus, Symphonia Ignis Divinus", ben accolto sia dai fan che dalla stampa. L'occasione si è presentata ghiotta anche per chi, come la sottoscritta, non aveva ancora avuto modo di vedere questi "nuovi" Rhapsody ed era rimasta "ancorata" a quelli vecchi con Fabio Lione e Alex Staropoli, per cui Metal Hammer ha presenziato alla prima tappa italiana che si è svolta all'Estragon di Bologna, dove abbiamo trovato come ospiti d'eccezione due valide realtà musicali dello stivale: gli Ancient Bards e i Temperance, qui alla loro seconda prova in Emilia Romagna. (Arianna G.)

Immagine

Testo di Arianna G. e Gabriele Marangoni - Gallery di Arianna G..

ANCIENT BARDS

Ad aprire le danze questa sera ci pensano gli Ancient Bards, assenti dai palchi italiani già da parecchio tempo e tornati vittoriosi dal loro debutto a Wacken Open Air. Dopo la grandiosa performance regalataci ad ottobre 2014 in supporto agli Haggard, Sara Squadrani e i suoi bardi sono pronti a scaldare a dovere il pubblico bolognese, ancora poco numeroso tanto da trovare il locale quasi vuoto, forse complice il fatto che lo show si è tenuto nel bel mezzo della settimana. Nel corso della scarsa mezzora messa a loro disposizione, purtroppo veramente limitata per una band di questo calibro, il combo riminese è in grado di coinvolgere ed ammaliare un'audience un po' statica ed assente ma comunque interessata, ma ahimé gli Ancient Bards risultano ancora veramente sottovalutata band e nonostante ciò, la band presenta una scaletta ben equilibrata tra brani dell'ultima release, "A New Dawn Ending" (2014), di cui menzioniamo la bellissima "In My Arms" e pezzi più conosciuti, come "The Birth Of Evil" (che sul disco vantava la partecipazione di Fabio Lione) e "Through My Vains", ormai diventato il pezzo conclusivo dei set del sestetto. Sara Squadrani, visibilmente in forma, sfoggia come sempre un sorriso che incanta ogni singolo spettatore e si rende protagonista di una performance veramente eccelsa, senza alcuna sbavatura, riconfermando nuovamente di meritarsi tutta l'attenzione che le spetta. (Arianna G.)


TEMPERANCE

A tre settimane dalla loro ultima performance in Italia, i Temperance tornano nel capoluogo emiliano dopo un tour abbastanza esteso ed impegnativo (ricordiamo che la band ha accompagnato i Rhapsody per tutta la tranche europea, ndr) più carichi di prima e ne daranno una grandiosa prova questa sera sul palco dell'Estragon. Seppur questa sia una delle ultime date del tour, la band non appare per nulla affaticata ed è pronta a scatenarsi con tutto il suo entusiasmo. La scaletta non si discosta molto da quella offerta in precedenza, ad eccezione di alcuni tagli necessari vista la posizione all'interno del bill, ed andrà a presentare alcuni estratti di entrambe le release, di cui menzioniamo alcuni dei brani più coinvolgenti come "Tell Me", "Mr White", "Me, Myself And I" e "Déjà vu". La proposta musicale dei nostri, che può piacere o meno al metallaro medio, si rivela nel complesso allettante ed interessante, tanto da vedere quasi tutti gli astanti accompagnare la band con una buona partecipazione vocale e fisica. La rossa Chiara Tricarico offre una buona prestazione vocale e si rivela essere anche una brava "entertainer", ruolo che solitamente spetta al chitarrista Marco Pastorino il quale è riuscito a coinvolgere ulteriormente il pubblico, nonostante fosse concentrato sulla propria performance. Un altro ottimo risultato per questa band "made in Italy" che sta riscuotendo molto successo all'estero e che questa sera si è certamente portata a casa alcuni nuovi fan. (Arianna G.)


LUCA TURILLI'S RHAPSODY

Iniziando dalle conclusioni devo confessare che è con un po’ di amarezza che mi accingo a stilare questo report. I Rhapsody, lo ammetto, sono una fetta importante dei miei ascolti adolescenziali nonché, oggettivamente, uno dei gruppi italiani più prolifici e apprezzati a livello internazionale. Lo shock più grande è stato constatare la sostanziale “incoerenza” che c’è tra la proposta di Luca Turilli su album (fatta di superproduzioni, “colonne sonore senza immagini”, tematiche fantascientifiche) e il “non-impatto” live (con un Estragon sicuramente non al completo, un palco “triste” e totalmente privo di scenografie se non per un micro-schermo costantemente sovraesposto e quindi inguardabile, problemi tecnici da band di ben altro calibro, audio impastato e tonnellate di basi da far dubitare l’ascoltatore rispetto alla veridicità della performance). Mica male come incipit, eh? La risposta (un po’ “paracula”) che mi sono dato a tutto questo è semplice: questa musica non è fatta per essere suonata dal vivo. Almeno non così. Non basta un Alessandro Conti sugli scudi (praticamente “a casa”, date le sue origini emiliane), un Luca Turilli che corre da destra a sinistra, una batteria davvero scenografica (la sola cosa bella da vedere della serata), un ritrovato Dominique Leurquin e un Patrice Guers sicuramente “in tiro”; l’immagine che rimane è quella di un tastierista inguardabile (e tecnicamente discutibile) con le tastiere storte (e sul punto di cadere) e due coristi di tutto rispetto (il soprano Emilie Ragni e il tenore Riccardo Cecchi) “sacrificati” in fondo al palco come se fossero di troppo (oltre al sopraccitato micro-schermo). Spero con questa premessa di aver chiarito cosa intendo per “incoerenza” e di aver motivato la mia sostanziale delusione per un concerto da cui mi aspettavo ben altro.

A causa di un imprevisto sul lavoro arrivo al locale giusto in tempo per ascoltare Luca Turilli e soci (grazie Arianna per avermi coperto!). Alle 21 in punto la prima introduzione preregistrata “Nova Genesis (Ad Splendorem Angeli Triumphantis)” prelude a “Knightrider Of Doom”, brano tratto da “Power Of The Dragonflame”. Il suono è poco definito, migliorerà lievemente durante la serata ma non toccherà mai vette davvero accettabili, almeno a giudizio di chi scrive. Si prosegue senza troppi fronzoli (a parte il buon Alessandro nessuno sul palco proferirà mezza parola) con “Rosenkreuz (The Rose And The Cross)”, primo singolo estratto dall’ultimo “Prometheus”. Iniziano anche i primi problemi tecnici, con la chitarra di Luca che va e viene e il mixer luci che ogni tanto fa cilecca. Ma non scoraggiamoci! Ecco che sopraggiunge “Land Of Immortals”, un inno che ormai ha quasi 20 anni e che, dato l’innegabile senso di “misura” rispetto alle recenti evoluzioni turilliane, dal vivo è molto più incisivo se confrontato con tanti altri brani che andremo ad ascoltare in seguito. Altra base (“Aenigma”) e altro tuffo nel passato con “War Of The Universe” da “Prophet Of The Last Eclipse”, dove Conti non fa certo rimpiangere il vecchio Olaf Hayer. Giusto per non perdere il ritmo, ecco un’altra base, “Ira Divina” cui segue “Unholy Warcry”, traccia tratta da “Symphony Of Enchanted Lands II”, occasione per omaggiare il compianto Cristopher Lee. Si prosegue con il lento “Son Of Pain” (non valorizzato, ancora una volta, da un audio poco all’altezza) che anticipa la title-track dell’ultimo album “Prometheus”. E siamo all’apoteosi, al miracolo: Luca riesce a mettere una base anche per l’assolo di batteria (e i successivi assoli di chitarra e basso), tecnicamente e musicalmente niente per cui strapparsi i capelli (due settimane fa ero a vedere Minnemann con i The Aristocrats, quindi diciamo pure che le mie aspettative, forse, erano un po’ troppo alte, ndr). È su “Il Cigno Nero” che perdiamo definitivamente la chitarra di Luca, che darà problemi fino alla fine del concerto, con un tecnico sul palco che ogni tanto comparirà e sparirà per inseguire il funambolico chitarrista con cavi (di colore “rosso fuoco”, giusto per non dare nell’occhio), batterie di ricambio, ricevitori “in-ear” e quant’altro (altra scena memorabile della serata, assieme all’intro “sbrodolato” sul pianoforte del biondo-crinito tastierista). Arriva l’assolo su base di Dominique (che fa molto prova d’esame in accademia) prima della nostalgica “The Pride Of The Tyrant”. La corista fa un passo in avanti (alleluia!) per duettare con Alessandro su “Tormento E Passione”, uno dei brani che ho più apprezzato di “Ascending To Infinity”. Il cantante ringrazia la corista (meno male che almeno lui parla) e si lancia in una riuscita “Demonheart”, tra gli highlight della serata. Un buon assolo di basso (su base, ci mancherebbe, con supporto batteristico) sfocia in “Dark Fate Of Atlantis”, primo singolo estratto dal precedente album datato 2012. Il finto finale dell’accoppiata “Of Michael…” (in versione ridotta) e “Dawn Of Victory” anticipa il trittico “Quantum X” (indovinate un po’? una base preregistrata), “Ascending To Infinity” e l’immancabile e anthemica “Emerald Sword”.

Quello che penso l’ho già detto in apertura e lo ribadisco: attualmente, secondo il mio modesto parere, la resa live di Luca Turilli non è all’altezza della carriera che ha alle spalle (un artista che con la band che ha fondato ha venduto un milione e mezzo di dischi nel mondo) soprattutto se rapportata al tempo e alle risorse che regolarmente investe per le proprie uscite discografiche. Il concerto in sé, se non per il singer Alessandro, non è stato particolarmente coinvolgente (non a caso nessuno aveva un microfono oltre al cantante) o “bello da vedere” (e per uno che dice di fare “cinematic metal” questo è un problema) e, se devo ascoltare un disco (in riferimento all’abuso di basi preregistrate), quantomeno voglio che si senta bene. Se fossi Luca, e lo dico proprio perché ho amato e amo tuttora la sua produzione, valuterei attentamente se continuare a fare concerti così o se pensare a qualcosa di diverso (qualche idea: meno date ma magari nei teatri? coinvolgendo musicisti in carne e ossa? un po’ di interazione in più col pubblico? dei supporti per tastiera decorosi?). Altrimenti, sempre a parer mio, è meglio che il buon Luca si dedichi esclusivamente alla composizione/produzione perché, piaccia o meno, in quel campo il suo talento è indiscutibile. (Gabriele Marangoni)


Setlist:
Nova Genesis (Ad Splendorem Angeli Triumphantis)
Knightrider Of Doom
Rosenkreuz (The Rose And The Cross)
Land Of Immortals
Aenigma
War Of The Universe
Ira Divina
Unholy Warcry
Son Of Pain
Prometheus
Drum Solo
Il Cigno Nero
Guitar Solo
The Pride Of The Tyrant
Tormento E Passione
Demonheart
Bass Solo
Dark Fate Of Atlantis
Of Michael The Archangel And Lucifer's Fall (Edit)
Dawn Of Victory
Encore: Quantum X + Ascending To Infinity + Emerald Sword
Report a cura di Gabriele Marangoni

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