Intervista a Cristiano Santini (ex Disciplinatha)

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Pubblicato il:06/07/2009

Lo sapete che noi di EUTK siamo dei nostalgici per definizione.
Ci piace metterci di fronte ad un camino acceso (co sto freschetto...), un buon calice di vino rosso ed abbandonarci ai ricordi della nostra giovinezza.
E quale migliore argomento del sottobosco italiano musicale degli anni '80 può farci sperticare sulla povertà ma allo stesso tempo genialità e creatività delle bands nostrane quando la tecnologia non esisteva e si emergeva veramente solo se si aveva qualcosa di interessante da dire?
A far parte di questa schiera vi erano, per chi se li ricorda, i bolognesi Disciplinatha, che scossero il panorama nostrano con "Abbiamo Pazientato Quarant'anni: ora Basta!" e continuarono con alterne direzioni musicali e fortune fino alla metà degli anni '90, periodo in cui si sciolsero.
Ripercorriamo la loro storia, con vari aneddoti e curiosità, con Cristiano Santini, il loro cantante, oggi manager della label Black Fading.
Buona lettura!

Ciao Cristiano e benvenuto sulle pagine virtuali di EUTK.net. Per iniziare direi di presentare, ai nostri lettori più giovani e quelli che non hanno vissuto il sottobosco italico anni '80, i Disciplinatha, gruppo (possiamo dire di culto?) di cui tu eri il cantante. Come è nato quel progetto, con quali basi e quali finalità, e come è terminato?
Ciao .. grazie ad EUTK per lo spazio che ha voluto concedermi. Parlare di Disciplinatha, un progetto durato quasi 10 anni, in modo chiaro e conciso non è certo semplice. I Disciplinatha sono stati un gruppo di rock industriale prodotto dal Consorzio Produttori Indipendenti, la casa discografica di Giovanni Lindo Ferretti e Gianni Maroccolo. La band ha pubblicato tre album, oltre a numerose partecipazioni a compilation e raccolte tra gli anni '80 e '90. Il primo lavoro "Abbiamo pazientato 40 anni. Ora basta!" del 1988 viene pubblicato per l'etichetta Attack Punk Records, la stessa dei primi CCCP Fedeli alla linea. L'approccio musicale/estetico è per certi versi “assimilabile” ai CCCP, ma mentre questi usavano icone filosovietiche, i Disciplinatha si ispiravano provocatoriamente all’immaginario del ventennio fascista per far emergere le contraddizioni, le ambiguità e le ipocrisie della “società civile” di fine anni 80.
In buona sostanza .. eravamo giovani ed avevamo voglia di rompere i coglioni al mondo .. missione compiuta al 100%.
Ricordo che al tempo venni a conoscenza dei Disciplinatha tramite scambio di cassette e nello stesso modo "tramandai" ai miei amici, senza mai trovare un vostro disco nei negozi (perlomeno nella mia zona) o un articolo sulle riviste di allora. Quanto pensi che questo abbia frenato la diffusione della band, insieme a forse una scena italiana poco pronta e sviluppata?
Agli inizi eravamo un gruppo molto scomodo .. per le tematiche trattate e soprattutto per la forma utilizzata per trattarle. Da qui la difficoltà nel trovare spazi per essere recensiti e per esibirsi dal vivo .. non hai idea di quante volte ci siamo sentiti dire frasi del tipo “io i fasci di merda non li voglio nel mio locale” .. atteggiamento ottuso di chi, probabilmente accecato dalla propria ideologia, non riusciva a vedere oltre ad un fezz o ad un discorso di mussolini .. poi bisogna dire che l’Attack Punk era una label piccola, con pochi mezzi .. l’arrivo del consorzio ha sicuramente migliorato (e non di poco) la situazione .. da un lato la presenza di una figura come quella di Ferretti ha fatto si che la band venisse automaticamente “sdoganata” agli occhi dei più .. l’ottusità alla fine era la medesima che di fatto aveva creato una sorta di “embargo” nei primi anni di vita dei Disci .. “ah .. se li produce Ferretti allora vuol dire che non sono fasci” .. mah .. il buio della ragione è una brutta bestia.
Inoltre bisogna considerare che il consorzio aveva sicuramente più mezzi, oltre al fatto che nel tempo il sound e l’immagine della band si sono ammorbiditi. Relativamente alla situazione generale dell’epoca: è vero i mezzi erano pochi .. una scena vera e propria non c’era .. sicuramente si sarebbe potuto fare di più e meglio. Certo che tutti questi problemi, rianalizzati alla luce della “morte clinica” dell’odierna discografia .. erano davvero poca cosa ..
Come potresti descrivere la vostra evoluzione musicale? Posseggo il vostro primo lavoro "Abbiamo Pazientato 40 anni. Ora Basta!" ed era assimilabile ad una scena anche metal, mentre brani successivi (di cui però non ho il disco) come "Ultima Fatica" si sono allontanati molto da questo genere. Da cosa è dipeso questo cambiamento?
Guarda .. l’elemento che ha da sempre contraddistinto l’evoluzione artistica dei Disciplinatha è stato quello di fare musica senza preoccuparsi minimamente di mode e tendenze del momento .. in pratica abbiamo fatto quello che volevamo nella forma che volevamo, senza preoccuparci di risultare eterogenei o mutevoli da un album all’altro; basti pensare che nei primi anni 90, quanto TUTTI facevano il verso ad un certo Indie noise di stampo americano, noi lavoravamo già a brani pieni di contaminazioni stilistiche e di suono .. elettronica, drum & bass .. indie rock.. punk .. insomma eravamo dei pazzi .. lucidissimi però!
Uno dei vostri brani più famosi è la realizzazione della cover di F. Battiato "Up Patriots to Arms", una delle migliori che abbia mai ascoltato. Come vi venne in mente di realizzarla?
L’arrangiamento di quella cover è opera mia .. io adoro da sempre confrontarmi con brani fatti da altri artisti (con la A maiuscola visto che parliamo di Battiato) .. filtrandoli, stravolgendoli .. modificandoli il più possibile, mantenendo però intatta l’emozione che mi ha dato ascoltare un determinato brano per la prima volta.
Probabilmente ti sembrerò presuntuoso, ma io sono convinto che Disciplinatha abbia scritto una delle migliori cover di sempre di Franco Battiato (e di cover sue ne sono state fatte tante).
Avete destato scalpore, al tempo, con le intro dei pezzi quando di Mussolini, quando del Papa, per non parlare dei vostri testi piuttosto scomodi e poco allineati. Ed a giudicare dai commenti visibili su Youtube ai vostri video, l'ondata non è finita...
L’ondata non è finita perché alla stupidità della gente (o almeno di certa gente) è impossibile porre rimedio.
Oggi sei a capo della Black Fading Records, una giovane etichetta che sta promuovendo bands di diverse e lontane estrazioni ma accomunate da basi molto solide. Quando hai pensato di creare una tua label e quali sono i criteri nella selezione dei gruppi?
L’idea è vecchia come me … ho sempre amato cimentarmi con produzioni che non fossero solo i Disci .. ora come fonico, ora come produttore vero e proprio .. ad un certo punto Black Fading è stata la conseguenza logica di questa passione viscerale. Per la selezione delle band uso criteri molto semplici: .. o mi piace quello che suonano .. o mi innamoro delle persone .. forse non è molto professionale come approccio .. ma è l’unico che conosco e che riesco a seguire.
Da musicista a produttore, dopo 20 anni e più. Quali contraddizioni e cambiamenti hai potuto notare in tutto questo tempo all'interno della scena musicale italiana?
Oggi la situazione è tristissima .. non possiamo dire di essere sull’orlo di un baratro perché nel baratro ci siamo finiti già da un pezzo . Toccato il fondo abbiamo iniziato a scavare .. stile “sindrome cinese” .. e siamo ancora ben lontani dallo smettere per iniziare a risalire.
Questo per dire che i cambiamenti a mio modesto avviso sono stati tutti (o quasi) in peggio. La cosa che maggiormente mi rattrista è questa apatia generalizzata del pubblico .. che va a vedere concerti solo di bands affermate. Manca la voglia (o la cultura) di scoprire e seguire cose nuove.
Bisogna poi dire che il livellamento verso il basso, da un punto di vista qualitativo, della proposta musicale negli ultimi 10/12 anni non ha certo migliorato la situazione.
Avete mai pensato di spolverare gli strumenti, riaccendere tutto e far rivivere i Disciplinatha oggi, o pensi che il tutto avrebbe poco senso al di fuori del contesto originario?
NO, non abbiamo mai pensato ad una reunion, anche se oggi sono molto di moda. Ci siamo sciolti forse nel momento migliore della nostra storia .. centinaia di concerti .. sempre un sacco di gente a vederci .. mancava davvero poco per fare il fatidico “salto” .. ma noi non ce la facevamo più .. il giocattolo si era rotto .. i rapporti logorati, sia tra di noi che verso il consorzio.
Anche se sono passati 10 anni, se considero carattere e personalità di ogni singolo Disciplinatha, reputo questa possibilità improponibile. Poi non so se oggi avrebbe lo stesso senso .. forse no .. o forse, visto la desolazione che ci circonda, lo avrebbe ancora di più ..
Concludi pure come vuoi!
Oddio .. ma sei davvero sicuro di volermi lasciare carta bianca? .. potrei avere un attacco di logorrea e scrivere un romanzo a puntate .. ma è meglio di no .. meglio essere concisi .. RAGAZZI .. IO MI SONO DAVVERO ROTTO I COGLIONI .. E VOI???

Articolo a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

Ultimi commenti dei lettori

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Inserito il 21 ott 2009 alle 06:19

grazie a voi ;)

Inserito il 13 ott 2009 alle 12:17

erano secoli che non sentivo il nome Disciplinatha! Thanks Graz!

Inserito il 07 lug 2009 alle 12:30

graz... e che te lo dico a fa... m'hai fatto una graditissima sorpresa... bravo capo :D