Oggi inauguriamo una serie di excursus sulle carriere soliste dei migliori vocalist ( e non solo ).
Scopriremo insieme i lati meno conosciuti dei nostri / vostri artisti preferiti e li esamineremo sotto una luce differente.
Partiamo alla grande con
Bruce Dickinson "
Scream for me... Scream for us Bruce!"Tattooed Millionaire (1990 EMI)
L’esordio solista di Bruce spiazza un po' tutti. Dimenticatevi i Maiden, “
Tattooed” è il disco più commerciale e easy di tutta la produzione, contiene buone canzoni in stile tipicamente hard rock con chorus da cantare (la titletrack, “
No lies” con intro che ricorda “
Bring Your Daughter To The Slaughter”, “Hell On Wheel” ). Bruce si cimenta anche in una cover - senza infamia e senza lode in verità - di David Bowie (“
All The Young Dudes”) ma sa anche pigiare sull’acceleratore come in “
Dive!Dive!Dive!”, "
Licking The Gun “ e “
Zulu Lulu” sono canzoni quasi rock-pop ma hanno il loro perché in un contesto come quello di “Tattooed”, che ci fa conoscere un Bruce inedito ma fresco e vitale. Disco imprescindibile per il nuovo corso del singer dei Maiden.
Balls to Picasso (1994 EMI)
Il secondo disco solista uscito nel '94 ha avuto fortune alterne, è stato un flop dal punto di vista commerciale ma contiene uno dei pezzi migliori mai scritti da Dickinson, quella "
Tears Of the Dragon" che da sola giustifica l'acquisto dell'album. Un pezzo teatrale, lirico, dalla grandissima melodia e dal grande solo, ma che purtroppo è un pesce fuor d'acqua in un lavoro astruso, criptico che si muove su canzoni legnose, complicate. Il disco manca di una direzione musicale precisa saltando da pezzi quasi rap come "
Sacred Cowboys" a pezzi oscuri come "
Cyclops", “
No Way Out… To Be Continued“ passando per ballad come “
Gods Of War” o pezzi simil-funky come “
Shoot All The Clowns".
Skunkworks (1996 Sanctuary)
E qui vi voglio, fans dei Maiden.
Avete storto il naso all'uscita di questo album o lo avete apprezzato come un coraggioso tentativo di innovazione? Qualunque sia stato il vostro giudizio, "
Skunkworks" dimostra (come peraltro la maggior parte della produzione solista) che il singer dei Maiden è un vero "genietto", capace di passare dalla NWOBHM all'alternative metal senza il minimo sforzo. "
Skunkworks" - che doveva essere un nuovo gruppo musicale negli intenti di Bruce - è un album che strizza l'occhio all'alternative, al grunge e a una certa vena progressive e che, in quanto tale, sicuramente risulta indigesto al 90% degli estimatori del Bruce Dickinson cantante dei Maiden, ma che contiene canzoni tutt'altro che brutte e che andrebbero riscoperte. Superato lo shock iniziale, un ascolto attento del disco rimanda in più frangenti sia ai Soundgarden ("
Dreamstae", "
I Will Not Accept The Truth") che ai Pearl Jam più sanguigni ("
Solar Confinement", "
Faith"), un brano come "
Headswitch", ad esempio, ha un tiro e una ritmica che si poteva trovare solo nei migliori Soundgarden
Certo l'ascolto del disco non è nè lineare nè semplice ed è forse penalizzato da una eccessiva durata (1 ora e 26 minuti) ma non per questo è da buttare come molti invece sostengono, anzi è meno ostico che altri lavori. La sua "colpa" è quella di essere uscito a fine anni '90 quando ormai il grunge aveva perso la sua spinta propositiva e soprattutto di essere cantato da un grande artista irrimediabilmente ostaggio dell'ingombrante ombra della Vergine di Ferro.
Accident Of Birth (1997 Castle)
Uscito nel 1997, è il disco più “Maiden-oriented” di tutti, con brani nei quali l’ispirazione Nwobhm/classix metal è espressa ai massimi livelli possibili, tra l’altro compare pure Adrian Smith alle chitarre. Il suono delle chitarre, i riffs, il songwriting, tutto ricorda i bei tempi in cui Bruce duettava con Steve&C., i brani si susseguono a ritmo serrato, il disco è una cavalcata unica “
Darkside Of Acquarius” ha un mood micidiale, “
The Magician” - con tanto di coretto “ooh ooh” è deliziosa - la titletrack stessa, “
Welcome To The Pit” faranno la gioia degli estimatori dei Maiden dell’epoca senza dimenticare qualche pennata doom che ricorda i Black Sabbath epoca RJ Dio, da menzionare da ultimo la splendida power ballad “
Man Of Sorrow”. All’epoca della sua uscita l’edizione tedesca della prestigiosa rivista Rock Hard lo incoronò come disco del mese.
The Chemical Wedding (1998 Sanctuary)
Uscito nel 1998, il disco - una sorta di concept sull'Alchimia - è ancora più oscuro di "Balls to Picasso" ed il contraccolpo musicale col precedente e più classico “Accident Of Birth” è evidente. Anche se decisamente heavy, l’album è complesso ed ermetico e già da titoli quali “
Tumpets Of Jericho”, “
Jerusalem”, “
Gates Of Urizen”, “
Book Of Thel” lo si capisce, quasi a voler marcare una pomposità forzata. Non che i brani siano brutti, sebbene alcuni un po' pesanti e legnosi, ad esempio "
Confeos" ricorda i Deep Purple, "
King In Crimson" ha un bel tiro ma ancora una volta i brani più riusciti risultano quelli più classici come "
The Tower” che dal giro di basso e dal muro di chitarre ricorda “Wrathchild“ e "
Return Of The King" con un riffama tipicamente maideniano.
Tyranny Of Souls (2005 Sanctuary)
Dopo l'intro "
Mars Within", il disco del 2005 di Dickinson parte veloce e potente con l'ottima "
Abduction" brano sferragliante dai pregevoli intrecci chitarristici, cui segue l'altrettanta potente "
Soul Intruders" un mid tempo incalzante con grande spolvero di solos, riff quadrati e un chorus da cantare. La doppietta iniziale è da cardiopalma con un Dickinson in forma smagliante, cattivo come raramente non si sentiva, il disco offre altri brani di buona fattura quale l'epica "
Kill Devil Hill", che sfuma in un finale melodico dopo averci offerto una cavalcata d'altri tempi, mentre le acque si calmano con la ballad di discreta fattura "
Navigate The Seas Of The Sun" prima di riprendere quota con la maideniana "
Power Of The Sun". "
Tyranny Of Souls" riporta Dickinson su lidi a lui più consoni, le sperimentazioni musicali criptiche del passato sono ora un lontano ricordo.