Copertina 7

Info

Anno di uscita:2008
Durata:22 min.
Etichetta:Candlelight

Tracklist

  1. DIVIDE AND CONQUER
  2. RETALIATE
  3. BULLET PROOF VULTURES
  4. CHRISTIAN PIPEBOMB
  5. CONSUMPTION IS INTOXICATION
  6. CLEPTOCRACY
  7. TEST TUBE NATION
  8. PRODUCT OF MISINFORMATION
  9. DOG TAGGED
  10. EVIDENCE OF INJUSTICE
  11. 99 PERCENT TURNOVER
  12. THE LIES
  13. A MOCKERY OF GUIDANCE
  14. DOWNFALL
  15. FALSE FLAG ATTACK
  16. RED STATE REDNECK
  17. SPARTACUS
  18. TERMINAL NATION

Line up

  • Morgan: vocals
  • Chris Richardson: guitar
  • Dorian Rainwater: guitars
  • James Delgado: bass
  • Brian Fajardo: drums

Voto medio utenti

Avete presente la pubblicità di quei famosi rotoli di carta igienica che, come recita lo slogan, "non finiscono mai"? Presumo di sì; ora fate uno sforzo di fantasia e cercate di trasporre questo motto in ambito grindcore. Se la velocità e la foga esecutiva degli americani Kill The Client fosse carta igienica, state pur certi che sarebbero i testimonial ideali per la relativa campagna pubblicitaria. Il secondo lavoro della band "Cleptocracy" infatti ci consegna una band votata in toto al grindcore più veloce ed hardocreggiante, sparato a mille all'ora e con un rullante che assomiglia più ad una mitragliatrice che ad uno strumento musicale. In questo disco tutto è portato al parossismo più estremo: i riff sono minimali e secchi, con chitarre taglienti come seghe a motore, la batteria pensa solamente a pestare più che può e una voce che vomita odio, rancore e qualsivoglia sentimento negativo senza troppo curarsi della salute delle proprie corde vocali. I pezzi sono tutti molto brevi e le variazioni sono ridotte ai minimi storici, se non assenti, per tutti e ventidue i minuti del disco. Chi è alla ricerca del nichilismo sonoro più oltranzista farebbe bene a procurarsi questo "Cleptocracy", un disco violento e parossistico, in cui la melodia e l'orecchiabilità non hanno il permesso di entrare. Gli altri farebbero meglio a non avventurarsi in questo disco certamente difficile, soprattutto a causa di una monotematicità e unidirezionalità che lo rendono di nicchia in un ambito già di per sè "elitario" come il grindcore.
Disco ideale per spaccare tutto quando si torna a casa dal lavoro con le palle girate. Catartico.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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