Copertina 8

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2008
Durata:54 min.
Etichetta:AFM
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. MINISTRY OF SAINTS
  2. SEX FIRE RELIGION
  3. THE PRIDE OF CREATION
  4. NINE LIVES
  5. WAKE UP DREAMING BLACK
  6. DRAGONFLY
  7. THORN WITHOUT A ROSE
  8. 929
  9. SPEEDHOVEN
  10. DEAD OR ROCK
  11. AREN'T YOU A LITTLE PERVERT TOO

Line up

  • Tobias Sammet: vocals
  • Jens Ludwig: guitar
  • Dirk Sauer: guitar
  • Tobias Exxel: bass
  • Felix Bohnke: drums

Voto medio utenti

E’ venuto pronto abbastanza in fretta questo “Tinnitus sanctus” (titolo traducibile all’incirca con “santo tintinnio”, ma ignoro quale oscuro messaggio possa esserci nascosto dietro), ottava fatica dei tedeschi Edguy. Con Tobias Sammet seriamente impegnato nel terzo capitolo del progetto Avantasia e nel relativo tour, ci eravamo prefigurati un’attesa più lunga di quella che effettivamente è stata. Meglio così comunque, anche perché il disco in questione è una nuova, graditissima conferma delle straordinarie doti compositive del ragazzo di Fulda.
Chiuda pure tutto la persona che guarda con nostalgia dischi come “Vain glory opera” o “Theater of salvation”. Oggi gli Edguy non fanno più quella musica, non suonano più power metal. Tobias Sammet è un artista troppo intelligente per ridursi a proporre sempre i soliti schemi ed era naturale che prima o poi la ricetta sarebbe cambiata. Ce ne eravamo accorti col precedente “Rocket ride”, e con “The scarecrow” le cose si erano fatte molto più chiare. “Tinnitus sanctus” non è un disco metal. O meglio, non nel senso “true” del termine. Niente brani veloci, niente cavalcate in doppia cassa con ritornelli trionfali. Al massimo qualche mid tempo roccioso e anthemico (l’opener “Ministry of saints”, “Nine lives” o “Wake up dreaming”), perfettamente inserito nel trademark stilistico della band di questi ultimi anni. C'è un solo brano, la bellissima “The pride of creation”, che ha sapore di power speed, ma l'impressione che sia una sorta di autoparodia dei bei tempi è forte, soprattutto per le chitarre volutamente poco incisive e per quel tono scanzonato enfatizzato ancora di più dai cori in stile Queen...
E a questo punto la sparo grossa: “Tinnitus Sanctus” è semplicemente un disco rock. Un ottimo disco rock. Fatto da una band metal con una grossa personalità artistica, questo è evidente. Ma pur sempre un disco rock. Ascoltate “Sex, fire, religion”, la conclusiva, dirompente “Dead or rock”, o l'emozionante ballad “Thorn without a rose” (e qui, come già accaduto con “Save me”, Sammet si avvicina pericolosamente a Sua Maestà Desmond Child) e ditemi in che altro modo dovremmo chiamarle. Persino la lunga “Speedhoven”, certamente il brano più complesso di un disco decisamente semplice, risulta tremendamente catchy nelle sue melodie vocali, andando ad assomigliare più a “Judas at opera” che a “Tears of a mandrake” (chi ha orecchie per intendere...).
Facciamola breve: se prendiamo “Rocket ride” come punto di riferimento, possiamo tranquillamente dire che questo nuovo lavoro si muove sulla sua stessa falsariga; probabilmente meno ispirato da un punto di vista compositivo (solo tre pezzi “The pride of creation”, “A thorn without a rose” e “Speedhoven” sono sopra la media. Il resto sa tanto di massimo risultato col minimo sforzo, ma ricordiamoci di che standard stiamo parlando!), ma comunque pervaso di quella atmosfera scanzonata e gigionesca che da sempre caratterizza Sammet e compagni.
Un gran bel ritorno, anche se non sarà di certo uno dei capitoli più importanti della loro discografia.
Se li avete seguiti fin qui, spendete pure i vostri soldi senza problemi. Per tutti gli altri: evitate, ve ne prego, ogni commento sorpreso e scandalizzato riguardo al fatto che “non fanno più power”. Certo che non fanno più power. Ma non è cosa dell'altro ieri, e francamente non credo proprio che sia un male...
Recensione a cura di Luca Franceschini
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Dragonkiss 74, viva chi cambia invece! Le persone come te sono quelle che fanno male alla musica =D

mah!

Mah....basta elogiare,o cmq apprezzare le band che cambiano. amavo gli Edguy di Theater of Salvation.....li amavo perchè facevano del buon power......se devo comprare un disco "rock",in giro c'è di meglio. Viva chi non cambia mai,Manowar,Ac-Dc,Malmsteen,Motorhead. scusate lo sfogo.

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 19 nov 2008 alle 17:01

Sinceramente.. Io mi sono rotto di ascoltare sempre i soliti cd uno dopo l'altro, adoro il fatto che gli Edguy (Tobias Sammet) riescano a stupire i propri fans album dopo album, con qualità, umiltà, e specialmente BUONA MUSICA come solo da pochi gruppi ora come ora si riesce ad apprezzare. Ottime canzoni dalla prima all'ultima, produzione eccellente che richiama molto HellFire Club anche nella durezza del suono, un Sammet a dir poco migliorato nella tecnica e nell'interpretazione, sorretto da musicisti ormai più che rodati capaci di sfoderare un'ottima precisa padronanza dello strmento. Per me il voto è 8.5. Ci vediamo a Milano!

Inserito il 14 nov 2008 alle 12:53

Premetto che devo ascoltarlo ancora più volte, ma mi aspettavo di più dopo Rocket Ride.

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