Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2003
Durata:58 min.
Etichetta:Season of Mist
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. DAWN OVER CARCOSA
  2. MASQUERADE OF SICKNESS
  3. THROES MATRIX
  4. PHOSPHOR
  5. SCIONS OF THE BLACKENED SOIL
  6. WRATHCAST
  7. WATCHTOWER SON (LEMURIAN GUARD)
  8. THE AWAKENING
  9. BOWELS OF MURDER
  10. THE WALL OF THE TARTAREAN WELLS
  11. IT DRAGGED HER TO DARK
  12. SNOWFALL
  13. DORMANT FROM KIASMAGORIA
  14. PHANTASM AND EVENFALL

Line up

  • Mika Tonning: vocals
  • Teemu Luukinen: guitars
  • Rauli Roininen: guitars
  • Pekka Mustonen: bass
  • Jukka Juntunen: drums
  • Pekka Malo: keyboards

Voto medio utenti

Arrivano dalla Finlandia e sotto Season Of Mist questi Dawn Of Relic, due particolari che da sé sono già sufficienti ad inquadrare il sound di una band che non riserva molte sorprese a livello di originalità e innovazione. Il quintetto scandinavo infatti riprende il trademark sonoro che ha caratterizzato (e continua a fare) decine e decine di band provenienti dalla stessa zona geografica e che viene comunemente definito "melodic death metal". Cantato scream, incisive e semplici melodie di chitarra più un atmosferico uso di tastiere la fanno da padrona attraverso le 14 tracce di questo Lovecraftian Dark, come il titolo stesso recita, concept album basato sulla narrativa horror/fantasy di uno dei più inflazionati riferimenti letterari in ambito metal.
Questa serie di aspetti finora elencati di certo non aiuta i Dawn Of Relic ad ergersi quali campioni di personalità, non per questo però lasciando insoddisfatto l'ascoltatore. Infatti, nonostante la ricetta sia quella più standard per il genere proposto, il disco si lascia apprezzare in tutta la sua interezza, grazie ad un buon songwriting, fresco e convincente nel suo piccolo, e alla buona prova dei cinque musicisti. I tre capitoli in cui è diviso Lovecraftian Dark (l'ultimo dei quali, dalla traccia 12 in poi, contiene materiale demo inedito) segue una sua coerente evoluzione intramezzando le parti più sostenute e accese ad aperture acustiche e cantati femminili, mantenendo sempre come linea guida una spiccata dose di melodia che pervade l'intera opera. La presenza quasi continua delle tastiere contribuisce a creare la giusta atmosfera, anche se in alcuni punti se ne poteva fare tranquillamente a meno rendendo il risultato un po' meno ripetitivo e alla lunga stancante. Migliore il lavoro delle chitarre di Teemu e Rauli, soprattutto nelle parti soliste, mai estremizzate e rivolte alla ricerca della giusta melodia e sensatezza. Un disco che farà la gioia di chi va a nozze con certe, a tratti malinconiche e orecchiabili, sonorità ma che non facilita la band nel distinguersi dalle numerose produzioni passate e presenti dello stesso settore, un settore nel quale, se non così fortemente inflazionato, i Dawn Of Relics riuscirebbero sicuramente ad interessare maggiormente anche i meno avvezzi alla loro valida (ma scontata) proposta musicale.
Recensione a cura di Marco 'Mark' Negonda

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