Jethro Tull - Their Fully Authorised Story - Classic Artists

Copertina 7

Info

Dvd
Anno di uscita:2008
Durata:240 min.
Etichetta:Emperor Media Holdings
Distribuzione:Classic Artists

Tracklist

  1. JETHRO TULL THE STORY
  2. SWING IN DOCUMENTARY
  3. EXTENDED INTERVIEWS
  4. PHOTO GALLERY

Line up

  • Ian Anderson: vocals, flute, acoustic guitar
  • Martin Barre: guitar
  • David Goodier: bass
  • John O Hara: keyboards
  • Doane Perry: drums

Voto medio utenti

Quaranta anni di carriera non sono pochi: i gruppi storici, capaci di restare in attività per un tale periodo e senza mai sciogliersi ufficialmente, si contano sulle dita di una mano.
Se i Jethro Tull continuano ad esistere anche nel 2008, il merito è senza ombra di dubbio attribuibile al loro leader incontrastato, Ian Anderson, che in quattro decadi ha saputo mantenere vivo il suo sogno con 2000 concerti, 19 album, 25 musicisti e qualcosa come 20 milioni di dischi venduti.

Questo doppio DVD celebra il 40° anniversario di uno dei gruppi e soprattutto, di uno dei musicisti rock inglesi più importanti della storia della musica.

Il progetto è stato interamente approvato dallo stesso Anderson che ha quindi permesso di intitolare l'opera "Their Fully Authorised Story". E di storia si tratta, in effetti, dal momento che il primo disco ripercorre tutta la carriera dei Jethro Tull in un mastodontico documentario di quasi due ore. Il filmato, realizzato in maniera professionale, include esaurienti interviste con alcuni dei membri storici della band, come Mick Abrahams, Clive Bunker, Glenn Cornick, Dee Palmer, John Evans, Barriemore Barlow, Dave Pegg, Peter John Vettese ed altri ancora, compresi il manager Terry Ellis e alcuni membri della Chrysalis Records. Non mancano, ovviamente, gli interventi di Ian Anderson e di Martin Barre, l'unico musicista capace di rimanere nel gruppo fin dal 1969.
Il documentario, vero punto focale di questa pubblicazione, non è però esente da qualche difetto: la qualità visiva, per esempio, non è eccelsa, ma trattandosi per lo più di interviste, inframmezzate da filmati ripescati dagli archivi degli anni '60 e '70, la cosa è abbastanza comprensibile. Ben più deludenti, però, sono alcuni clamorosi "buchi" lasciati nella narrazione: la genesi dei Jethro Tull rimane molto dettagliata dai remoti esordi della John Evan Band (di cui viene presentato un estratto live, purtroppo solo audio), fino all' "album della discordia", "A Passion Play". Gli anni dal 1963 al 1973 sono quindi coperti in maniera più che buona. Andando avanti, non vengono invece invece menzionati "Warchild" e "Minstrel In The Gallery", al contrario del capitolo di "Too Old To Rock 'n' Roll", affrontato abbastanza bene e con particolare attenzione alla tragica vicenda del bassista John Glascock, morto nel 1979.
Purtroppo, però, inspiegabilmente non si fa nessun tipo di accenno alla celebre "trilogia folk" di fine anni '70, composta da "Songs From The Wood", "Heavy Horses" e "Stormwatch". I protagonisti avranno anche avuto le loro buone ragioni, ma sinceramente non riesco a capacitarmi di come uno dei periodi più brillanti dei Jethro Tull sia stato lasciato fuori, per non parlare di un avvenimento importantissimo come il concerto al Madison Square Garden del 1978, anch'esso saltato a piè pari.
Ampio spazio è invece concesso, correttamente, alla rivoluzione della line-up del 1980 ed al periodo "tecnologico" culminato con "Under Wraps", uno dei dischi più controversi della carriera di Anderson e soci.
Si arriva infine alla rinascita di "Crest Of A Knave", clamoroso vincitore di un Grammy nel 1988, quale migliore disco hard rock / heavy metal (!), per poi concludere il tutto piuttosto frettolosamente, saltando in pratica gli ultimi 20 anni ad eccezione del 1993, occasione del 25° anniversario.

Che dire... Condensare 40 anni di una carriera varia ed appassionante come quella dei Jethro Tull non è un compito facile, ma certamente i fans si sarebbero quanto meno aspettati un resoconto un po' più equilibrato.

I lati positivi, comunque, non mancano, soprattutto grazie alla schiettezza dei personaggi interpellati, che raccontano con precisione e attenzione i momenti salienti delle loro esperienze in seno al gruppo. Trovo particolarmente interessanti le interviste a Glenn Cornick, che ancora oggi si mostra risentito del trattamento subito nel 1970, quando fu improvvisamente buttato fuori dalla band, ed a Terry Ellis, che rivela parecchi aspetti della sua attività "dietro le quinte".
Molti dei filmati del passato, inoltre, sono sicuramente interessanti per chiunque abbia seguito i Jethro Tull nel corso degli anni.

Passando al secondo disco, troviamo l'immancabile galleria fotografica, incentrata sul primissimo periodo e su alcuni vecchi documenti, nonché le cosidette "extended interviews", un complemento al documentario principale, in cui i protagonisti affrontano argomenti un po' più personali.

Il vero gioiello è però un breve ma raro documentario, risalente al 1969 e prodotto per la TV tedesca: "Swing In", questo il titolo, mostra la band durante uno stralcio del tour di "Stand Up", con scene off stage, le esecuzioni live di "Nothing Is Easy", "Bourée" e "Sweet Dream" e perfino un'apparizione dei genitori di Ian Anderson nella loro casa. Ovviamente le immagini sono in bianco e nero e l'audio è di qualità mediocre, ma si tratta senza dubbio di un filmato che piacerà molto ai fans di vecchia data.

Tirando le somme, devo ammettere di essermi trovato piuttosto in difficoltà nel giudicare questo prodotto. Il materiale è abbondante e di sicuro interesse per i fans dei Tull ma, come già detto, i difetti non mancano. A parte quello principale, ovvero l'omissione totale di alcune tappe importanti della carriera della band, ce n'è anche uno più tecnico, che per molti potrebbe rappresentare un grosso problema: attualmente, il DVD è solo ed esclusivamente in lingua inglese e privo di sottotitoli. Questo, unito al fatto che in Italia non sembra essere ancora disponibile, finisce per limitare di parecchio la diffusione di un DVD che molta gente stava aspettando ma che, alla fine, si presenta con più di qualche lacuna. Aggiungiamo anche che non sono presenti canzoni complete, escluse le tre del '69, ed arriviamo ad un giudizio che avrebbe potuto essere di gran lunga migliore.

In poche parole: se siete dei veri fans dei Jethro Tull e capite bene l'inglese, compratelo a scatola chiusa. Se invece non li conoscete bene e desiderate farvi un'idea della loro staordinaria musica, forse fareste meglio ad orientarvi su uno dei tanti live o best-of disponibili.
Recensione a cura di Michele 'Freeagle' Marando

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