Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2007
Durata:46 min.
Etichetta:Avantgarde Music

Tracklist

  1. FUNERAL MASS
  2. THE ONE WITHIN ALL
  3. HORNCROWNED EMPEROR
  4. ONE WAY HELL
  5. REIGN OF TORTURED SOULS
  6. SUICIDAL RITUAL
  7. IN DIMENSIONS OF PALE THORNS

Line up

  • A. Krieg: vocals
  • Managarm: guitars, vocals
  • Diabolus: guitars
  • Angel Of Doom: bass
  • Basilisk: drums

Voto medio utenti

La scena black metal tedesca, seppure corposa e ben organizzata, non ha mai brillato per una particolare originalità, mostrando quasi sempre una forte devozione nei confronti dei classici maestri norvegesi. Non che questo sia necessariamente un punto a sfavore, visto che negli ultimi anni abbiamo assistito a vere e proprie debacle anche da parte dei padri fondatori, in un genere che ormai fa sempre più fatica a trovare nuove direzioni da esplorare. Gli Eternity, come avrete già capito dall'introduzione, preferiscono saltare a pié pari questo problema proponendo un album totalmente derivativo ma che fa dell'alta qualità dei pezzi il suo cavallo di battaglia. "Funeral Mass" (curiosa la somiglianza del nome e del titolo con i nostrani Fear Of Eternity) punta tutto su sonorità grezze e old style, che non possono non riportare alla mente gli storici lavori dei Darkthrone. L'attitudine è chiaramente quella: riff circolari e carichi di groove, un'attitudine a tratti quasi hardcore, l'ottimo lavoro dietro le pelli e vocals catarrose mai troppo esasperate. In aggiunta gli Eternity si giocano a tratti la carta dell'epicità (come in "One Way Hell"), rallentando i tempi in una sorta di black/doom dalle atmosfere depressive. E' impossibile trovare punti deboli in questi pezzi, se si esclude la già citata mancanza di una qualsiasi forma di innovazione. Anche la produzione risulta fedele agli stilemi del genere pur senza rendersi inascoltabile: anzi, gli strumenti sono sempre ben udibili e il tutto non risulta mai impastato o caotico. "Funeral Mass" è chiaramente un lavoro dedicato agli appassionati... sporco, maligno, senza pietà. E non ce la sentiamo di fargliene una colpa, nonostante la palese 'operazione nostalgia'. In effetti questa musica ci manca davvero, ci mancano i tempi in cui ogni nuova uscita veniva accolta con stupore, spostando sempre più in là le coordinate e i confini raggiunti in precedenza. Ma per ora le esplorazioni possono aspettare, godiamoci quest'ennesima iniezione di marciume.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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