Copertina 9

Info

Anno di uscita:2008
Durata:39 min.
Etichetta:UK Division Records
Distribuzione:Plastic Head - Code 7 - Audioglobe/Andromeda

Tracklist

  1. WAITING FOR
  2. THE DRAWING OF THE SUN
  3. BURNING
  4. FADED
  5. INSIDE
  6. MY FIRST DAY ON THE EARTH
  7. SORRY BUT I FEEL SO BAD
  8. NEW WORLDS
  9. SCARLET MEMORIES
  10. SEPTEMBER DUST
  11. GO ON FLYIN' YOU CRAZY ANGEL

Line up

  • F. Thomas Ferretti: vocals & keyboards
  • Emiliano Mammini: guitars
  • Francesco Rossi: bass
  • Salva Labella: drums

Voto medio utenti

A volte capita che il 14 di Agosto tu sia a casa, sudato, accaldato, davanti al pc, e decidi che è bene portarti avanti con il lavoro, così peschi a casaccio dal mucchio di cd che il Graz ti ha mandato, e che sono messi in pila davanti a te, sperando di beccare un dischetto discreto, che ti risollevi il morale, o che quanto meno ti faccia scemare un po’ il nervoso. Sì, perché in realtà un po’ nervosetti lo siamo.
Tiro fuori dalla pila il cd The Blacklies, con una copertina indistinta e anonima, che però tuttavia rimanda al titolo del disco, “Ground Floor”. Inserisco il disco nel lettore e pigio play. Vengo piacevolmente sorpreso dal suono che fuoriesce dagli auricolari, e minuto dopo minuto cresce le curiosità verso questa band. Curiosità che, da quando il Graz ci ha regalato Eutk 2.0, è dovere professionale, visto che dobbiamo compilare le schede dei gruppi, con tutte le informazioni possibili e immaginabili.
Mi metto così alla ricerca su internet di notizie sulla band, ma col passare dei minuti le notizie sono sempre più scarne, fino al punto che ci rinuncio. E perdo la calma e la pazienza, e inizio a bestemmiare contro i The Blacklies. Sti tizi hanno un sito web ufficiale che non serve ad un cazzo, ad un cazzo! Hanno anche il solito myspace del cazzo. Del cazzo! Morte a chi ha inventato myspace, possa crepare tra le sofferenze più atroci. Un sito che non dice nulla, dove per trovare una foto della band ti devi registrare, non mi voglio registrare al vostro fottuto myspace del cazzo! Mettete una bio su sto cazzo di myspace! Menomale che avete scritto che siete di Pisa, altrimenti chi cazzo vi si inculava? Dove minchia trovo la cazzo di copertina del vostro fottutissimo disco? E la tracklist dove cazzo la prendo? Se inviato un promo del cazzo col solo booklet è difficile per chi fa il nostro mestiere trovare notizie certe. Cazzo! Cazzo! Cazzo!
Per fortuna che un sito concorrente aveva già pubblicato la rece e così ho rubato da lì alcune notizie utili per la scheda della band.
Ovviamente quanto detto vale per tutte le bands, nell’era della comunicazione è importante anche la facciata, non solo la sostanza, è una questione di professionalità... Ok, mi sono già incazzato abbastanza, quindi meglio passare a parlare del disco. Dovrei stroncarvi solo per l’incazzatura e qualcun altro al mio posto lo farebbe tranquillamente, ma per vostra fortuna non sono una testa di cazzo.
Anche perché sarebbe fare un torto, un grosso torto, ai The Blacklies, una band che ci sa fare veramente. Un sound moderno, alternativo, ma non pacchiano, con chitarre dure e ritmi decisamente veloci, almeno nelle prime due songs, le ottime “The Drawing Of The Sun” e “Burning”, con quest’ultima che assurge a ruolo di vero e proprio hit, grazie ad una struttura che sa miscelare velocità, melodia e potenza.
Vengono in mente tante bands e tante influenze, sebbene queste siano amalgamate in maniera sapiente al punto che non è quasi mai possibile isolarle. “Faded” potrebbero averla scritta i Deftones o i Muse, ma potrebbe essere stata remixata da Moby o dai Depeche Mode. “New Worlds” innesta un riffing alla Tom Morello su una struttura notturna, affine al trip hop, con inaspettate aperture melodiche, che ne fanno una delle song migliori del disco.
Nel sound di questo “Ground Floor”, inoltre, non mancano inserti elettronici, frutto dell’opera, e della bravura, del singer, il quale è anche un bravo pianista, dandone saggio su “Inside”, canzone dove un certo mood english abbandona la campagna per sposare una certa urbana modernità.
Colpisce la capacità e la maturità della band di saper maneggiare la materia sonora in maniera così autorevole, con una padronanza che molte altre band più blasonate si possono solo sognare.
Non si potrebbe altrimenti spiegare l’eccellente gusto melodico di “My First Day On The Earth” subito spiazzato dalla successiva “Sorry But I Feel So Bad” che sembra disco-music fatta con le chitarre.
Insomma di carne al fuoco ce n’è in abbondanza, di qualità sempre pregevole e verso la fine del disco si torna su territori più intimisti, con le splendide “September Dust” e “Go On Flyin’ You Crazy Angel”, che, almeno nel titolo, sembra fare un po’ il verso alla ben più famosa “Shine On You Crazy Diamond”.
Questo disco e questa band sanno regalare emozioni con la pala e sarebbe un peccato che voi non ne approfittaste. Da avere assolutamente.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino
I Black Lies Dominano!

Questo Album è bellissimo, ogno canzone cattura fino in fondo, le migliori sono "My First Day on the Earth" , "Sorry But I feel So Bad" e "Go on Fly You Crazy Angel" , ve lo consiglio.

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 08 set 2008 alle 18:16

non ho sentito il cd ma quoto gino avete rotto le palle con myspace, fatevi un sito decente per cortesia, grazie e complimenti per il bel disco a quanto pare ;)

Inserito il 08 set 2008 alle 11:19

Essendo "La Fan Numero Uno" di questo fantastico gruppo vi dico che tutto quello che c'è scritto in questa recensione è vero! Le canzoni trasportano molto! Personalmente parlando trasportano in un altro mondo, quindi comprate questo disco, ascoltatelo mille vote e non ve ne pentirete! Saluti Lithium! **

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.