Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2008
Durata:54 min.
Etichetta:Badchili Records

Tracklist

  1. OLTRE AL BUIO
  2. WTO (IL MERCANTE IN FIERA)
  3. IL MACACO JULIAN
  4. LO SPECCHIO
  5. VIVIRI
  6. SALTA DIRUPI
  7. CARTE SCOPERTE
  8. LA PROFEZIA DI CORNELIUS (MONDIDISPARI)
  9. I PURI D'ATLAS
  10. IL GIGANTE DAI PIEDI DI CRISTALLO
  11. UNA CRISI QUALUNQUE
  12. NEL TRAGITTO
  13. IL PELLEGRINO LUIS

Line up

  • Tuzìn: vocals
  • Zultra: guitars
  • Forna: guitars
  • Toso: bass
  • Murch: drums

Voto medio utenti

Nonostante il moniker “colorito” i piacentini Deportivo La Bonissima fanno tremendamente sul serio col loro metalcore incazzato e dai tratti brutali. “Gigante” è il loro secondo disco, dopo “Illusioni Imposte” del 2005, e si compone di ben 13 tracce durante le quali, in una sorta di refrain ossessivo, la band, ed in particolare il singer Davide Tosoni, urlano tutta la loro rabbia.
Rabbia che spesso è l’unico veicolo per i testi della band, quasi mai banali e, anzi, sovente impegnati. Basti citare pezzi come “Il Gigante Dai Piedi Di Cristallo” o “Il Macaco Julian”. Tuttavia la band ha opportunamente inserito brevi e sporadiche composizioni a spezzare l’assalto brutale, come “Lo Specchio” o i “Puri D’Atlas”. Uno degli episodi più riusciti del disco è la canzone “Una Crisi Qualunque”, che vede alla voce Claudia Nicastro la quale, con la sua bravura, dona un mood diverso alla composizione, sebbene non manchino le urla del singer maschile..
Tuttavia, passando ad un’analisi più critica del disco, ci si rende conto che dal punto di vista compositivo il disco è un po’ povero, essendo un bel po’ ripetitivo, tutto basato sull’alternanza tra le vocals brutali e quelle pulite, più melodiche. La sensazione è che la band non si sforzi poi tanto nel cercare di variare la propria proposta, nascondendo le crepe del proprio sound dietro la veemenza di certe sfuriate e dietro una produzione pulita e potente. Il che va bene per un po’, ma alla lunga stanca, anche perché il disco non è propriamente corto.
Il risultato finale è un prodotto un po’ anonimo, anche se non assolutamente da buttare, ma che tuttavia non permette alla band, a mio modesto modo di vedere, di emergere nel panorama nostrano.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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