Copertina 6

Info

Anno di uscita:2008
Durata:41 min.
Etichetta:Trollzorn
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. ...ARRIVAL (INTRO)
  2. REBIRTH
  3. VIKING'S HORNED PARODY
  4. SPIRALS
  5. INQUISITION QUERIES
  6. DESCENT OF DON
  7. THE TRICKSTER OF RAGNAROK
  8. TURNING OF THE WHEEL

Line up

  • Ruben Almeida: vocals
  • Daniel Cesar: keyboards
  • Vitor Cesar: guitar
  • Miguel Caveirinha: guitar
  • Morg: bass
  • Luis Abreu: drums

Voto medio utenti

Nonostante esistano dal lontano 1995, i portoghesi Gwydion arrivano solo ora al debut album accasandosi presso la Trollzorn, etichetta specializzata in tutto quello che è Viking, Folk etc. Questo Ynys Mon pur venendo presentato come album viking, è più un'alternanza di folk e black sinfonico con testi a sfondo viking. Non vi è infatti traccia della classica epicità che dovrebbe caratterizzare un'uscita appartenente al genere cornuto.

Le otto tracce che compongono questo album sono lunghe e abbastanza classiche, ed è in effetti difficile risultare originali in un genere abbastanza ingessato nelle proprie regole. Tolta l'intro in pura tradizione del genere le restanti sette tracce alternano, come detto prima, un folk alla Finntroll a un black sinfonico che ricorda vagamente i Dimmu Borgir. Il tutto si gioca sulla tastiera che fissa l'atmosfera del pezzo. Cosi la prima vera canzone (Rebirth) è palesemente folk mentre ad esempio Inquisition Queries suona come una canzone dei Dimmu Borgir depurata di granparte della sua furia.
Il risultato è senza infamia e senza lode a dire il vero, le canzoni sfruttano tutti gli standard del genere e non sono per nulla inascoltabili, ma faticano parecchio a lasciare il segno. Nota di colore: la voce alterna un growl classico a un clean che suona praticamente identico a quello di Fernando Ribeiro dei Moonspell di Wolfheart, evidentemente dev'essere la provenienza geografica che fa cantare cosi.

Insomma, un album passabile, che se acquistato riuscirà sicuramente ad alietare per un po' di tempo gli amanti del genere ma che comunque non rappresenta una spesa indispensabile. C'è di molto meglio nella scena nordica da ascoltare.
Recensione a cura di Massimiliano 'Maxowar' Barbieri

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