Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2003
Durata:40 min.
Etichetta:Spinefarm
Distribuzione:Universal

Tracklist

  1. NEEDLED 24 / 7
  2. SIXPOUNDER
  3. CHOKEHOLD (COCKED ‘N LOADED)
  4. BODOM BEACH TERROR
  5. ANGELS DON’T KILL
  6. TRIPLE CORPSE HAMMERBLOW
  7. YOU’RE BETTER OFF DEAD!
  8. LIL’ BLOODRED RIDIN’ HOOD
  9. HATE CREW DEATHROLL
  10. SILENT SCREAM (BONUS TRACK)

Line up

  • Alexi “Wildchild” Laiho: guitar, vocals
  • Alexander Kuoppala: guitar
  • Janne Warman: keyboards
  • Henkka T. Blacksmith: bass
  • Jaska Raatikainen: drums

Voto medio utenti

Quarto sigillo per gli ormai celebri bambini di Bodom: “Hate Crew Deathroll” è stato un titolo molto atteso negli ultimi mesi, soprattutto perché il precedente lavoro “Follow The Reaper” aveva spaccato la critica in due e c’era chi temeva un eccessivo ammorbidimento da parte del quintetto finlandese. Premettiamo subito che chi scrive ha sempre apprezzato i Children Of Bodom, soprattutto per la loro capacità di fondere perfettamente tecnica strumentale, melodia e violenza pura, nonché di evolversi album dopo album rifinendo sempre di più il proprio sound. Di evoluzione si parla anche per questo nuovo disco, che si potrebbe definire come la logica conseguenza di “Follow The Reaper”: certe venature black e certe atmosfere che potevano trovarsi sui primi due eccezionali album (“Something Wild” e “Hatebreeder”) sono ormai andate perdute a favore di una maggiore pulizia del suono, di un songwriting più ricercato e melodico, e in genere di una produzione nettamente migliore rispetto agli esordi. Non sono invece d’accordo con chi sostiene che la band sia diventata commerciale: lo stile tipico di Alexi Laiho e soci è sempre ben presente in tutte le nuove canzoni e non si può certo dire che queste manchino di potenza o di cattiveria. E’ ben difficile, ad esempio, definire “mosci” o “commerciali” brani come la pesante “Sixpounder” o la travolgente title track, che è forse uno dei pezzi più heavy mai scritti dal buon Alexi. E’ indubbio che i C.o.B. stiano cercando di sperimentare qualcosa di nuovo, come sta a testimoniare il pezzo d’apertura, “Needled 24/7”, che parte in maniera assolutamente classica con una ritmica sostenuta e il consueto cantato al vetriolo di Alexi, salvo poi svilupparsi in un bridge più cadenzato e dominato da effetti elettronici e voce filtrata. Questo però è solo un episodio, poiché non mancano brani del tutto in linea con il classico Bodom sound, come “You’re Better Off Dead”, “Bodom Beach Terror” o la grandiosa “Triple Corpse Hammerblow”, tutte caratterizzate da parti ritmiche roboanti, brucianti accelerazioni e splendide aperture melodiche. Le tastiere di Janne Warman hanno sempre un ruolo molto importante nell’economia dei pezzi, anche se in questo nuovo disco c’è forse un maggiore bilanciamento con le chitarre. A mio modesto parere, se non si parte prevenuti sulla massiccia presenza delle tastiere, si può arrivare facilmente ad apprezzare l’importante contributo che esse riescono a dare alla musica del gruppo, che ne risulta arricchita ma non certo indebolita in quanto ad impatto. In “Hate Crew Deathroll” comunque non è tutto perfetto, poiché va detto che ci sono un paio di brani non pienamente convincenti come la cadenzata “Angels Don’t Kill”, inquietante e malvagia nelle battute iniziali ma poco incisiva nel complesso, oppure la cover di “Silent Scream” degli Slayer (presente nell’edizione finlandese del cd) che per quanto ben eseguita non riesce nell’arduo intento di eguagliare il carisma e la potenza dell’originale. In generale, però, mi sento di promuovere un album leggermente inferiore al precedente, ma tutto sommato valido e convincente, manifesto di una band che finora è riuscita a rimanere fedele al proprio stile senza rinunciare a provare nuove soluzioni. La mia opinione è che i fans meno intransigenti dei Children Of Bodom riusciranno senza problemi ad apprezzare “Hate Crew Deathroll”, mentre i loro detrattori difficilmente cambieranno idea per merito di queste nove canzoni.
Recensione a cura di Michele 'Freeagle' Marando
Apprezzabile

Un disco che segna in qualche modo un cambiamento (che, col senno di poi, si farà molto più marcato nei due dischi successivi). Overdose melodica e di tastiera, Laiho meno rabbioso ma comunque unico.

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 23 lug 2010 alle 14:47

Bellissimo disco, ma un'autentica pera in "mi" minore.

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