Dodsferd - Cursing Your Will To Live

Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2008
Durata:67 min.
Etichetta:Moribund Records
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. ALL OF THEM ARE DEAD
  2. HYPOCRITIC SHITFUCKERS STILL BREATHING
  3. YOU CALLED IT RESURRECTION, I CALL IT A FAIRYLATE FOR HUMAN PARASITIES, YOUR KIND!
  4. FAILURE WAS DESCRIBED AS RELIGION, AS HERESY
  5. I WAS CHALLENGEDTO ENTER THE GATES OF BLASPHEMY
  6. UNDER A BROKEN CROSS, I BURIED YOUR WORLD
  7. STANDING AT THE ASHES OF A FORSAKEN KINGDOM
  8. CURSING YOUR WILL TO LIVE
  9. YOUR DEATH, MY PROPINATION
  10. I KEPT STANDING WITH DISGUST

Line up

  • Bringer Of Plague: drums
  • Sardonic: bass/vocals/guitar

Voto medio utenti

Personalmente nutro una passione smodata per le nuove band Black Metal provenienti dalla Grecia, in primis questi Dodsferd che con il precedente album intitolato Fuckin Your Creation mi avevano positivamente impressionato. Il loro approccio al Black Metal era generalmente basato su canzoni dalla durata anche abbastanza lunga, ma condite da spruzzate di tipico Rock 'n 'Roll che ultimamente sembrano andare molto di moda in certi ambienti, i Darkthrone ne sanno qualcosa. Stavolta però con il nuovo Cursing Your Will To Live le carte in tavola cambiano, si resta sempre in territori neri come la pece questo mi pare anche giusto, però è l'approccio che cambia, non più riffs dal sapore Rock, ma al suo posto litanie di otto minuti e passa, caratterizzate da soluzioni taglienti e fredde. Il salto nel passato mi sembra palese, perchè vengono recuperate certe soluzioni tipiche del più classico Black Metal Norvegese, ma non è detto che questo sia un male perchè i Dodsferd hanno una maturità che li rende preparati e forti. Hypocritic Shitfuckers Still Breathing, You Called It Resurrection, I Call It A Fairytale For Human Parasites, Your Kind! e ci metto anche Failure Was Described As Religion, As Heresy (però che ansia questi titoli kilometrici) sono perfette come colonna sonora per un freddo inverno polare. Lunghe e dal forte impatto "melodico" difficilmente annoiano grazie a strutture melodiche semplici e dirette. L'atmosfera generale che viene emanata è crudele e marcia, nella migliore tradizione.
Recensione a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

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