Copertina 5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:43 min.
Etichetta:Beyond Production
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. (E)MOTIONLESS
  2. SWEET TASTE OF SICKNESS
  3. BLEEDING
  4. A PERFECT FAILURE
  5. THE MAN AND HIS SILENCE
  6. HEART SHAPED BOX (NIRVANA COVER)
  7. COLD SURFACE
  8. SLUMBER

Line up

  • Gabriele: vocals
  • Davide: guitars
  • Enrico: bass & keyboards
  • Riky: drums

Voto medio utenti

Questa è la terza volta che recensisco gli Infection Code, dopo “Life Continuity Point” e “Sterile”, e per la terza volta mi trovo in difficoltà, questa più delle altre, perché la band continua ad evolvere il proprio suono, in maniera spiazzante, e ahiloro, continua a farlo involvendosi, almeno nella mia modesta opinione.
Il nuovo “Intimacy”, come per il precedente “Sterile”, ha tutti gli ingredienti per stupire, peccato che la band pecchi nella sostanza. Si parla di postcore, sulla scia di band come Neurosis, Today Is The Day, Isis, citando persino Ministry e Eyehategod. Tuttavia prima ancora di accostarsi a queste band, che a dirla tutta sono inarrivabili per gli Infection Code, bisognerebbe focalizzare la propria attenzione sulla paurosa carenza di idee della band, sulla loro povertà di songwriting, laddove non basta strepitare in un microfono per evocare paranoia e claustrofobia, dove non basta rallentare il ritmo per fare sorrow music, dove non è sufficiente dipingere tutto (soprattutto l’artwork) di nero per risultare marci e oscuri.
Non ci si inventa emuli dei Today Is The Day dall’oggi al domani, persino se il tuo disco è stato mixato e masterizzato da Billy Anderson ai Lowered Studios di San Francisco.
Pessima la prova del singer, il quale, secondo me, non rende appieno l’espressività dei testi e la sofferenza della musica di quei momenti, pochi ma buoni, nei quali la malattia sonora raggiunge picchi elevati, come ad esempio in “Cold Surface”.
Sicuramente azzeccata la cover dei Nirvana “Heart Shaped Box”, anche se bisogna dire che la base di partenza era già ottima.
C’è poco da dire, perché di tutte le parole che potrei scrivere, nessuna sarebbe in grado di rappresentare quello che non c’è stato, ovvero la morsa alle parti basse, allo stomaco, la sensazione di malessere che mi ha preso quando ho ascoltato i capolavori delle bands di cui sopra, bands che al momento sono oltre la portata limitata degli Infection Code. Mi duole bocciare la band, ma così non ci siamo.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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