C'è stato il tempo dell'Hardcore, il tempo del Metalcore, ora da qualche tempo a questa parte è il tempo del "Post a tutti i costi". Qualcuno si salva e se ne esce fuori con una proposta interessante, altri invece si perdono dietro masturbazioni intellettualoidi e fine a stesse, ma per fortuna questo non è un discorso applicabile a questi nostrani Psychocean. La band siciliana in quattro canzoni assesta un sound decisamente personale a cavallo fra Neurosis, i Voivod più dilatati con qualche rimando alle ritmiche deviate dei Tool e per concludere in bellezza ci metterei dentro anche il genio melodico degli ultimi Porcupine Tree, troppo? Nulla affatto, gli Psychocean riescono a mescolare tutto insieme senza mai esagerare in crisi di dipendenza da questi nomi, ma filtrandoli con una buona dose di personalità. Generalmente tutte le canzoni contenute in questo cd intitolato Embryonal Confinement risultano compatte e unidirezionali, ma è soltanto con la title track conclusiva che la band riesce ad uscire allo scoperto dicendo con chiarezza tutto quello che c'è da dire sulla loro musica: contorta, potente, eterea allo stesso tempo, storta, ma anche lineare. Il miglior modo per poterli comprendere è ascoltarli. Da segnalare anche una produzione pulita e molto professionale, mi auguro di sentire parlare ancora di loro in futuro.
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